Una coppia unita anche nell'amore per l'arte e per la poesia

Nicola Ostuni e Rosa Crapuzzi nel loro primo libro. "Poesia e Matite"

mercoledì 20 luglio 2011
A cura di Angela Colonna
Uniti nella vita e nell'amore per l'arte e per la poesia. Sono i coniugi Rosa Crapuzzi e Nicola Ostuni che presentano il loro primo lavoro, una raccolta di testi poetici dal titolo "Poesia e matite". Ogni componimento di Ostuni trova il riflesso in linee grafiche a firma di Rosa Crapuzzi, vincitrice del Premio Regionale "Strafeta" in Copertino (Lecce). Poesia del cuore e dei sogni con immagini dell'anima. Vari i temi affrontati nei versi: amore, odio, tradimento, infanzia, vecchiaia, natura.

"Tra le pagine di questo libro,- afferma l'autore - in maniera semplice, ma reale si legano e si rincorrono emozioni, sintetizzate in frasi e tratti di penna. La libertà dell'uomo, insieme o contro quella della natura, il valore dei ricordi nelle persone che amiamo,l'amicizia e i grandi amori, forti o fragili allo stesso tempo, l'Amore Supremo e consolatore di Dio".

Poesia e immagini è un binomio che si ritrova nelle pagine del Fedro di Platone. Il filosofo afferma che qualora la verità fosse trasparente nelle parole dell'uomo, come lo è la bellezza nelle immagini di tutte le forme belle, essa susciterebbe "terribili amori". All'uomo spetta abbeverarsi di quella saggezza-verità che traspare solo nella poesia e, seppur in misura minore, nelle immagini dell'arte figurativa. «Per noi – scrive Platone nel Fedro - la vista è la più acuta delle sensazioni che riceviamo mediante il corpo. Ma con essa non si vede la Saggezza, perché, giungendo alla vista, essa susciterebbe terribili amori se offrisse una qualche immagine di sé, né si vedono tutte le altre realtà che sono degne d'amore. Ora, invece, solo la Bellezza ricevette questa sorte di essere ciò che è più manifesto e più amabile».

E la saggezza-verità che traluce nei versi di Ostuni appartiene al nostro quotidiano, si veste di tangibilità e di ricordi. La raccolta termina con un doppio omaggio, uno al "grande sovrano della pace e delle scienze", Federico II di Svevia, l'altro alla nostra città con il testo "Altamura, cuore di pane".

In basso, una delle poesie del volume.

"Corri Bambino"

Corri, corri, mio bambino,
ormai l'onda è vicino, lascia tutto e corri.
Presto, più in alto che puoi, afferra i suoi rami
E abbraccia il suo tronco come fosse il tuo papà.
Intorno solo morte, dolore e madri in lacrime.
La tragedia di questa intera umanità,
che tutta la Scienza non eviterà
dalla sua mala sorte, la povertà.