Stop agli sprechi alimentari

Un progetto di Expo è pronto a diventare legge

martedì 20 settembre 2016 9.52
La speranza è che anche i cittadini altamurani e i locali pubblici possano presto adeguarsi riducendo gli sprechi seguendo il principio alla base della lotta allo spreco alimentare che è diventata legge dello Stato.

A darne notizia è la Confconsumatori di Altamura dove il suo presidente, Michele Micunco, auspica che "anche ad Altamura si realizzi a pieno lo spirito della legge. Speriamo – continua Micunco - che la nostra comunità sappia rispondere in maniera positiva e lungi da qualunque forma di speculazione a questa vera e propria rivoluzione nel mondo del consumismo, a volte senza etica, e nello spirito di lotta contro gli sprechi che penalizzano migliaia di famiglie bisognose".
Dopo il primo sì della Camera a marzo scorso, nei giorni scorsi l'iter per l'approvazione de4lla legge contro gli sprechi è arrivato in Senato dove la discussione si è conclusa con 181 sì, due no e 16 astenuti.
"Questa norma è una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015. È una traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano. Un provvedimento che conferma l'Italia alla guida della lotta agli sprechi alimentari, che ancora oggi hanno proporzioni inaccettabili. Con questa legge ci avviciniamo sempre di più all'obiettivo di recuperare un milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro insostituibile degli enti caritativi".

Il provvedimento, che arriva a soli sei mesi di distanza rispetto a un'analoga legge francese, definisce per la prima volta nell'ordinamento italiano i termini di "eccedenza" e "spreco" alimentari, fa maggiore chiarezza tra il termine minimo di conservazione e la data di scadenza, e punta semplificare le procedure per la donazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità. Rispetto alla norma approvata in Francia, che si basa sulla penalizzazione, quella italiana punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica. Consente la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono in campo e la loro cessione a titolo gratuito. Dice in modo chiaro che il pane potrà essere donato nell'arco delle 24 ore dalla produzione. E, per ridurre gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, permette ai clienti l'asporto dei propri avanzi con la 'family bag'.

Non solo le onlus, inoltre, ma anche gli enti pubblici, potranno essere considerati "soggetti donatori". Si possono poi donare anche i cibi e farmaci con etichette sbagliate, purché le irregolarità non riguardino la data di scadenza del prodotto o l'indicazione di sostanze che provocano allergie e intolleranze. Non sarà poi richiesta la forma scritta per le donazioni gratuite di cibo, farmaci e altri prodotti e saranno coinvolte nella prevenzione dello spreco anche le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere. Infine più spazio alle cosiddette produzioni a 'chilometro zero', che dovranno essere promosse dal ministero delle Politiche agricole nel quadro di azioni mirate alla riduzione degli sprechi.
La Confconsumatori di Altamura calcola che se tutti i pubblici esercizi italiani mettessero a disposizione le loro eccedenze, con una media di 20 pasti al giorni, si potrebbero distribuire addirittura 7 milioni di pasti quotidianamente.

E' dunque tempo di cambiare rotta?