Salva l'acqua, contro il petrolio a tutela dell'acqua pubblica
A Matera lucani e pugliesi uniti per la causa
domenica 23 novembre 2014
15.14
Cittadini pugliesi e lucani uniti contro le estrazioni petrolifere, a tutela dell'acqua pubblica.
Questo è quanto emerso dalla manifestazione tenutasi a Matera, organizzata dalla Rete Appulo-Lucana "Salva l'acqua" costituita dalle associazioni a favore dell'acqua pubblica e contro l'aumento delle trivellazioni - previste dallo Sblocca Italia – con conseguente incremento del tasso d'inquinamento degli impianti idrici regionali.
La mobilitazione, caratterizzata da una ciclo passeggiata delle associazioni pugliesi e lucane, nasce dalle indagini effettuate dalla professoressa Albina Colella, dell'Università degli Studi di Basilicata, che ha rintracciato la presenza di metalli ed idrocarburi nelle acque del fiume Pertusillo. Per la Rete, con l'aumento delle trivellazioni "raddoppierà il livello d'inquinamento che interesserà anche la vicina Puglia". Di fatti, l'acqua del Pertusillo raggiunge circa il 65% delle utenze pugliesi che sono preoccupate per l'inquinamento delle falde acquifere lucane provocato dalle trivellazioni.
Carmela Lapadula, del coordinamento regionale Acqua Pubblica – Basilicata, spiega il motivo della ciclo protesta: "Abbiamo pensato di riunirci in una ciclo passeggiata per protestare contro le trivellazioni che inquinano la Basilicata. Con il decreto Sblocca Italia, che è stato convertito in legge, ci sarà il raddoppio delle estrazioni petrolifere su 3/4 del territorio lucano". E rimarca che la questione "preoccupa noi lucani, ma anche i limitrofi pugliesi che si riforniscono della nostra acqua contaminata". I movimenti lucani chiedono alle amministrazioni locali di "impugnare davanti alla Corte Costituzionale l'art.38 del decreto Sblocca Italia che prevede il raddoppio delle estrazioni". Ma non solo: "Bisogna informare le comunità pugliesi e lucane sulla questione affinchè si oppongano alle estrazioni petrolifere con fermezza. Questo è il lavoro che i comitati devono fare".
Sono molto preoccupati i movimenti pugliesi, che con a capo Tonia Di Leo, dell'associazione Il Grillaio di Altamura, si appellano al governatore pugliese Nichi Vendola: "Chiediamo al presidente della nostra regione di interloquire con il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella. Il governatore lucano deve dar conto del livello d'inquinamento delle falde acquifere, provocato dalle estrazioni petrolifere, mostrando delle analisi dettagliate". Dunque, oltre l'impugnazione dello Sblocca Italia, è necessario "un confronto tra i politici delle due regioni".
Adesso la questione scottante passa alle amministrazioni pugliesi e lucane, che non possono rimanere indifferenti.
Questo è quanto emerso dalla manifestazione tenutasi a Matera, organizzata dalla Rete Appulo-Lucana "Salva l'acqua" costituita dalle associazioni a favore dell'acqua pubblica e contro l'aumento delle trivellazioni - previste dallo Sblocca Italia – con conseguente incremento del tasso d'inquinamento degli impianti idrici regionali.
La mobilitazione, caratterizzata da una ciclo passeggiata delle associazioni pugliesi e lucane, nasce dalle indagini effettuate dalla professoressa Albina Colella, dell'Università degli Studi di Basilicata, che ha rintracciato la presenza di metalli ed idrocarburi nelle acque del fiume Pertusillo. Per la Rete, con l'aumento delle trivellazioni "raddoppierà il livello d'inquinamento che interesserà anche la vicina Puglia". Di fatti, l'acqua del Pertusillo raggiunge circa il 65% delle utenze pugliesi che sono preoccupate per l'inquinamento delle falde acquifere lucane provocato dalle trivellazioni.
Carmela Lapadula, del coordinamento regionale Acqua Pubblica – Basilicata, spiega il motivo della ciclo protesta: "Abbiamo pensato di riunirci in una ciclo passeggiata per protestare contro le trivellazioni che inquinano la Basilicata. Con il decreto Sblocca Italia, che è stato convertito in legge, ci sarà il raddoppio delle estrazioni petrolifere su 3/4 del territorio lucano". E rimarca che la questione "preoccupa noi lucani, ma anche i limitrofi pugliesi che si riforniscono della nostra acqua contaminata". I movimenti lucani chiedono alle amministrazioni locali di "impugnare davanti alla Corte Costituzionale l'art.38 del decreto Sblocca Italia che prevede il raddoppio delle estrazioni". Ma non solo: "Bisogna informare le comunità pugliesi e lucane sulla questione affinchè si oppongano alle estrazioni petrolifere con fermezza. Questo è il lavoro che i comitati devono fare".
Sono molto preoccupati i movimenti pugliesi, che con a capo Tonia Di Leo, dell'associazione Il Grillaio di Altamura, si appellano al governatore pugliese Nichi Vendola: "Chiediamo al presidente della nostra regione di interloquire con il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella. Il governatore lucano deve dar conto del livello d'inquinamento delle falde acquifere, provocato dalle estrazioni petrolifere, mostrando delle analisi dettagliate". Dunque, oltre l'impugnazione dello Sblocca Italia, è necessario "un confronto tra i politici delle due regioni".
Adesso la questione scottante passa alle amministrazioni pugliesi e lucane, che non possono rimanere indifferenti.