Sanità in Puglia: San Raffaele del monte Tabor e Ospedale della Murgia

Si esprime a riguardo il movimento La Destra. «Si è deciso di colpire le fasce più deboli: i malati e i precari»

lunedì 4 aprile 2011 12.17
Si torna a parlare dell'Ospedale della Murgia, a farlo è La Destra Altamura - sezione Giorgio Almirante nella persona del vice commissario, dott. ing. Donato Lorusso: «È notizia dei giorni scorsi che la fondazione San Raffaele del Monte Tabor versa in una situazione finanziaria disperata con circa 900 milioni di Euro di debiti e sarà pertanto costretta a dismettere tutte le proprie attività non ospedaliere per ripianare (in parte) i suoi debiti. Ricordiamo che suddetta fondazione è l'ente che ha ricevuto l'incarico dalla Giunta Vendola di realizzare a Taranto un ospedale pubblico-privato: il San Raffaele del Mediterraneo. A tal fine la Regione Puglia ha "donato" 120 milioni di Euro alla fondazione che di suo dovrebbe reperire altri 90 milioni di Euro tramite un leasing in costruendo trentennale».

«Tralasciando l'incomprensibilità di una donazione di 120 milioni di Euro per realizzare un ospedale pubblico-privato in una città che ne ha due pubblici», continua, «(e che verranno chiusi una volta il San Raffaele vedrà la luce rendendo la provincia di Taranto la provincia con la più alta percentuale di sanità privata d'Italia) - operazione criticata addirittura da Gino Strada, fondatore di Emergency - ; tralasciando che in Puglia, a causa di un debito superiore a 500 milioni di Euro, sono stati chiusi 18 ospedali pubblici e oggi lavorano per il loro ultimo giorno quasi oltre 3000 medici ed infermieri precari; tralasciando il fatto che, come sentenziato dal Consiglio di Stato (la massima Corte amministrativa), la fondazione non è un ente non profit e che quindi avrebbe dovuto sottostare alle regole dell'appalto, che non c'è stato; tralasciando che l'Ospedale della Murgia sicuramente non aprirà entro il 2011 a causa di ulteriori lavori necessari e per i quali non bastano i 10 milioni di Euro (che tra un passaggio e l'altro sono diventati meno di 9) stanziati dalla Giunta Vendola; tralasciando tutto questo noi de La Destra ci chiediamo in che modo la Fondazione San Raffalele del Monte Tabor reperirà i 90 milioni di Euro necessari? Come, se ha un passivo di 900 milioni di Euro?»

«Non pensa il Presidente Vendola che forse è il caso di annullare questo sciagurato finanziamento», si legge ancora nel comunicato, «non sono già troppe le ombre sulla sua gestione della sanità in Puglia? Non si potrebbero utilizzare quei fondi per terminare entro l'anno l'ospedale della Murgia? Una tirata d'orecchie se la meritano anche i partiti di opposizione cittadina che in un manifesto recente scaricano la responsabilità del piano di rientro al Governo Nazionale: è necessario chiarire che il Piano di rientro non nasce da un desiderio di vendetta del ministro Fitto o da chissà quale recondito motivo, ma dalla semplice necessità di pagare i debiti della sanità pugliese. Se un qualsiasi cittadino spende più di quanto incassa andando in rosso sul conto corrente e la sua banca gli chiede di rientrare è forse colpa della banca se il cittadino non ha avuto una gestione oculata delle proprie spese?»

«Bisogna anche dire», continua il dott. Lorusso, «che il piano di rientro non impone le modalità del rientro, che sono a totale discrezionalità della Regione, ma solo la somma totale da rientrare, che per inciso non basterà neanche a ripianare i debiti. Risultano ancora scoperti infatti circa 140.000.000 di euro di debiti per reperire i quali la Giunta Vendola già progetta di chiudere tra i 3 e i 10 ospedali (tra i quali quello di Gioia del Colle che si affiancherà ai già chiusi ospedali di Santeramo e di Gravina) oltre all'aumento dallo 0,9% all'1,4% (massima percentuale applicabile dalle regioni) l'Irpef che si affiancherà ai 15 centesimi a litro sulla benzina che da qualche mese paghiamo in più alla Regione, e forse tutto questo non basterà a scampare la sanità pugliese dalla vergogna del commissariamento, mandando in brandelli l'orgoglio del Governatore dell'unica regione del Sud Italia con la sanità non commissariata».

«Si sarebbe potuto intervenire in diversi modi», conclude il movimento, «a cominciare dal limitare gli sprechi e aumentando i controlli sulla spesa farmaceutica, e invece si è deciso di colpire le fasce più deboli: i malati e i precari. La Puglia di Vendola ha sforato per ben tre anni il patto di stabilità, generando una marea di debiti a causa di una gestione della sanità clientelistica ed affaristica. È stato forse Fitto a nominare assessore della sanità l'On. Tedesco che se ora non è agli arresti è solo perché il PD l'ha portata in Parlamento? Alla fin fine per la sinistra, anche se governa da 6 anni, è sempre colpa degli altri, tanto poi sono i più deboli a pagare il conto».