Sotto sotto, “Rivogliamo Yassine in Corso Federico II di Svevia”
Un “angolo dei tesori” molto apprezzato da ragazze e signore. La storia di un giovane che sogna di «fare l'insegnante»
venerdì 7 gennaio 2011
13.06
Si chiama Yassine Ayad ed ha compiuto 27 anni ad agosto. Nato a Casablanca, in Marocco, vive da sei anni ad Altamura insieme al padre e al fratello. I "frequentatori" di corso Federico II di Svevia non possono fare a meno di salutarlo. Il suo "angolo dei tesori" è ricco di orecchini, bracciali, collane, fermagli molto apprezzati da ragazze e signore. Qualche mese fa era possibile incontrarlo pochi passi prima della Cattedrale. Ogni giorno sistemava qui la sua bancarella, diventata un vero e proprio luogo di ritrovo per le giovani altamurane, ma anche per chi voleva semplicemente chiacchierare un po'. Poi sono iniziati i problemi, dovuti probabilmente alla "concorrenza" nei confronti dei vicini esercizi commerciali. E così Yassine si è spostato nei pressi di Porta Bari. La soluzione non è piaciuta alle acquirenti, che hanno costituto su Facebook il gruppo Rivogliamo Yassine in Corso Federico II ad Altamura, avviando anche una raccolta firme.
«I vigili mi hanno detto più volte di chiudere - spiega - e sono rimasto fermo per circa tre settimane. Poi, con il Natale, avevo bisogno di lavorare anche per recuperare i giorni persi, così mi sono sistemato a Porta Bari. Ho parlato con il Sindaco - continua - è stato molto umano, ha capito la situazione».
Yassine si è trasferito ad Altamura per motivi di studio. Frequenta la facoltà di lingue dell'Università di Bari, dove sta imparando l'inglese, il francese e lo spagnolo. Il suo sogno nel cassetto è «insegnare». Con l'attività che svolge si paga gli studi, ma per farcela deve «lavorare continuamente».
Dedica la mattinata ai libri, il pomeriggio al lavoro. Comincia alle 17 circa, ma gli orari di "chiusura" variano a seconda delle stagioni. In estate anche alle 22.30, in inverno alle 21.30.
«Qualche anno fa in corso Federico II c'era mio padre, io lo accompagnavo ed intanto ho conosciuto tantissime persone». Così Yassine ha deciso di "mettersi in proprio". Il fratello lavora in via Corato, dove ha una sua bancarella. «Ad Altamura sto bene - dice - gli altamurani sono bravi, ma se trovassi un'opportunità in Marocco ritornerei lì, dopotutto è casa mia».
Parla delle tante amicizie fatte in questi anni e, sorridendo, racconta delle richieste di orecchini e di bracciali che gli arrivano da Facebook. Fra le sue acquirenti, si contano anche le «mogli dei Vigili». Riferisce le parole di una signora incontrata durante le festività natalizie, Io da te non ho mai comprato niente, ma da quando non ci sei si sente che nel Corso manca qualcosa. E Yassine adora corso Federico II di Svevia, ma anche il pane di Altamura, di cui non può fare più a meno. Tanto da portarlo in Marocco quando va a trovare la madre: «Nel mio primo giorno ad Altamura ho mangiato il pane ed aveva un sapore un po' strano, rientrando in Marocco non riuscivo più a mangiare il pane del mio paese».
Yassine fa parte anche di una associazione locale, L'Altra faccia dell'Africa, dove si impegna in attività di volontariato e di solidarietà.
«I vigili mi hanno detto più volte di chiudere - spiega - e sono rimasto fermo per circa tre settimane. Poi, con il Natale, avevo bisogno di lavorare anche per recuperare i giorni persi, così mi sono sistemato a Porta Bari. Ho parlato con il Sindaco - continua - è stato molto umano, ha capito la situazione».
Yassine si è trasferito ad Altamura per motivi di studio. Frequenta la facoltà di lingue dell'Università di Bari, dove sta imparando l'inglese, il francese e lo spagnolo. Il suo sogno nel cassetto è «insegnare». Con l'attività che svolge si paga gli studi, ma per farcela deve «lavorare continuamente».
Dedica la mattinata ai libri, il pomeriggio al lavoro. Comincia alle 17 circa, ma gli orari di "chiusura" variano a seconda delle stagioni. In estate anche alle 22.30, in inverno alle 21.30.
«Qualche anno fa in corso Federico II c'era mio padre, io lo accompagnavo ed intanto ho conosciuto tantissime persone». Così Yassine ha deciso di "mettersi in proprio". Il fratello lavora in via Corato, dove ha una sua bancarella. «Ad Altamura sto bene - dice - gli altamurani sono bravi, ma se trovassi un'opportunità in Marocco ritornerei lì, dopotutto è casa mia».
Parla delle tante amicizie fatte in questi anni e, sorridendo, racconta delle richieste di orecchini e di bracciali che gli arrivano da Facebook. Fra le sue acquirenti, si contano anche le «mogli dei Vigili». Riferisce le parole di una signora incontrata durante le festività natalizie, Io da te non ho mai comprato niente, ma da quando non ci sei si sente che nel Corso manca qualcosa. E Yassine adora corso Federico II di Svevia, ma anche il pane di Altamura, di cui non può fare più a meno. Tanto da portarlo in Marocco quando va a trovare la madre: «Nel mio primo giorno ad Altamura ho mangiato il pane ed aveva un sapore un po' strano, rientrando in Marocco non riuscivo più a mangiare il pane del mio paese».
Yassine fa parte anche di una associazione locale, L'Altra faccia dell'Africa, dove si impegna in attività di volontariato e di solidarietà.