Soffocò la figlia di tre mesi, condannato all'ergastolo
Per omicidio volontario. In appello ribaltata la sentenza in primo grado a 16 anni
mercoledì 9 settembre 2020
18.11
Per l'uccisione della figlia di soli tre mesi è stato condannato all'ergastolo Giuseppe Difonzo, di Altamura. La sentenza è stata emessa oggi dalla Corte d'assise di appello di Bari.
Tristissima l'esistenza della piccola, nata a ottobre del 2015 e uccisa nella notte tra il 12 e il 13 febbraio del 2016, mentre era in un letto di ospedale al pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Pena più severa rispetto ai 16 anni inflitti in primo grado per omicidio preterintenzionale, sentenza a cui ha fatto ricorso la Procura di Bari.
Per la corte d'assise d'appello Difonzo è responsabile di omicidio volontario premeditato e di due tentati omicidi. Accolta, quindi, la tesi dell'accusa: secondo la Procura, Difonzo uccise la figlia con azione meccanica, cioè per soffocamento, mentre era ricoverata. La piccola ha avuto una tristissima esistenza, trascorsa quasi interamente negli ospedali, sempre con problemi di respirazione. Per l'accusa i ricoveri sono imputabili tutti a Difonzo che è accusato di aver tentato due volte di uccidere la figlia.
Nel giudizio era costituita come parte civile la madre della bambina. Per lei era stata inaccettabile la sentenza di primo grado in cui il tribunale aveva rilevato la mancanza di volontà del padre di uccidere la piccola. I giudici di appello sono stati di altro avviso, condannando Difonzo all'ergastolo.
Tristissima l'esistenza della piccola, nata a ottobre del 2015 e uccisa nella notte tra il 12 e il 13 febbraio del 2016, mentre era in un letto di ospedale al pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Pena più severa rispetto ai 16 anni inflitti in primo grado per omicidio preterintenzionale, sentenza a cui ha fatto ricorso la Procura di Bari.
Per la corte d'assise d'appello Difonzo è responsabile di omicidio volontario premeditato e di due tentati omicidi. Accolta, quindi, la tesi dell'accusa: secondo la Procura, Difonzo uccise la figlia con azione meccanica, cioè per soffocamento, mentre era ricoverata. La piccola ha avuto una tristissima esistenza, trascorsa quasi interamente negli ospedali, sempre con problemi di respirazione. Per l'accusa i ricoveri sono imputabili tutti a Difonzo che è accusato di aver tentato due volte di uccidere la figlia.
Nel giudizio era costituita come parte civile la madre della bambina. Per lei era stata inaccettabile la sentenza di primo grado in cui il tribunale aveva rilevato la mancanza di volontà del padre di uccidere la piccola. I giudici di appello sono stati di altro avviso, condannando Difonzo all'ergastolo.