San Tommaso, ipogei di tufo e resti di un trullo
L'edificio fungeva da torre di controllo del territorio
lunedì 27 aprile 2015
12.42
Un'area archeologica depauperata da secoli.
La località di San Tommaso, nota anticamente anche con il toponimo di Lama Buccerii (lama del macellaio), si estende a destra della provinciale Altamura-Santeramo, poco fuori dall'abitato. La presenza di una necropoli testimonia la presenza umana fin dal VI sec. a. C., proseguita anche in epoca cristiana.
La zona è caratterizzata da numerose cavità scavate dall'uomo, che formano un vero e proprio labirinto di tufo, utilizzato per secoli, specie quelli medievali, come materia prima per l'edilizia; alcune grotte presentano ancora tracce di decorazioni parietali, riconducibili con tutta probabilità alla chiesa del santo locale, attestata in documenti della fine del '200.
A poca distanza dal complesso ipogeo si trova un grandioso trullo, in parte crollato per incuria e abbandono, seguito da una ripida discesa che porta ad ambienti che presentano tracce di arte sacra del XVII sec.
Il trullo, nonostante le parti crollate, mostra attraverso alcuni particolari, come le feritoie e la divisione in due piani dell'interno, la funzione di torre di controllo del territorio circostante.
Il saccheggio di San Tommaso, come si diceva, data almeno dalla fine del '700, quando la strada venne spianata per permettere di raggiungere Altamura più agevolmente da Napoli, e vennero portate alla luce numerose tombe dotate di corredo funerario. Un vaso, tra i più belli rinvenuti, venne regalato alla regina borbonica Maria Carolina.