Sparatoria a Riccione, condannati i 3 gravinesi e l'altamurano
In manette dopo una rissa con un gruppo di napoletani
sabato 11 ottobre 2014
11.47
Sono stati condannati i quattro pugliesi accusati di essere gli artefici della sparatoria del 12 Luglio 2013 a Riccione ai danni di alcuni ragazzi campani. Un tragico evento che terrorizzò i turisti presenti in piazzale Azzarita e che portò i carabinieri ad arrestare, il giorno successivo, tutto il gruppo.
Cinque anni di patteggiamento per il 20enne Michele Conticchio, autore materiale del colpo, accusato di tentato omicidio, lesioni e detenzione e porto d'arma da fuoco. Il giovane rimarrà agli arresti domiciliari presso la sua abitazione a Gravina di Puglia con l'unico beneficio di uscire per andare a lavoro.
Rito abbreviato per gli altri tre componenti della gang, il 28enne Angelo Cornacchia anche lui di Gravina, l'altamurano Fabio Conticchio, di 24 anni, cugino di Michele, e Filippo Linzotti di Gravina. Cornacchia e Conticchio sono stati condannati a 2 anni di reclusione e, al momento, sono liberi mentre per Linzotti, accusato anche della detenzione della pistola, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi sempre con la sospensione della pena.
Secondo la ricostruzione dell'accusa, il gruppo di napoletani e quello dei pugliesi si sarebbero conosciuti nel corso della vacanza romagnola. La domenica sera i due gruppi avrebbero programmato una serata insieme in uno dei locali della costa ma, a causa di un guasto all'automobile, i napoletani sarebbero stati costretti a fermarsi mentre i pugliesi proseguivano senza offrire soccorso. Questo sarebbe stato il movente dell'appuntamento, il giorno successivo, presso piazzale Azzarita per il regolamento di conti tra le due fazioni in cui il giovane gravinese ha sparato il colpo di pistola che ha ferito il 20enne.
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Riceviamo e pubblichiamo
Quale difensore di fiducia di Conticchio Fabio e di Linzotti Filippo mi preme puntualizzare quanto accaduto in sede processuale al fine di ridimensionare, giustamente, i fatti contestati ai miei assistiti e al coimputato Cornacchia Angelo.
L'assunto accusatorio, all'esito del giudizio di primo grado, è risultato in gran parte infondato inducendo l' Organo giudicante ad assolvere i tre ragazzi da diversi dei capi d'accusa originariamente formulati con coessenziale riconoscimento di tutta una serie di circostanze attenuanti.
Il G.u.p. riminese ha esattamente storicizzato gli accadimenti affermando in sentenza come gli imputati abbiano reagito all'ingiusta provocazione diramata dal gruppo di napoletani i quali, già gravati da precedenti giudiziari, hanno dato origine ai fatti contestati minacciando e aggredendo fisicamente i giovani gravinesi.
Senza voler giustificare un gesto indubitabilmente grave appare tuttavia doveroso spiegare le ragioni fondanti e le circostanze fattuali in cui si innesta l'evento criminoso, da valutare alla luce delle condotte antigiuridiche addebitabili, in primis, ai facinorosi napoletani.
Avv.Lorenzo Vendola
Cinque anni di patteggiamento per il 20enne Michele Conticchio, autore materiale del colpo, accusato di tentato omicidio, lesioni e detenzione e porto d'arma da fuoco. Il giovane rimarrà agli arresti domiciliari presso la sua abitazione a Gravina di Puglia con l'unico beneficio di uscire per andare a lavoro.
Rito abbreviato per gli altri tre componenti della gang, il 28enne Angelo Cornacchia anche lui di Gravina, l'altamurano Fabio Conticchio, di 24 anni, cugino di Michele, e Filippo Linzotti di Gravina. Cornacchia e Conticchio sono stati condannati a 2 anni di reclusione e, al momento, sono liberi mentre per Linzotti, accusato anche della detenzione della pistola, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi sempre con la sospensione della pena.
Secondo la ricostruzione dell'accusa, il gruppo di napoletani e quello dei pugliesi si sarebbero conosciuti nel corso della vacanza romagnola. La domenica sera i due gruppi avrebbero programmato una serata insieme in uno dei locali della costa ma, a causa di un guasto all'automobile, i napoletani sarebbero stati costretti a fermarsi mentre i pugliesi proseguivano senza offrire soccorso. Questo sarebbe stato il movente dell'appuntamento, il giorno successivo, presso piazzale Azzarita per il regolamento di conti tra le due fazioni in cui il giovane gravinese ha sparato il colpo di pistola che ha ferito il 20enne.
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Riceviamo e pubblichiamo
Quale difensore di fiducia di Conticchio Fabio e di Linzotti Filippo mi preme puntualizzare quanto accaduto in sede processuale al fine di ridimensionare, giustamente, i fatti contestati ai miei assistiti e al coimputato Cornacchia Angelo.
L'assunto accusatorio, all'esito del giudizio di primo grado, è risultato in gran parte infondato inducendo l' Organo giudicante ad assolvere i tre ragazzi da diversi dei capi d'accusa originariamente formulati con coessenziale riconoscimento di tutta una serie di circostanze attenuanti.
Il G.u.p. riminese ha esattamente storicizzato gli accadimenti affermando in sentenza come gli imputati abbiano reagito all'ingiusta provocazione diramata dal gruppo di napoletani i quali, già gravati da precedenti giudiziari, hanno dato origine ai fatti contestati minacciando e aggredendo fisicamente i giovani gravinesi.
Senza voler giustificare un gesto indubitabilmente grave appare tuttavia doveroso spiegare le ragioni fondanti e le circostanze fattuali in cui si innesta l'evento criminoso, da valutare alla luce delle condotte antigiuridiche addebitabili, in primis, ai facinorosi napoletani.
Avv.Lorenzo Vendola