Una via murgiana sul culto di San Michele
La proposta di Algramà unisce Comuni pugliesi e lucani
lunedì 4 ottobre 2021
12.18
Una via micaelica murgiana: un itinerario che unisce i luoghi del culto di San Michele, diffusi nell'area appulo-lucana, è stato sviluppato dall'associazione Algramà e presentato in un incontro presso la sala "Andrea Giorgio" dell'Abmc (archivio biblioteca museo civico). Incontro condotto da Michele Gismundo, aperto dal saluto del presidente dell'associazione Filippo Cristallo e incentrato sull'esaustiva relazione di Giuseppe Marrulli. Conclusioni affidate al fondatore e presidente onorario Gianni Moramarco, con la sua consueta verve trainante, mentre dal pubblico gli interventi di Pietro Pepe e del presidente della Pro Loco Pietro Colonna hanno fornito altri spunti. Al termine Donato Fiorino ha omaggiato Marrulli del suo "Albero della libertà".
La via micaelica della Murgia è un percorso che si snoda lungo 8 Comuni. Parte dall'abbazia benedettina di Montescaglioso per poi attraversare il territorio di Matera per raggiungere la cosiddetta grotta dei pipistrelli, quindi arriva in territorio pugliese. Nell'area murgiana il primo Comune è Santeramo con la sua grotta di Sant'Angelo, poi deviazione a Putignano per la grotta di San Michele di Monte Laureto. Quindi si torna nella Murgia ad Altamura dove i luoghi di culto storicamente sono stati tre: la chiesa ipogea di San Michele in via Madonna della Croce, la cripta dell'Angelo della Masseria di Jesce e il complesso rupestre di Sant'Angelo a Fornello. Tappa successiva è Gravina con il sito di San Michele delle grotte, la cattedrale scavata nella roccia, dalla ricca storia. Si prosegue poi a Minervino Murge e si termina nuovamente in Basilicata ad Acerenza. In tutto 175 chilometri.
Un itinerario che può essere percorso in poche ore in auto ma la maggiore bellezza sta nella scoperta "lenta" del territorio, quindi a piedi o in bici. Infatti la via micaelica della Murgia viene proposta anche come cammino religioso, di pellegrinaggio, in cui la devozione e la ricerca storica diventano anche un modo differente di vedere le città e i territori che non sia il consueto turismo da cartolina.
Proposta molto interessante, concepita pienamente secondo lo spirito di Algramà di unire un territorio vasto trovando i punti in comune tra le differenti identità cittadine. Algramà intende presentare il progetto al Ministero della cultura ma la pandemia ha interrotto i propositi che risalgono già al 2019. L'obiettivo è creare una piattaforma informatica che possa offrire tutte le informazioni al visitatore e pacchetti di viaggio e soggiorno. Mentre la fase descrittiva e l'itinerario sono già accurati e pronti, la prossima sfida è lo sviluppo informatico del progetto stesso.
La storia è un grande attrattore turistico nonché fondamentale leva culturale. La recente apertura straordinaria della chiesa ipogea di San Michele lo dimostra. In tre giorni, cogliendo al volo l'occasione delle visite guidate aperte a tutti, la partecipazione è stata notevole. Il presidente dell'Abmc Giuseppe Pupillo parla di 3.000 presenze in questi tre giorni, con alcune scolaresche durante le mattinate. Visitatori sono giunti anche da altre città.
(Foto di Alberto Ragone che si ringrazia per la gentile concessione)
La via micaelica della Murgia è un percorso che si snoda lungo 8 Comuni. Parte dall'abbazia benedettina di Montescaglioso per poi attraversare il territorio di Matera per raggiungere la cosiddetta grotta dei pipistrelli, quindi arriva in territorio pugliese. Nell'area murgiana il primo Comune è Santeramo con la sua grotta di Sant'Angelo, poi deviazione a Putignano per la grotta di San Michele di Monte Laureto. Quindi si torna nella Murgia ad Altamura dove i luoghi di culto storicamente sono stati tre: la chiesa ipogea di San Michele in via Madonna della Croce, la cripta dell'Angelo della Masseria di Jesce e il complesso rupestre di Sant'Angelo a Fornello. Tappa successiva è Gravina con il sito di San Michele delle grotte, la cattedrale scavata nella roccia, dalla ricca storia. Si prosegue poi a Minervino Murge e si termina nuovamente in Basilicata ad Acerenza. In tutto 175 chilometri.
Un itinerario che può essere percorso in poche ore in auto ma la maggiore bellezza sta nella scoperta "lenta" del territorio, quindi a piedi o in bici. Infatti la via micaelica della Murgia viene proposta anche come cammino religioso, di pellegrinaggio, in cui la devozione e la ricerca storica diventano anche un modo differente di vedere le città e i territori che non sia il consueto turismo da cartolina.
Proposta molto interessante, concepita pienamente secondo lo spirito di Algramà di unire un territorio vasto trovando i punti in comune tra le differenti identità cittadine. Algramà intende presentare il progetto al Ministero della cultura ma la pandemia ha interrotto i propositi che risalgono già al 2019. L'obiettivo è creare una piattaforma informatica che possa offrire tutte le informazioni al visitatore e pacchetti di viaggio e soggiorno. Mentre la fase descrittiva e l'itinerario sono già accurati e pronti, la prossima sfida è lo sviluppo informatico del progetto stesso.
La storia è un grande attrattore turistico nonché fondamentale leva culturale. La recente apertura straordinaria della chiesa ipogea di San Michele lo dimostra. In tre giorni, cogliendo al volo l'occasione delle visite guidate aperte a tutti, la partecipazione è stata notevole. Il presidente dell'Abmc Giuseppe Pupillo parla di 3.000 presenze in questi tre giorni, con alcune scolaresche durante le mattinate. Visitatori sono giunti anche da altre città.
(Foto di Alberto Ragone che si ringrazia per la gentile concessione)