Una generazione senza barriere e senza paracadute

Le proteste. Ma non ci sono risposte dall'alto

martedì 29 marzo 2011
A cura di Angela Colonna
Precariato è un termine reso ormai parte integrante di una generazione che non osa guardare al futuro. Ragazzi che hanno imparato a vivere l'oggi con la stessa modalità con cui osservare il mercato, con gli occhi della flessibilità. Merce umana nelle mani di agenzie che comunque godono di prestazioni e qualità.

Contratti a tempo determinato, apprendistato, interinale, lavori a progetto, occasionali, atipici, lavori di sostituzione del personale assente. A ciò si aggiunge quella condizione che vive il precario quando diventa vittima della tendenza di ridurre i costi del lavoro con i tagli del personale.

Così accade che si registra "la chiusura di 18 ospedali e il licenziamento di 3000 addetti alla salute dei cittadini pugliesi", come è stato dichiarato dal Comitato Sanitari Precari Altamurani. Una delle tante carte giocate è stata una protesta, organizzata ieri e che ha visto la partecipazione di oltre cinquecento lavoratori pugliesi precari davanti al Cto a Bari. Tra questi anche altamurani.

E' stata proposta una proroga del contratto di lavoro che ha scadenza giovedì 31 marzo. Era stato chiesto anche un incontro con il direttore generale Asl di Bari, Nicola Pansini. Respinto. "Per impegni istituzionali". Suonerà bene quest'espressione alle orecchie di chi vede la propria vita lavorativa appesa ad un labile filo. I manifestanti si sono spostati presso l'assessorato, occupandolo simbolicamente, in attesa di avere un confronto con Tommaso Fiore, assessore regionale alla Sanità.

Quanti cancelli dovranno ancora incontrare e superare i precari per avere risposte? Ogni singolo precario rappresenta tutti noi, è una lotta di tutti.