Tagli ai costi della politica, consiglieri della Regione Puglia chiedono “rimborso”

Pietro Pepe: «Non è morale rivendicare un risarcimento». Appelli, interventi e proposte

martedì 19 luglio 2011 15.36
Mentre si parla di tagli ai costi della politica, i consiglieri regionali possono chiedere il ricalcolo delle indennità percepite dal 2006 al 2010, rivendicando un "rimborso" del 10%, pari al taglio effettuato a partire dal 2006 sui loro stipendi. In base all'applicazione della legge Finanziaria, il Consiglio regionale pugliese decise all'unanimità, quell'anno, di ridurre del 10% le indennità dei propri componenti. La Corte costituzionale ha annullato tale norma perché ritenuta illegittima, lasciando ai consiglieri la libertà di chiedere la restituzione delle somme non percepite. Si parla di 5 milioni di euro da restituire, in totale, a circa 50 consiglieri della Regione Puglia. Nonostante il "mensile" dei politici sia fra i più alti in Italia, molti consiglieri regionali non si sono lasciati sfuggire l'occasione di chiedere il "rimborso". L'Ufficio di Presidenza della Regione Puglia, convocato dal presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, affronterà la questione lunedì prossimo.

Su tale comportamento non è d'accordo l'ex presidente del Consiglio regionale pugliese Pietro Pepe, che non chiederà alcun arretrato. «Non è morale rivendicare un risarcimento», afferma. «Anche all'epoca, quando decidemmo di tagliare le indennità, solo le persone più avvertite e sensibili dissero subito sì, e non erano tante». Per Pepe «sotto l'aspetto giuridico una sentenza la si può solo eseguire». L'auspicio è che «alla fine tutti "mollino l'osso". È impresentabile - aggiunge - in una fase come quella che sta vivendo ora il Paese, qualsiasi richiesta di risarcimento da parte del ceto politico». Secondo Pepe «occorre puntare al risparmio del Consiglio regionale e dell'attività politica per l'interesse generale. Resta alla sensibilità di ciascuno restituire quelle somme o destinarle a scopi sociali».

Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha, intanto, lanciato un appello a tutti i consiglieri in carica e agli ex consiglieri che abbiano rivendicato le somme non percepite affinché «facciano un atto unilaterale di rinuncia. Sarebbe un segno di sobrietà, di sensibilità istituzionale e di buona politica». Il Centrodestra della Regione Puglia ha chiesto a Vendola di mandar via gli assessori esterni dall'esecutivo e che già nella seduta del Consiglio regionale convocata per oggi pomeriggio venga messa in discussione la proposta dell'opposizione di ridurre il numero dei consiglieri regionali da 70 a 50.

Il Partito Democratico, come segnala il Pd di Altamura, ha presentato proposte ed attuato iniziative parlamentari sul tema dei costi della politica e delle riforme istituzionali. Fra queste, la riduzione dei numero dei parlamentari, la modifica della legge del 1965, che lega la retribuzione dei parlamentari a quella dei magistrati italiani, la revisione dei vitalizi dei parlamentari, riportandoli al sistema previdenziale in vigore per tutti gli altri cittadini iscritti all´Inps, la riduzione della spesa collegata agli immobili (affitti) «lavorando concretamente all'interno dei bilanci di Camera e Senato».

Insieme all'Idv e all'Udc, il Partito Democratico ha presentato diversi emendamenti alla manovra finanziaria puntando ad «alcune riforme capaci di dare un contributo importante al contenimento della spesa pubblica». Fra le proposte e le questioni messe in evidenza, l'accentramento dei Comuni più piccoli, l'accorpamento delle Province sotto i 500.000 abitanti, l'accorpamento delle Società che fanno capo ai Comuni, la totale incompatibilità dell´incarico dei parlamentari con qualsiasi altro incarico (sindaco, consigliere, presidente di provincia...), il taglio delle auto e dei voli blu, la reintroduzione del tetto alla retribuzione dei manager pubblici.