Ucraina: rinviato il viaggio del vescovo Ricchiuti
La carovana della pace sarebbe andata a Odessa ma la guerra lo impedisce
martedì 12 luglio 2022
15.45
La terza carovana della pace diretta ad Odessa dal 14 al 18 luglio è stata rimandata a data da destinarsi. Per ragioni di sicurezza dopo i recenti attacchi alla città sul mar Nero. Per questa ragione non parte più per l'Ucraina il vescovo di Altamura, Gravina, Acquaviva Giovanni Ricchiuti che aveva deciso di unirsi all'iniziativa pacifista.
Odessa è la città sul mar Nero, strategica e fondamentale per le esportazioni di grano di cui l'Ucraina è uno dei maggiori produttori al mondo (soprattutto per il tenero). Lo sblocco del porto è al centro di negoziati internazionali ai massimi livelli perché lo stop ad oltranza rischia di provocare un'emergenza cibo mondiale.
Il vescovo aveva annunciato la disponibilità a partire, unendosi alla carovana della pace che è organizzata dalla rete nazionale "Stop the war now" di cui fanno parte 175 enti, movimenti, associazioni tra cui "Pax Christi" di cui Ricchiuti è presidente nazionale. Era prevista la partecipazione di 25 mezzi e un centinaio di persone con l'intenzione di "chiedere che venga riaperto il porto di Odessa, consentendo l'esportazione di grano, perché nessuno ha il diritto di far morire nessun altro di fame" e si vuole anche "portare aiuti umanitari indispensabili per la popolazione civile". Viene ribadito, in rappresentanza della società civile non violenta e pacifista, l'appello a proclamare immediatamente il cessate il fuoco, per dare spazio alla diplomazia internazionale e alle Nazioni Unite e per consentire alle organizzazioni umanitarie internazionali di intervenire.
Per Ricchiuti, partire sarebbe stata "una scelta importante - afferma Ricchiuti - che ci aiuta a non dimenticare e a non abituarci alla guerra e a fare sentire la nostra vicinanza alle vittime, chiedendo ai responsabili impegni concreti per la pace, non per una escalation della guerra".
Tutto rinviato.
Odessa è la città sul mar Nero, strategica e fondamentale per le esportazioni di grano di cui l'Ucraina è uno dei maggiori produttori al mondo (soprattutto per il tenero). Lo sblocco del porto è al centro di negoziati internazionali ai massimi livelli perché lo stop ad oltranza rischia di provocare un'emergenza cibo mondiale.
Il vescovo aveva annunciato la disponibilità a partire, unendosi alla carovana della pace che è organizzata dalla rete nazionale "Stop the war now" di cui fanno parte 175 enti, movimenti, associazioni tra cui "Pax Christi" di cui Ricchiuti è presidente nazionale. Era prevista la partecipazione di 25 mezzi e un centinaio di persone con l'intenzione di "chiedere che venga riaperto il porto di Odessa, consentendo l'esportazione di grano, perché nessuno ha il diritto di far morire nessun altro di fame" e si vuole anche "portare aiuti umanitari indispensabili per la popolazione civile". Viene ribadito, in rappresentanza della società civile non violenta e pacifista, l'appello a proclamare immediatamente il cessate il fuoco, per dare spazio alla diplomazia internazionale e alle Nazioni Unite e per consentire alle organizzazioni umanitarie internazionali di intervenire.
Per Ricchiuti, partire sarebbe stata "una scelta importante - afferma Ricchiuti - che ci aiuta a non dimenticare e a non abituarci alla guerra e a fare sentire la nostra vicinanza alle vittime, chiedendo ai responsabili impegni concreti per la pace, non per una escalation della guerra".
Tutto rinviato.