Si prepara un nuovo movimento politico culturale
Iniziativa parte da un gruppo di cittadini. Ecco i loro propositi
venerdì 25 marzo 2022
14.27
Il civismo politico si fa largo nella discussione cittadina. La formazione di un nuovo movimento politico culturale è l'iniziativa in fase di realizzazione da parte di un gruppo di cittadini. L'idea è partita da Antonio Tirelli, Erasmo Dicecca, Michele Moramarco e Rino Madalena che stanno coinvolgendo altre persone.
"Siamo un gruppo di professionisti, di studenti universitari, docenti, pensionati, operai, giovani cittadini - spiegano - dove la "giovinezza" non è solo ad appannaggio dell'età anagrafica, ma è uno stato d'animo che governa la voglia di fare qualcosa di rilevante per la nostra città, di diventare protagonisti e non più solo spettatori della nostra storia, impegnati a cambiare innanzitutto se stessi, recuperando la bellissima sensazione di sentirsi parte di una grande comunità".
Un movimento, a cui non è ancora stato dato un nome o un simbolo, ma che si basa su un linguaggio diverso della politica, a cominciare dal non fare promesse che non si possomo mantenere. "E' innegabile che chiunque parli in questo momento di attività politiche, di strategie risolutorie di problemi - dicono - usi slogan, promesse che in fondo sa di non poter mantenere, strumentalizzando a proprio vantaggio le situazioni di incertezza e di difficoltà che oggi giorno diventano più stringenti per la gente comune. E' innegabile inoltre, che chiunque voglia il meglio per la propria città, inizi a perseguirlo finché il meglio per la propria comunità non diventi un ostacolo al perseguire il meglio per se stessi, mettendo da parte la collettività e il benessere di tutti. Milioni di voci abbiamo ascoltato nel tempo, milioni di volte ci siamo illusi e abbiamo sperato che forse questa volta sarebbe stato diverso, ma puntualmente, le nostre speranze venivano disattese, da una rappresentanza politica distante dal mondo reale, che non conosce affatto le difficoltà che incontra oggi una ragazza madre, un pensionato, un giovane studente, un padre di famiglia. Milioni di volte ci siamo sentiti affascinare da progetti magniloquenti, idee e visioni che rimanevano soltanto parole, che alla fine hanno solo privilegiato gruppi di interesse e di potere.
"Anche noi stessi - dicono ancora - ci siamo lasciati cambiare nella nostra coscienza, dando per scontato che mai nulla possa migliorare; non scandalizzandoci più per la compravendita di voti, per la disonestà intellettuale di molti, accettando passivamente che sia normale dare prima importanza alla lottizzazione di un terreno privato piuttosto che alla realizzazione del verde pubblico. Si utilizza in continuazione la parola cambiamento, esclusivamente sulla carta, perché le decisioni che influenzano le nostre vite, vengono prese sempre e solo dalla stessa gente da anni, strumentalizzando anche la parola giovani, perché dove non possono comparire, lanciano ragazzi inesperti e poco competenti da poter facilmente controllare".
Nel concreto, il gruppo intende "elaborare una serie di progettualità che rispondano concretamente ai bisogni dei cittadini; cogliere le opportunità per le imprese e per il territorio, senza dimenticare il mondo del no profit; monitorare gli strumenti più immediati a disposizione, per soddisfare tali bisogni; ottimizzare le risorse esistenti; valutare in itinere ed ex post (durante e dopo), la gestione dell'attività amministrativa sia in termini economici sia in termini sociali, per poter sempre avere consapevolezza di un azione di governo aderente ai bisogni di tutti e non di qualcuno in particolare".
"Siamo un gruppo di professionisti, di studenti universitari, docenti, pensionati, operai, giovani cittadini - spiegano - dove la "giovinezza" non è solo ad appannaggio dell'età anagrafica, ma è uno stato d'animo che governa la voglia di fare qualcosa di rilevante per la nostra città, di diventare protagonisti e non più solo spettatori della nostra storia, impegnati a cambiare innanzitutto se stessi, recuperando la bellissima sensazione di sentirsi parte di una grande comunità".
Un movimento, a cui non è ancora stato dato un nome o un simbolo, ma che si basa su un linguaggio diverso della politica, a cominciare dal non fare promesse che non si possomo mantenere. "E' innegabile che chiunque parli in questo momento di attività politiche, di strategie risolutorie di problemi - dicono - usi slogan, promesse che in fondo sa di non poter mantenere, strumentalizzando a proprio vantaggio le situazioni di incertezza e di difficoltà che oggi giorno diventano più stringenti per la gente comune. E' innegabile inoltre, che chiunque voglia il meglio per la propria città, inizi a perseguirlo finché il meglio per la propria comunità non diventi un ostacolo al perseguire il meglio per se stessi, mettendo da parte la collettività e il benessere di tutti. Milioni di voci abbiamo ascoltato nel tempo, milioni di volte ci siamo illusi e abbiamo sperato che forse questa volta sarebbe stato diverso, ma puntualmente, le nostre speranze venivano disattese, da una rappresentanza politica distante dal mondo reale, che non conosce affatto le difficoltà che incontra oggi una ragazza madre, un pensionato, un giovane studente, un padre di famiglia. Milioni di volte ci siamo sentiti affascinare da progetti magniloquenti, idee e visioni che rimanevano soltanto parole, che alla fine hanno solo privilegiato gruppi di interesse e di potere.
"Anche noi stessi - dicono ancora - ci siamo lasciati cambiare nella nostra coscienza, dando per scontato che mai nulla possa migliorare; non scandalizzandoci più per la compravendita di voti, per la disonestà intellettuale di molti, accettando passivamente che sia normale dare prima importanza alla lottizzazione di un terreno privato piuttosto che alla realizzazione del verde pubblico. Si utilizza in continuazione la parola cambiamento, esclusivamente sulla carta, perché le decisioni che influenzano le nostre vite, vengono prese sempre e solo dalla stessa gente da anni, strumentalizzando anche la parola giovani, perché dove non possono comparire, lanciano ragazzi inesperti e poco competenti da poter facilmente controllare".
Nel concreto, il gruppo intende "elaborare una serie di progettualità che rispondano concretamente ai bisogni dei cittadini; cogliere le opportunità per le imprese e per il territorio, senza dimenticare il mondo del no profit; monitorare gli strumenti più immediati a disposizione, per soddisfare tali bisogni; ottimizzare le risorse esistenti; valutare in itinere ed ex post (durante e dopo), la gestione dell'attività amministrativa sia in termini economici sia in termini sociali, per poter sempre avere consapevolezza di un azione di governo aderente ai bisogni di tutti e non di qualcuno in particolare".