Tra risate e riflessioni, il dialetto riscoperto grazie al teatro
Si è formato il gruppo amatoriale "Life". In scena al Mercadante
sabato 13 aprile 2024
19.45
In questi giorni, sul palcoscenico del Teatro Mercadante, è in scena il nuovo gruppo di teatro amatoriale "Life" che ha per scopo la riscoperta del dialetto altamurano, reso anche nella forma artistica della rappresentazione scenica. L'iniziativa scaturisce dall'attività dell'associazione "Cara Altamura, io ti voglio raccontare".
"U sughe de mamme" è il titolo della commedia in cui non mancano i momenti drammatici. Ambientata nel centro storico di Altamura, è interamente in dialetto altamurano e in parte anche gravinese. Storie d'altri tempi, di vita dura e faticosa, in cui le famiglie vivevano solo di agricoltura e pastorizia e i bambini delle famiglie più povere erano costretti, in tenerissima età, a lasciare le case per essere impiegati come pastorelli nelle campagne della Murgia: assolate e afose d'estate, rigide e inospitali d'inverno.
Testo e regia a cura di Piero Tubito. La commedia presenta dei momenti davvero esilaranti, soprattutto nei racconti resi nel dialetto puro (comprensibile anche se alcuni termini possono sfuggire) ma c'è spazio anche per la riflessione perché la vita nella miseria, spesso senza possibilità di mettere il piatto in tavola, era davvero dura.
Corale il gradimento del pubblico. Tutto il gruppo, senza velleità artistiche o sceniche, si è impegnato al massimo. Quindi a tutti il meritato applauso degli spettatori, senza distinzioni di ruoli. Le figure più intense e sfaccettate sono quelle femminili mentre le punte di divertimento si raggiungono nei racconti di campagna dei contadini.
Le prime quattro date (dall'11 al 14 aprile) sono andate molto bene come presenze in sala. Già previste altre due repliche a maggio.
"U sughe de mamme" è il titolo della commedia in cui non mancano i momenti drammatici. Ambientata nel centro storico di Altamura, è interamente in dialetto altamurano e in parte anche gravinese. Storie d'altri tempi, di vita dura e faticosa, in cui le famiglie vivevano solo di agricoltura e pastorizia e i bambini delle famiglie più povere erano costretti, in tenerissima età, a lasciare le case per essere impiegati come pastorelli nelle campagne della Murgia: assolate e afose d'estate, rigide e inospitali d'inverno.
Testo e regia a cura di Piero Tubito. La commedia presenta dei momenti davvero esilaranti, soprattutto nei racconti resi nel dialetto puro (comprensibile anche se alcuni termini possono sfuggire) ma c'è spazio anche per la riflessione perché la vita nella miseria, spesso senza possibilità di mettere il piatto in tavola, era davvero dura.
Corale il gradimento del pubblico. Tutto il gruppo, senza velleità artistiche o sceniche, si è impegnato al massimo. Quindi a tutti il meritato applauso degli spettatori, senza distinzioni di ruoli. Le figure più intense e sfaccettate sono quelle femminili mentre le punte di divertimento si raggiungono nei racconti di campagna dei contadini.
Le prime quattro date (dall'11 al 14 aprile) sono andate molto bene come presenze in sala. Già previste altre due repliche a maggio.