Uccise la figlia di tre mesi nel sonno, condannato a 16 anni
L'accusa aveva chiesto l'ergastolo per Giuseppe Difonzo
lunedì 11 marzo 2019
18.27
Niente ergastolo, bensì una condanna a sedici anni di reclusione. Questa la sentenza pronunciata in Corte d'Assise di Bari dove si è celebrato il processo in cui Giuseppe Difonzo, 31 anni, era imputato per aver ucciso la figlia che aveva soltanto tre mesi e mezzo, soffocandola nel sonno in un lettino di ospedale. Una vicenda terribile che ha scosso la città di Altamura e non solo.
L'accusa aveva chiesto la pena massima per omicidio volontario. Nella sentenza, invece, il reato contestato è l'omicidio preterintenzionale. Secondo i giudici, dunque, non ci fu volontarietà né premeditazione.
Difonzo era accusato di aver uccisa la figlia con azione meccanica, cioè per soffocamento, mentre era ricoverata in ospedale al "Giovanni XIII" di Bari nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2016. La piccola ha avuto una tristissima vita: per 67 giorni è stata in vari ospedali, sempre con problemi di respirazione. Per l'accusa imputabili sempre a Difonzo che è accusato anche di aver tentato due volte di uccidere la bambina. Questi due episodi, per i quali l'accusa addebitava il tentato omicidio, sono stati ritenuti "lesioni volontarie" dai giudici.
Una sentenza che è destinata a far discutere.
E' la seconda condanna per Difonzo, a cui sono stati già inflitti tre anni di reclusione per una violenza sessuale ai danni di una minorenne, figlia di un'amica della compagna di allora di Difonzo. Quest'ultima si è costituita parte civile nel processo per l'uccisione della figlia.
L'accusa aveva chiesto la pena massima per omicidio volontario. Nella sentenza, invece, il reato contestato è l'omicidio preterintenzionale. Secondo i giudici, dunque, non ci fu volontarietà né premeditazione.
Difonzo era accusato di aver uccisa la figlia con azione meccanica, cioè per soffocamento, mentre era ricoverata in ospedale al "Giovanni XIII" di Bari nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2016. La piccola ha avuto una tristissima vita: per 67 giorni è stata in vari ospedali, sempre con problemi di respirazione. Per l'accusa imputabili sempre a Difonzo che è accusato anche di aver tentato due volte di uccidere la bambina. Questi due episodi, per i quali l'accusa addebitava il tentato omicidio, sono stati ritenuti "lesioni volontarie" dai giudici.
Una sentenza che è destinata a far discutere.
E' la seconda condanna per Difonzo, a cui sono stati già inflitti tre anni di reclusione per una violenza sessuale ai danni di una minorenne, figlia di un'amica della compagna di allora di Difonzo. Quest'ultima si è costituita parte civile nel processo per l'uccisione della figlia.