"Sul filo del ricordo", onore al cav. Giuseppe Calabrese

Un libro scritto dall'altamurano Gianni Mercadante

sabato 5 aprile 2014 16.45
Si è svolta lo scorso 30 marzo 2014, presso la sede dell'ex Gruppo Calabrese sito nella zona industriale di Bari, la presentazione del libro "Sul filo dei ricordi", dedicato alla figura del Cav. Giuseppe Calabrese, presidente dell'omonimo Gruppo Industriale, curato dal giornalista altamurano Giovanni Mercadante. Hanno relazionato due noti storiografi territoriali: Fedele Raguso, docente e collaboratore presso il Dipartimento di Filologia Romanza, Università degli Studi di Saarbruecken/Germania e Marisa D'Agostino, docente di Latino e Greco presso il Liceo Classico Cagnazzi di Altamura. E' intervenuto anche il prof. Pietro Pepe, già Presidente del Consiglio Regione Puglia. Ha moderato il giornalista, nonché ex dipendente, Orazio Chiechi.

Presenti centinaia di ex dipendenti che sono accorsi a commemorare la figura del loro presidente, Lorenzo e Enzo Calabrese (familiari del cavaliere), l'imprenditore altamurano Pietro Ninivaggi che ha accompagnato il Cav. Ciccio Binetti come testimone e fraterno amico del Cav. Calabrese.

L'autore traccia la storia della straordinaria figura dell'industriale barese scomparso nel 1998 con cui ha collaborato per circa vent'anni come interprete-traduttore personale interessandosi tra l'altro di ricerche di mercato per l'acquisizione di nuovi "know-how" industriali.

Gli anni 1970-80 sono il periodo più esaltante del Gruppo Calabrese, il cui parco tecnologico raggiunge il massimo della competitività. Un potenziale produttivo da far invidia alle grandi case di veicoli industriali: rimorchi, semirimorchi, ribaltabili, dumpers, cisterne carburanti e acque potabili; assali per i propri veicoli; cilindri oleodinamici per i ribaltabili; veicoli municipali, compattatori, spazzatrici, veicoli satelliti per la raccolta di rifiuti domestici nei centri storici, contenitori in lamiera zincata per rifiuti, spurgo-pozzi neri; stazioni di transfert, progetti chiavi in mano per discariche controllate e tanto altro ancora.

Un impero industriale cresciuto nel tempo sotto la spinta dinamica del suo condottiero. G. Mercadante nel suo libro ha esaltato le eccezionali doti imprenditoriali e il carisma umano del suo datore di lavoro. Una biografia caratterizzata su più piani. Come nelle leggende, il suo mito si infrange contro le avversità della natura umana. Primo fornitore di Gheddafi di veicoli industriali, subisce il blocco dei pagamenti a seguito dell'embargo disposto dalla NATO e dagli U.S.A. contro il paese libico.

E' il punto di non ritorno per il colosso industriale pugliese, forte di 4.500 dipendenti distribuiti tra le aziende satelliti operanti nell'area industriale di Bari e stabilimenti a Torino, Brescia, Tripoli (Libia), Spinazzola, nonché filiali a Napoli, Palermo, Francia, Germania. Un pachiderma industriale congelato dalla crisi economica, "cannibalizzata" dalle banche e da altri episodi contingentali.

Il prof. Fedele Raguso, ha tracciato il decalogo e l'identikit dell'imprenditore incuneandosi nelle trame psicologiche che animano di solito i capitani d'industria tra esperienze e sfide per l'ammodernamento degli impianti di produzione per essere competitivi sui mercati nazionale ed internazionale, facendo riferimento tra l'altro anche al pensiero filosofico dell'economista austriaco F. Schumpeter e spiegando che imprenditore è chi riesce a sintetizzare le tanti sorgenti dell'innovazione e le trasforma in impresa.

La prof.ssa Marisa D'Agostino, oltre alla sua dotta prefazione riportata nel libro, ha voluto approfondire con la sua relazione la "ratio" e la "humanitas" di questa nobile figura imprenditoriale, dotato di qualità e doti non comuni. Era un "gentleman" per la finezza del suo comportamento nel relazionarsi con i suoi dipendenti, con il mondo economico e con le istituzioni.

Il Presidente Pietro Pepe ha invece posto l'accento sul messaggio indicato dall'autore.

Nel 2008, in qualità di Presidente del Cons. Reg. della Puglia, il prof. P. Pepe sollecitò e sottoscrisse la richiesta di concessione della Laurea Honoris Causa al Rettore del Politecnico di Bari in Ingegneria Meccanica al Cav. Giuseppe Calabrese, per aver portato in alto il buon nome della Puglia, della Città di Bari e per aver dato lavoro a quasi 5 mila persone, per le migliaia di veicoli prodotti ed esportati in tutto il mondo e per aver depositato 38 brevetti.