Società altamurana investe nel brindisino
La Digos avvia delle verifiche. Il progetto prevede il recupero della masseria Badessa
martedì 18 maggio 2010
11.03
Il 7 ottobre 2009, la Società Mediterranea Turistica Tancredè, con sede in Altamura, aveva presentato, presso il Protocollo generale del Comune di Brindisi, l'istanza diretta all'ottenimento del provvedimento unico per la realizzazione del restauro conservativo e della ristrutturazione della Masseria "Badessa", sita in Contrada Serranova (Brindisi). Il progetto, che ha creato polemiche tra maggioranza e opposizione del Comune di Brindisi, prevedeva la riconversione turistica della masseria in ricettività alberghiera a quattro stelle con disponibilità di master suite, junior suite, stanze superior, ristorante, biblioteca, bar, piscina, campi da tennis, campo da golf, centro benessere, piscina coperta, struttura congressuale e Campeggio nelle aree limitrofe ma separate dalla masseria (con 540 piazzole per camper e roulette, servizi igienici autonomi per piazzola di sosta, impianti sportivi, ristorante self service, market bar e anfiteatro).
In particolare, secondo il progetto, alla struttura, già esistente, ne sarà affiancata un'altra su due livelli che ospiterà 300 camere, una beauty farm, anfiteatro, centro congressi. Un'intera zona, compresa nei 20 ettari di terreno, lontana dal resort, sarà invece dedicata al campeggio. Tutto il complesso, inoltre, è quasi confinante con la zona protetta di Torre Guaceto. Favorevole, a questo proposito, il parere del Ministero per le attività culturali, che non riterebbe necessario sottoporre il progetto a Valutazione d'impatto ambientale.
La Masseria è ubicata in zona agricola, dunque, affinché il progetto possa essere realizzato, occorre apportare una "variante" al Piano regolatore. Il progetto, infatti, in contrasto con lo strumento urbanistico - ricadendo in zona agricola - è stato rigettato dallo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Brindisi in data 28 ottobre 2008.
In via preliminare, il responsabile del procedimento ha chiesto ed ottenuto il parere favorevole inerente la conformità del progetto in parola all'indirizzo programmatico dell' Amministrazione brindisina che, con nota del 28 gennaio 2009 a firma dell'assessore alla Programmazione Economica pro-tempore, riteneva "l'intervento meritevole di considerazione trattandosi di recupero di una struttura esistente ad alta valenza storica ed in linea con le direttive programmatiche regionali di recupero, in ciò garantendo l'ammissibilità della pratica alla procedura di conferenza di servizi ai sensi dell'art.5 del DPR 447/98 e s.m. e i., le quali determinazioni costituiranno proposta di variante, sulla quale dovrà comunque pronunciarsi, tenuto conto delle osservazioni, proposte e opposizioni degli aventi diritto, definitivamente entro sessanta giorni il Consiglio Comunale".
La stessa variante ha ottenuto, in data 8 febbraio 2010, il parere favorevole del Settore Urbanistica della Regione Puglia. Lo scorso 8 marzo, la variante al piano urbanistico di Brindisi, necessaria per il rilascio delle autorizzazioni alla società altamurana, è stata approvata dalla Conferenza dei Servizi, a cui hanno preso parte Comune, Provincia e Asl di Brindisi insieme a Regione, Arpa e Soprintendenza.
È notizia degli ultimi giorni che gli agenti della Digos (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali) hanno chiesto copia del progetto da quindici milioni di euro per condurre delle verifiche.
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In particolare, secondo il progetto, alla struttura, già esistente, ne sarà affiancata un'altra su due livelli che ospiterà 300 camere, una beauty farm, anfiteatro, centro congressi. Un'intera zona, compresa nei 20 ettari di terreno, lontana dal resort, sarà invece dedicata al campeggio. Tutto il complesso, inoltre, è quasi confinante con la zona protetta di Torre Guaceto. Favorevole, a questo proposito, il parere del Ministero per le attività culturali, che non riterebbe necessario sottoporre il progetto a Valutazione d'impatto ambientale.
La Masseria è ubicata in zona agricola, dunque, affinché il progetto possa essere realizzato, occorre apportare una "variante" al Piano regolatore. Il progetto, infatti, in contrasto con lo strumento urbanistico - ricadendo in zona agricola - è stato rigettato dallo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Brindisi in data 28 ottobre 2008.
In via preliminare, il responsabile del procedimento ha chiesto ed ottenuto il parere favorevole inerente la conformità del progetto in parola all'indirizzo programmatico dell' Amministrazione brindisina che, con nota del 28 gennaio 2009 a firma dell'assessore alla Programmazione Economica pro-tempore, riteneva "l'intervento meritevole di considerazione trattandosi di recupero di una struttura esistente ad alta valenza storica ed in linea con le direttive programmatiche regionali di recupero, in ciò garantendo l'ammissibilità della pratica alla procedura di conferenza di servizi ai sensi dell'art.5 del DPR 447/98 e s.m. e i., le quali determinazioni costituiranno proposta di variante, sulla quale dovrà comunque pronunciarsi, tenuto conto delle osservazioni, proposte e opposizioni degli aventi diritto, definitivamente entro sessanta giorni il Consiglio Comunale".
La stessa variante ha ottenuto, in data 8 febbraio 2010, il parere favorevole del Settore Urbanistica della Regione Puglia. Lo scorso 8 marzo, la variante al piano urbanistico di Brindisi, necessaria per il rilascio delle autorizzazioni alla società altamurana, è stata approvata dalla Conferenza dei Servizi, a cui hanno preso parte Comune, Provincia e Asl di Brindisi insieme a Regione, Arpa e Soprintendenza.
È notizia degli ultimi giorni che gli agenti della Digos (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali) hanno chiesto copia del progetto da quindici milioni di euro per condurre delle verifiche.
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