Un valore aggiunto per la filiera del latte
La mozzarella di Gioia è Dop. Anche Altamura nell'area di produzione
giovedì 10 dicembre 2020
13.16
Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 9 dicembre, diviene definitivo il regolamento di esecuzione per l'iscrizione nel registro delle denominazioni di origine protetta e delle indicazioni geografiche protette della DOP "Mozzarella di Gioia del Colle". La categoria è quella dei formaggi e la registrazione indica il prodotto con questa dicitura: "La Mozzarella di Gioia del Colle DOP è un formaggio fresco a pasta filata prodotto da solo latte intero di vacca addizionato di siero innesto".
Anche il territorio di Altamura rientra nell'area di produzione della "Mozzarella di Gioia del Colle DOP". Il territorio di produzione comprende alcuni Comuni delle province di Bari (Acquaviva delle Fonti, Alberobello, Altamura, Casamassima, Cassano delle Murge, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Gravina di Puglia, Locorotondo, Monopoli, Noci Putignano, Sammichele di Bari, Santeramo in Colle, Turi) e di Taranto (Castellaneta, Crispiano, Martina Franca, Massafra e Mottola).
Il raggiungimento dell'obiettivo è stato rallentato da una serie di rilievi presentati da altri Stati. "Dopo un lungo e non semplice iter, che ho seguito passo dopo passo cercando di fare la mia parte per superarne le difficoltà, la mozzarella di Gioia del Colle è finalmente e ufficialmente DOP! – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L'Abbate – Questa eccellenza del patrimonio gastronomico e culturale pugliese ed italiano viene finalmente riconosciuta e tutelata! Ai promotori vanno i miei auguri e invito tutti noi a rimboccarci le maniche per valorizzare nel mondo questo prodotto d'eccellenza che, se ben veicolato e commercializzato, potrà garantire un reddito maggiore anche ai nostri allevatori".
Si tratta della 311esima denominazione italiana registrata e, nel suo iter di approvazione, ha dovuto superare dapprima alcune resistenze interne e, poi, alcuni rilievi provenienti da Germania e Stati Uniti.
La Dop è un punto di arrivo ma pure un nuovo avvio. Quale marchio di origine e di identità di un territorio, può essere una nuova opportunità di sviluppo della filiera lattiero-casearia, a patto che tutte le componenti della filiera siano concordi nell'orientare le scelte sempre nella stessa direzione. Solo in questo modo una denominazione di origine protetta può fare schiudere grandi potenzialità per acquisire nuovi mercati e consumatori.
Anche il territorio di Altamura rientra nell'area di produzione della "Mozzarella di Gioia del Colle DOP". Il territorio di produzione comprende alcuni Comuni delle province di Bari (Acquaviva delle Fonti, Alberobello, Altamura, Casamassima, Cassano delle Murge, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Gravina di Puglia, Locorotondo, Monopoli, Noci Putignano, Sammichele di Bari, Santeramo in Colle, Turi) e di Taranto (Castellaneta, Crispiano, Martina Franca, Massafra e Mottola).
Il raggiungimento dell'obiettivo è stato rallentato da una serie di rilievi presentati da altri Stati. "Dopo un lungo e non semplice iter, che ho seguito passo dopo passo cercando di fare la mia parte per superarne le difficoltà, la mozzarella di Gioia del Colle è finalmente e ufficialmente DOP! – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L'Abbate – Questa eccellenza del patrimonio gastronomico e culturale pugliese ed italiano viene finalmente riconosciuta e tutelata! Ai promotori vanno i miei auguri e invito tutti noi a rimboccarci le maniche per valorizzare nel mondo questo prodotto d'eccellenza che, se ben veicolato e commercializzato, potrà garantire un reddito maggiore anche ai nostri allevatori".
Si tratta della 311esima denominazione italiana registrata e, nel suo iter di approvazione, ha dovuto superare dapprima alcune resistenze interne e, poi, alcuni rilievi provenienti da Germania e Stati Uniti.
La Dop è un punto di arrivo ma pure un nuovo avvio. Quale marchio di origine e di identità di un territorio, può essere una nuova opportunità di sviluppo della filiera lattiero-casearia, a patto che tutte le componenti della filiera siano concordi nell'orientare le scelte sempre nella stessa direzione. Solo in questo modo una denominazione di origine protetta può fare schiudere grandi potenzialità per acquisire nuovi mercati e consumatori.