Turismo ad Altamura, lettera della cooperativa Archè
«É ancora una mera utopia!». «Confusione e nient'altro»
venerdì 8 aprile 2011
15.20
Riceviamo e pubblichiamo una lettera della Cooperativa Archè sulla situazione del turismo ad Altamura:
Dopo circa dieci anni di impegno nella promozione e valorizzazione del territorio e nel tentativo di dare fruibilità ai beni monumentali e naturalistici dell'Alta Murgia, con immensi sacrifici e con molto lavoro di volontariato, siamo costretti a denunciare i grandi disagi, in notevole aumento negli ultimi anni, incontrati nell'espletare servizi utili per i visitatori della città e del territorio: la mancanza di un organismo di coordinamento che dia informazioni certe, univoche, concordanti e soprattutto, competenti; l'assenza di strutture di accoglienza per le varie tipologie di truismo - aule didattiche per laboratori, strutture congressuali e strutture ricettive adeguatamente capienti - ; l'assenza totale di cultura turistica; la mancanza di operatori formati e non "improvvisati"; la confusione creata con la divulgazione di numeri telefonici riferiti ad enti e a strutture singole non collegate e non coordinate fra loro; l'assenza di servizi igienici utilizzabili anche da donne e bambini; l'assenza di parcheggi controllati per bus turistici; la comunicazione e la pubblicizzazione riguardo siti "fantasma", dove non è possibile accedere e dove manca la fruibilità; l'assenza di aree attrezzate per camperisti. Tutte problematiche non affrontate a livello amministrativo.
Si continua a pubblicizzare l'utilizzazione di finanziamenti per il recupero di beni e siti (più volte ri-finanziati e ristrutturati) e lasciati all'incuria e al vandalismo (vedi Iesce, vedi Pulo, vedi Palazzo Baldassarre, siti rupestri, ecc.), senza una progettualità e una programmazione sulla loro destinazione turistica e culturale, che consenta ricadute positive sull'intera comunità sia a livello sociale che economico. Da anni chiediamo a codesta amministrazione l'istituzione di un tavolo di concertazione tra gli operatori della filiera turistica e le associazioni di categoria con lo scopo di affrontare in modo coordinato e con progettualità a lungo termine, le problematiche di un settore che potrebbe diventare volano dell'economia locale, così come solo paventato da molti politici in sede di campagna elettorale. Si continuano a "spacciare" per "Programmazione turistica" e "Marketing territoriale", in modo anacronistico, tornando indietro di vari decenni, sporadiche iniziative circoscritte a "rioni " e "claustri", assolutamente inidonei a dare visibilità al di fuori delle famose "mura" che circondano la città.
Si confonde "l'intrattenimento" e il "servizio sociale ricreativo" per pochi residenti con azioni di "marketing turistico". Vana è stata la proposta di intraprendere l'iter procedurale per l'ottenimento del riconoscimento di "città turistica" che avrebbe consentito agli esercenti commerciali una organizzazione più elastica della loro attività, senza parlare della possibilità di inserirsi in circuiti turistici promossi a livello istituzionale. Le iniziativa tanto acclamate riguardo gli interventi sui siti, le promozioni e i partnerariati, le convenzioni, non hanno riscontro in un monitoraggio, sistematico e credibile, delle ricadute concrete sull'economia territoriale, in modo da poter apportare i giusti correttivi alle azioni e iniziative finite nel "nulla". Si è solo creata una gran confusione che ha condotto ad un notevole calo di presenze e all'esclusione della nostra città dagli itinerari promossi e attuati dai tour operators, nazionali e non, e dalle mete ambite del turismo culturale. L'auspicio è che le misure di finanziamento comunitarie e regionali destinate alle infrastrutture necessarie per lo sviluppo del territorio non si utilizzino, come già accaduto in passato, per "scopi privatistici", per il beneficio di proprietari privati, tecnici progettisti e imprese.
Gli operatori e le organizzazioni culturali locali denunciano la necessità di essere coinvolti ed essere parte integrante di una progettualità che permetta a questo territorio finalmente di crescere e di venir fuori dai localismi in cui, negli ultimi anni, si è trincerata, nonostante le notevoli potenzialità in tutti i settori, che ancora rimangono "congelate".
Dopo circa dieci anni di impegno nella promozione e valorizzazione del territorio e nel tentativo di dare fruibilità ai beni monumentali e naturalistici dell'Alta Murgia, con immensi sacrifici e con molto lavoro di volontariato, siamo costretti a denunciare i grandi disagi, in notevole aumento negli ultimi anni, incontrati nell'espletare servizi utili per i visitatori della città e del territorio: la mancanza di un organismo di coordinamento che dia informazioni certe, univoche, concordanti e soprattutto, competenti; l'assenza di strutture di accoglienza per le varie tipologie di truismo - aule didattiche per laboratori, strutture congressuali e strutture ricettive adeguatamente capienti - ; l'assenza totale di cultura turistica; la mancanza di operatori formati e non "improvvisati"; la confusione creata con la divulgazione di numeri telefonici riferiti ad enti e a strutture singole non collegate e non coordinate fra loro; l'assenza di servizi igienici utilizzabili anche da donne e bambini; l'assenza di parcheggi controllati per bus turistici; la comunicazione e la pubblicizzazione riguardo siti "fantasma", dove non è possibile accedere e dove manca la fruibilità; l'assenza di aree attrezzate per camperisti. Tutte problematiche non affrontate a livello amministrativo.
Si continua a pubblicizzare l'utilizzazione di finanziamenti per il recupero di beni e siti (più volte ri-finanziati e ristrutturati) e lasciati all'incuria e al vandalismo (vedi Iesce, vedi Pulo, vedi Palazzo Baldassarre, siti rupestri, ecc.), senza una progettualità e una programmazione sulla loro destinazione turistica e culturale, che consenta ricadute positive sull'intera comunità sia a livello sociale che economico. Da anni chiediamo a codesta amministrazione l'istituzione di un tavolo di concertazione tra gli operatori della filiera turistica e le associazioni di categoria con lo scopo di affrontare in modo coordinato e con progettualità a lungo termine, le problematiche di un settore che potrebbe diventare volano dell'economia locale, così come solo paventato da molti politici in sede di campagna elettorale. Si continuano a "spacciare" per "Programmazione turistica" e "Marketing territoriale", in modo anacronistico, tornando indietro di vari decenni, sporadiche iniziative circoscritte a "rioni " e "claustri", assolutamente inidonei a dare visibilità al di fuori delle famose "mura" che circondano la città.
Si confonde "l'intrattenimento" e il "servizio sociale ricreativo" per pochi residenti con azioni di "marketing turistico". Vana è stata la proposta di intraprendere l'iter procedurale per l'ottenimento del riconoscimento di "città turistica" che avrebbe consentito agli esercenti commerciali una organizzazione più elastica della loro attività, senza parlare della possibilità di inserirsi in circuiti turistici promossi a livello istituzionale. Le iniziativa tanto acclamate riguardo gli interventi sui siti, le promozioni e i partnerariati, le convenzioni, non hanno riscontro in un monitoraggio, sistematico e credibile, delle ricadute concrete sull'economia territoriale, in modo da poter apportare i giusti correttivi alle azioni e iniziative finite nel "nulla". Si è solo creata una gran confusione che ha condotto ad un notevole calo di presenze e all'esclusione della nostra città dagli itinerari promossi e attuati dai tour operators, nazionali e non, e dalle mete ambite del turismo culturale. L'auspicio è che le misure di finanziamento comunitarie e regionali destinate alle infrastrutture necessarie per lo sviluppo del territorio non si utilizzino, come già accaduto in passato, per "scopi privatistici", per il beneficio di proprietari privati, tecnici progettisti e imprese.
Gli operatori e le organizzazioni culturali locali denunciano la necessità di essere coinvolti ed essere parte integrante di una progettualità che permetta a questo territorio finalmente di crescere e di venir fuori dai localismi in cui, negli ultimi anni, si è trincerata, nonostante le notevoli potenzialità in tutti i settori, che ancora rimangono "congelate".