Studiare l'alimentazione attraverso i documenti
La dieta mediterranea nel patrimonio dell'UNESCO. Ma un miliardo di persone soffre la fame...
giovedì 18 novembre 2010
11.24
Mentre la dieta mediterranea viene riconosciuta patrimonio dell'UNESCO, un miliardo di persone nel mondo soffre la fame. C'è chi può scegliere che cosa mangiare quotidianamente e chi, invece, non sa come nutrirsi. Un bisogno primario, quello della nutrizione. Come respirare, bere, dormire, sopravvivere. Un diritto che, però, non viene garantito a tutti. In occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, celebrata dalla FAO lo scorso 16 ottobre, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha promosso l'iniziativa "Il paesaggio agrario".
L'Associazione Turistica Pro Loco di Altamura, l'Archeoclub di Altamura e l'Associazione Centro di Studi normanno svevi di Bari - in collaborazione con la Soprintendenza archivistica per la Puglia e la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, e con patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Bari e del Comune di Altamura - hanno aderito al programma con una serie di eventi dal titolo "Il nero seme sul bianco campo. Documenti per lo studio del paesaggio agrario e la storia dell'alimentazione dell'Alta Murgia". Il primo appuntamento si è svolto il 15 novembre. Un incontro di studi che ha visto la presenza del sindaco di Altamura Mario Stacca, del consigliere regionale Michele Ventricelli, del consigliere Pro Loco Altamura Carlo Moramarco, del presidente dell'Associazione Centro di Studi normanno svevi Vincenzo Guarino, del presidente dell'Archeoclub Altamura Angelo Rubino. Ha preso la parola anche Pietro Pepe, delegato dell'Assessorato regionale alla Cultura nel consiglio di amministrazione del Centro di Studi normanno svevi e già presidente del Consiglio regionale della Puglia.
Diversi gli interventi dei relatori. Maria Carolina Nardella, soprintendente archivistico per la Puglia, si è soffermata sull'importanza della tutela degli archivi, dotati di una preziosa e ricca documentazione. Angela Muscedra, funzionario della Soprintendenza archivistica per la Puglia, ha posto l'accento sull'Archivio della Basilica di San Nicola a Bari, in cui sono conservate testimonianze cartacee e pergamenacee. Una parte dei documenti riguarda i pasti offerti ai pellegrini, di numero variabile a seconda della provenienza di ciascun ospite. Nelle parole di Donata Venturo, direttore del Museo nazionale archeologico di Altamura, un excursus sul modo di alimentarsi delle popolazioni antiche dal Paleolitico all'Età romana. La storia della nutrizione, infatti, va di pari passo con quella dell'evoluzione umana. I denti dell'uomo antico e l'esame dei resti scheletrici permettono di risalire alla sua alimentazione. Il primo cereale ad essere coltivato nel nostro territorio sembra sia stato il farro, ricchissimo di valori nutrizionali. Giuseppe Poli, docente di Storia moderna presso l'Università degli Studi di Bari, ha parlato della trasformazione del territorio ad opera dell'uomo e di un paesaggio agrario estremamente diversificato in Puglia.
L'incontro è stato coordinato da Damiana Santoro, vicepresidente della Pro Loco di Altamura. Per i prossimi appuntamenti, consultare l'articolo di riferimento.
L'Associazione Turistica Pro Loco di Altamura, l'Archeoclub di Altamura e l'Associazione Centro di Studi normanno svevi di Bari - in collaborazione con la Soprintendenza archivistica per la Puglia e la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, e con patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Bari e del Comune di Altamura - hanno aderito al programma con una serie di eventi dal titolo "Il nero seme sul bianco campo. Documenti per lo studio del paesaggio agrario e la storia dell'alimentazione dell'Alta Murgia". Il primo appuntamento si è svolto il 15 novembre. Un incontro di studi che ha visto la presenza del sindaco di Altamura Mario Stacca, del consigliere regionale Michele Ventricelli, del consigliere Pro Loco Altamura Carlo Moramarco, del presidente dell'Associazione Centro di Studi normanno svevi Vincenzo Guarino, del presidente dell'Archeoclub Altamura Angelo Rubino. Ha preso la parola anche Pietro Pepe, delegato dell'Assessorato regionale alla Cultura nel consiglio di amministrazione del Centro di Studi normanno svevi e già presidente del Consiglio regionale della Puglia.
Diversi gli interventi dei relatori. Maria Carolina Nardella, soprintendente archivistico per la Puglia, si è soffermata sull'importanza della tutela degli archivi, dotati di una preziosa e ricca documentazione. Angela Muscedra, funzionario della Soprintendenza archivistica per la Puglia, ha posto l'accento sull'Archivio della Basilica di San Nicola a Bari, in cui sono conservate testimonianze cartacee e pergamenacee. Una parte dei documenti riguarda i pasti offerti ai pellegrini, di numero variabile a seconda della provenienza di ciascun ospite. Nelle parole di Donata Venturo, direttore del Museo nazionale archeologico di Altamura, un excursus sul modo di alimentarsi delle popolazioni antiche dal Paleolitico all'Età romana. La storia della nutrizione, infatti, va di pari passo con quella dell'evoluzione umana. I denti dell'uomo antico e l'esame dei resti scheletrici permettono di risalire alla sua alimentazione. Il primo cereale ad essere coltivato nel nostro territorio sembra sia stato il farro, ricchissimo di valori nutrizionali. Giuseppe Poli, docente di Storia moderna presso l'Università degli Studi di Bari, ha parlato della trasformazione del territorio ad opera dell'uomo e di un paesaggio agrario estremamente diversificato in Puglia.
L'incontro è stato coordinato da Damiana Santoro, vicepresidente della Pro Loco di Altamura. Per i prossimi appuntamenti, consultare l'articolo di riferimento.