Sanità, il Comitato S.p.A. interpella i legali
Domani previsto sit-in presso il Palazzo della Regione. Cirasole: «I precari vengono sfruttati»
lunedì 14 marzo 2011
09.00
La lotta dei sanitari precari non si placa. Scendono di nuovo in piazza per avanzare le loro richieste. È previsto per domani, nei pressi del Palazzo della Regione Puglia, un sit-in di medici, psicologi, terapisti, dietiste e tecnici precari delle Asl che chiedono «il pieno rispetto delle leggi».
«Le ultime sentenze della Corte Costituzionale - riporta una nota scritta dal presidente del comitato S.p.A Domenico Cirasole - ribadiscono il principio dell'accesso alla Pubblica Amministrazione unicamente per concorso, oltre a confermare la volontà del ministro Raffaele Fitto di applicare solo in Puglia il blocco del turn-over in sanità, derogato dallo stesso in tutte le altre regioni. Dette sentenze non smontano il principio della 368/01, che sanziona gli enti (privati e pubblici) a non abusare-sfruttare i lavoratori con contratti a termine. Le sentenze ultime non cancellano la legge 368/01 e i CCNL del comparto della sanità».
«Le Asl - continua - e le Aziende da anni in affanno, con piante organiche non aggiornate, sopravvivono, in mancanza di concorsi, da più decenni solo grazie al continuo sfruttamento di lavoratori con contratti a termine, e costantemente raggirano la legge e i limiti da essa imposti (massimo delle proroghe concesso è di 36 mesi), mandando a casa il personale pochi giorni prima dello scadere dei limiti imposti. Le Asl e le Aziende da anni raggirano la legge e sfruttano il lavoro di professionisti precari, licenziando, non concedendo proroghe, trasformando i contratti da tempo determinato in Co.Co.Co., ovvero in Co.Co.Pro., o, peggio ancora, imponendo ai medici e agli infermieri di lavorare nelle stesse Asl attraverso cooperative o società interinali».
Il Comitato Sanitari Precari Altamurani chiede alle Forze politiche la concessione «a tutto il personale (anche a quello che da più di 36 mesi à alle dipendenze delle Asl-Aziende) proroghe lunghe tanto da superare il blocco del turn-over (imposto a livello nazionale per il 2011-2013) ed inserito nel piano di rientro-riordino regionale. Detto personale medico ed infermieristico ricopre posti vacanti e non semplici sostituzioni di malattia e gravidanza. Noi riteniamo che la cronica carenza di personale nelle Asl non possa essere continuamente raggirata licenziando i sanitari precari».
Intanto il Comitato S.p.A. ha dato mandato ad uno studio legale di ricorrere alle autorità giudiziarie competenti «affinché venga riconosciuto, ai professionisti della sanità (infermieri, terapisti, tecnici, dietiste, ecc), dipendenti da anni della Asl di Bari e dell'Azienda Policlinico di Bari, il diritto alla continuità lavorativa, come imposto dalla 368/01». La strategia difensiva dello studio legale incaricato dal Comitato S.p.A. prevede inizialmente un "tentativo obbligatorio di conciliazione" dinnanzi alla Commissione provinciale del lavoro, come imposto dagli art. 69 D. Lgs 29/93 e art. 31 del D.lgs 80/98, al fine di interrompere eventuali termini di prescrizioni. Detto tentativo di conciliazione è necessario e propedeutico alla successiva fase di giudizio.
«Le ultime sentenze della Corte Costituzionale - riporta una nota scritta dal presidente del comitato S.p.A Domenico Cirasole - ribadiscono il principio dell'accesso alla Pubblica Amministrazione unicamente per concorso, oltre a confermare la volontà del ministro Raffaele Fitto di applicare solo in Puglia il blocco del turn-over in sanità, derogato dallo stesso in tutte le altre regioni. Dette sentenze non smontano il principio della 368/01, che sanziona gli enti (privati e pubblici) a non abusare-sfruttare i lavoratori con contratti a termine. Le sentenze ultime non cancellano la legge 368/01 e i CCNL del comparto della sanità».
«Le Asl - continua - e le Aziende da anni in affanno, con piante organiche non aggiornate, sopravvivono, in mancanza di concorsi, da più decenni solo grazie al continuo sfruttamento di lavoratori con contratti a termine, e costantemente raggirano la legge e i limiti da essa imposti (massimo delle proroghe concesso è di 36 mesi), mandando a casa il personale pochi giorni prima dello scadere dei limiti imposti. Le Asl e le Aziende da anni raggirano la legge e sfruttano il lavoro di professionisti precari, licenziando, non concedendo proroghe, trasformando i contratti da tempo determinato in Co.Co.Co., ovvero in Co.Co.Pro., o, peggio ancora, imponendo ai medici e agli infermieri di lavorare nelle stesse Asl attraverso cooperative o società interinali».
Il Comitato Sanitari Precari Altamurani chiede alle Forze politiche la concessione «a tutto il personale (anche a quello che da più di 36 mesi à alle dipendenze delle Asl-Aziende) proroghe lunghe tanto da superare il blocco del turn-over (imposto a livello nazionale per il 2011-2013) ed inserito nel piano di rientro-riordino regionale. Detto personale medico ed infermieristico ricopre posti vacanti e non semplici sostituzioni di malattia e gravidanza. Noi riteniamo che la cronica carenza di personale nelle Asl non possa essere continuamente raggirata licenziando i sanitari precari».
Intanto il Comitato S.p.A. ha dato mandato ad uno studio legale di ricorrere alle autorità giudiziarie competenti «affinché venga riconosciuto, ai professionisti della sanità (infermieri, terapisti, tecnici, dietiste, ecc), dipendenti da anni della Asl di Bari e dell'Azienda Policlinico di Bari, il diritto alla continuità lavorativa, come imposto dalla 368/01». La strategia difensiva dello studio legale incaricato dal Comitato S.p.A. prevede inizialmente un "tentativo obbligatorio di conciliazione" dinnanzi alla Commissione provinciale del lavoro, come imposto dagli art. 69 D. Lgs 29/93 e art. 31 del D.lgs 80/98, al fine di interrompere eventuali termini di prescrizioni. Detto tentativo di conciliazione è necessario e propedeutico alla successiva fase di giudizio.