Una generazione di nostalgiche cavie

PON, piove sempre sul bagnato. Dubbi sui criteri di attribuzione dei progetti

lunedì 22 novembre 2010 08.30
A cura di Antonietta Tricarico
Il web, che è lo specchio dell'anima di questo strano tempo, è ciclicamente infestato da ondate di nostalgia degli anni '80: "Noi che facevamo a gara a chi masticava più big babol contemporaneamente"; "noi che abbiamo raccontato 1.500 volte la barzelletta del fantasma Formaggino"; "noi che abbiamo imparato presto la suprema arte del raccogliere punti e del collezionare figurine e non sapevamo che da grandi ci sarebbe servita a ben altri fini che vincere qualche superaccessoriata casetta o completare qualche interminabile album". A parlare così sono i nati nella fine degli anni '70, ma soprattutto i nati dei primi anni '80, che hanno dovuto raccogliere punti al liceo, i crediti per passare l'esame di stato; hanno dovuto raccogliere punti all'università, i mitici e fantomatici C.F.U, che rappresenterebbero la somma delle ore di studio a casa e in classe; e dopo la laurea hanno dovuto continuare a raccogliere punti per graduatorie e collezionare attestati, tutto questo passando da un lavoretto all'altro.

Una generazione di nostalgiche cavie: cavie, perché su di loro è stato sperimentato ogni genere di riforma scolastica, dalle elementari all'università; nostalgiche, perché spesso e volentieri si rifugiano nel meraviglioso mondo dei cartoni animati e delle merendine della loro infanzia, dando per un momento un calcio a tutto il resto. Una generazione a cui non è concesso un attimo di scoramento, perché, al primo accenno di cedimento emotivo, sbuca dal'angolo, come attratto da sensi soprannaturali, l'adulto di turno a ricordare - alla tua età avevo già tre figli e una casa a cui badare -. Ma l'adulto di turno, bravo moralizzatore a parole, trova un po' più di difficoltà quando si tratta di agire moralmente, di cedere spazio a una generazione che sta bruciando le sue migliori energie in una interminabile raccolta punti e trova ostacoli anche in questo. Il caso dei PON è molto indicativo in tal senso, tralasciando l'aspetto economico, anche i PON danno punti, e danno soprattutto esperienza, che è ciò che conta davvero, ma, puntualmente sono affidati a chi di punti non ha bisogno, né di fare esperienza.

Ricordiamo che poco più di un mese fa si è parlato di una lettera aperta di alcuni docenti dell'IISS "Nervi- Galilei" di Altamura, che invitavano i loro colleghi a solidarizzare con i precari non appropriandosi di residui di orari di cattedra. A quanto pare i docenti di ruolo non fanno man bassa solo delle ore in più, che in alternativa verrebbero affidate ai precari, ma anche di PON. Infondo, nessuna legge lo vieta. Sono giunte alla Direzione Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia diverse segnalazioni di giovani laureati e precari, che hanno fatto domanda per PON, che puntualmente sono stati assegnati a docenti interni agli istituti. Ma le segnalazioni e le doglianze non si limitano solo a questo aspetto, numerose sono le "criticità emerse dai bandi", come si legge in una circolare che Ruggiero Francavilla, dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, ha diramato indirizzandola: ai Dirigenti delle Istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado della regione Puglia; ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali dell'USR Puglia; ai referenti dei Fondi Strutturali Europei degli Ambiti Territoriali dell'USR Puglia; e, infine, al MIUR.

Nella circolare si legge: "Giungono a questa Direzione Generale diverse segnalazioni e doglianze circa alcune criticità emerse dai bandi FSE di selezione degli esperti pubblicati dalle scuole. In particolare si segnala il ripetersi delle seguenti situazioni: diciture a insindacabile giudizio del GOP oppure non è ammesso alcun reclamo avverso la graduatoria degli esperti; scarso lasso di tempo per la presentazione delle istanze di partecipazione alla selezione; scarsa chiarezza circa le modalità di presentazione di reclami e ricorsi; non corretta indicazione dei compiti dell'esperto e dei tutor; impegni e compensi orari, onnicomprensivi, talune volte al di sotto delle soglie minime e massime previste dalle Linee Guida; genericità dei titoli e delle esperienze professionali richiesti ai candidati esperti, nonché non sufficiente trasparenza circa i criteri di valutazione dei curricula e conseguente attribuzione dei punteggi; eccessivo sbilanciamento nell'assegnazione di punteggi a favore del personale che opera all'interno della scuola; scarso equilibrio tra i punteggi attribuiti ai titoli culturali e quelli relativi a esperienze lavorative, ecc; eccessivo sbilanciamento del punteggio a favore del progetto di massima eventualmente richiesto all'esperto in fase di candidatura".

Sono diverse insomma le zone d'ombra riguardo il modo in cui vengono resi noti i bandi e le informazioni relative, riguardo la gestione e l'assegnazione di tali progetti; e, in un momento di crisi come questo, tutti, persino i più ricchi, si sentono depauperati e in diritto di arraffare quello che possono approfittando proprio di queste zone d'ombra. Nell'attesa che le istituzioni facciano luce, non si può che sperare che qualche perla di saggezza scivoli dalle parole alle azioni di qualche bravo moralizzatore.