Una mostra dedicata alla storia dei bersaglieri
L'esposizione è stata allestita durante lo scorso fine settimana in Piazza Duomo. Ad organizzarla, l'Associazione Nazionale Bersaglieri di Altamura
martedì 10 agosto 2010
16.00
Ha incuriosito tanti cittadini la mostra organizzata dalla sezione altamurana dell'Associazione Nazionale Bersaglieri durante il fine settimana appena trascorso. Originale l'esposizione, originale anche lo spazio in cui quest'ultima è stata allestita. Una tenda color verde militare, collocata in Piazza Duomo e trasformata, per due giorni circa, nel museo temporaneo della storia bersaglieresca. "Porte" aperte ai visitatori da sabato (per tutta la notte) a domenica sera. Divise storiche e moderne. Estive ed invernali. Cappelli. Fotografie d'epoca. Armi. Strumenti che raccontano, con voce d'altri tempi, le vittorie e le sconfitte, i raduni, le cerimonie.
La 1^ Compagnia Bersaglieri fu costituita a Torino nel 1836 ad opera dell'allora capitano del Reggimento Guardie (oggi Granatieri) Alessandro Ferrero La Marmora. Svolgeva funzioni di esplorazione e di assalto con l'intento di "sorprendere, disturbare e sconvolgere i piani nemici". Una tattica di combattimento basata sulla capacità d'iniziativa del combattente. Attualmente i Reggimenti operativi sono sei.
Obbedienza, rispetto, conoscenza assoluta delle proprie armi, molto addestramento, ginnastica di ogni genere fino alla frenesia, cameratismo, sentimento della famiglia, rispetto delle leggi e amore verso il Capo dello Stato, onore alla Patria, fiducia in se stessi fino alla presunzione. È il decalogo di La Marmora che ogni bersagliere deve seguire.
La sezione altamurana dell'Associazione nasce nel 2007 "per tramandare alle future generazioni lo spirito di Corpo che regna tra gli stessi bersaglieri" ed accoglie circa 70 iscritti, fra bersaglieri e simpatizzanti. Partecipa a raduni (uno degli ultimi a Milano, dal 15 al 18 maggio 2010), ricorrenze dedicate ai caduti in guerra, manifestazioni militari.
Ad illustrarci la mostra sono il caporalmaggiore Andrea Carlucci, fiduciario del distaccamento cittadino, e Mario Carlucci, simpatizzante dell'Associazione. Tra le divise esposte, quelle dell'ufficiale colonnello comandante dei bersaglieri, del soldato in tuta mimetica da combattimento (anno 1946), del coloniale - indossata durante la Guerra d'Africa (anno 1943), la mantella storica da ufficiale relativa alla Prima Guerra Mondiale (anni 1915/1918), l'uniforme storica da ufficiale dei bersaglieri (anno 1920). Curiosa l'attuale divisa femminile, rigorosamente con la gonna.
Fra baionette a spada, tute mimetiche, elmetti da guerra, maschere antigas, sciabole con più di 100 anni, una cariola (bicicletta) del 1900, anche divise con il curioso nome di drop e fez turchi, copricapo maschile di lana che prende il nome da un'omonima città sita in Marocco (anche se la sua maggiore diffusione si è avuta in Turchia). Fu donato ai bersaglieri nel 1855, in Crimea, dagli Zuavi, reparti speciali del Corpo di spedizione francese. Fra le immagini, invece, la carica dei bersaglieri nel quadro di Michele Cammarano dedicato alla breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), che consentì a due battaglioni (uno di fanteria, l'altro di bersaglieri) di occupare Roma.
Fra le fotografie d'epoca, quella di Domenico Comodo, bersagliere altamurano morto giovanissimo a causa della malaria, e quella di Giusepe Vaira, da cui deriva il nome "vaira" dato al cappello piumato emblema del Corpo.
Non manca, però, la nota dolente. Andrea Carlucci lancia un appello alle istituzioni: "Chiediamo un maggiore sostegno ed interessamento per queste iniziative. Abbiamo invitato il Sindaco perché, come ogni mostra, anche per questa era prevista una piccola inaugurazione. Non ha visitato l'esposizione in nessuno dei due giorni e questo ci è dispiaciuto molto".
La 1^ Compagnia Bersaglieri fu costituita a Torino nel 1836 ad opera dell'allora capitano del Reggimento Guardie (oggi Granatieri) Alessandro Ferrero La Marmora. Svolgeva funzioni di esplorazione e di assalto con l'intento di "sorprendere, disturbare e sconvolgere i piani nemici". Una tattica di combattimento basata sulla capacità d'iniziativa del combattente. Attualmente i Reggimenti operativi sono sei.
Obbedienza, rispetto, conoscenza assoluta delle proprie armi, molto addestramento, ginnastica di ogni genere fino alla frenesia, cameratismo, sentimento della famiglia, rispetto delle leggi e amore verso il Capo dello Stato, onore alla Patria, fiducia in se stessi fino alla presunzione. È il decalogo di La Marmora che ogni bersagliere deve seguire.
La sezione altamurana dell'Associazione nasce nel 2007 "per tramandare alle future generazioni lo spirito di Corpo che regna tra gli stessi bersaglieri" ed accoglie circa 70 iscritti, fra bersaglieri e simpatizzanti. Partecipa a raduni (uno degli ultimi a Milano, dal 15 al 18 maggio 2010), ricorrenze dedicate ai caduti in guerra, manifestazioni militari.
Ad illustrarci la mostra sono il caporalmaggiore Andrea Carlucci, fiduciario del distaccamento cittadino, e Mario Carlucci, simpatizzante dell'Associazione. Tra le divise esposte, quelle dell'ufficiale colonnello comandante dei bersaglieri, del soldato in tuta mimetica da combattimento (anno 1946), del coloniale - indossata durante la Guerra d'Africa (anno 1943), la mantella storica da ufficiale relativa alla Prima Guerra Mondiale (anni 1915/1918), l'uniforme storica da ufficiale dei bersaglieri (anno 1920). Curiosa l'attuale divisa femminile, rigorosamente con la gonna.
Fra baionette a spada, tute mimetiche, elmetti da guerra, maschere antigas, sciabole con più di 100 anni, una cariola (bicicletta) del 1900, anche divise con il curioso nome di drop e fez turchi, copricapo maschile di lana che prende il nome da un'omonima città sita in Marocco (anche se la sua maggiore diffusione si è avuta in Turchia). Fu donato ai bersaglieri nel 1855, in Crimea, dagli Zuavi, reparti speciali del Corpo di spedizione francese. Fra le immagini, invece, la carica dei bersaglieri nel quadro di Michele Cammarano dedicato alla breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), che consentì a due battaglioni (uno di fanteria, l'altro di bersaglieri) di occupare Roma.
Fra le fotografie d'epoca, quella di Domenico Comodo, bersagliere altamurano morto giovanissimo a causa della malaria, e quella di Giusepe Vaira, da cui deriva il nome "vaira" dato al cappello piumato emblema del Corpo.
Non manca, però, la nota dolente. Andrea Carlucci lancia un appello alle istituzioni: "Chiediamo un maggiore sostegno ed interessamento per queste iniziative. Abbiamo invitato il Sindaco perché, come ogni mostra, anche per questa era prevista una piccola inaugurazione. Non ha visitato l'esposizione in nessuno dei due giorni e questo ci è dispiaciuto molto".