Saldi estivi, al via dal 3 luglio
Indagine Confesercenti: la ripresa stenta a partire.
domenica 28 giugno 2015
Ancora pochi giorni e poi da venerdì 3 luglio, in anticipo di un giorno rispetto al reso d'Italia, in Puglia inizieranno i saldi. Le associazioni dei consumatori si raccomandano di controllare con cura i capi, in caso di abbigliamento e di diffidare degli sconti eccessivi se non si conosce il negozio.
Ai commercianti invece, si ricorda l'obbligo di esporre il prezzo inziale e la percentuale di saldo su ogni singolo articolo. In una parola: trasparenza.
Ma dalla Confesercenti arriva l'ennesimo grido di allarme per un Paese che stenta a ripartire e che oramai non si lascia incoraggiare nemmeno dalla stagione degli sconti.
Secondo l'ennesimo sondaggio oltre i due terzi degli italiani (il 71%) non vedono in prospettiva una ripresa dei consumi. Il 41% dei consumatori prevede di mantenere i propri consumi invariati, mentre un altro 30% li prevede in calo. Solo il 24% del campione esprime, invece, un segnale di ottimismo. A pesare sulla maggior parte dei nuclei, in particolare - rileva l'indagine presentata in occasione dell'assemblea 2015 di Confesercenti - il deterioramento delle condizioni finanziarie e il clima di incertezza che caratterizza il lavoro. Sul fronte del reddito mensile, in particolare, più della metà degli italiani (il 61%) segnala una situazione difficile: di questi, un 47% afferma di riuscire appena a coprire le spese, senza potersi permettere ulteriori lussi e per il 14% il reddito non basta nemmeno per le necessità indispensabili della propria famiglia.
E non va meglio nemmeno sul fronte delle imprese.
Sempre secondo il sondaggio di Confesercenti dice che oltre 8 imprenditori su 10 (82%) a giugno dichiarano di non aver intercettato l'inversione di tendenza; più di uno su due (51%) non rileva miglioramenti rispetto al 2014, mentre il 31% sostiene di avere subito un nuovo calo. Solo il 17% delle imprese vede segnali di miglioramento. La sofferenza delle imprese appare legata soprattutto all'eccessivo prelievo fiscale - rileva lo studio presentato in occasione dell'assemblea annuale di Confesercenti - per questo tre imprenditori su quattro (75%) ritengono prioritario che il Governo vari una riforma del fisco che alleggerisca il peso delle tasse. Ma è forte anche la richiesta di un intervento urgente per la semplificazione: il 42% vorrebbe snellire la burocrazia, mentre un 18% di imprese chiede interventi per una giustizia più celere.
In definitiva, nonostante le rassicurazioni che quotidianamente giungono dal Governo, la sfiducia nel Paese resta altissima.
Chissà che i saldi non smentiscano questa tendenza.
Ai commercianti invece, si ricorda l'obbligo di esporre il prezzo inziale e la percentuale di saldo su ogni singolo articolo. In una parola: trasparenza.
Ma dalla Confesercenti arriva l'ennesimo grido di allarme per un Paese che stenta a ripartire e che oramai non si lascia incoraggiare nemmeno dalla stagione degli sconti.
Secondo l'ennesimo sondaggio oltre i due terzi degli italiani (il 71%) non vedono in prospettiva una ripresa dei consumi. Il 41% dei consumatori prevede di mantenere i propri consumi invariati, mentre un altro 30% li prevede in calo. Solo il 24% del campione esprime, invece, un segnale di ottimismo. A pesare sulla maggior parte dei nuclei, in particolare - rileva l'indagine presentata in occasione dell'assemblea 2015 di Confesercenti - il deterioramento delle condizioni finanziarie e il clima di incertezza che caratterizza il lavoro. Sul fronte del reddito mensile, in particolare, più della metà degli italiani (il 61%) segnala una situazione difficile: di questi, un 47% afferma di riuscire appena a coprire le spese, senza potersi permettere ulteriori lussi e per il 14% il reddito non basta nemmeno per le necessità indispensabili della propria famiglia.
E non va meglio nemmeno sul fronte delle imprese.
Sempre secondo il sondaggio di Confesercenti dice che oltre 8 imprenditori su 10 (82%) a giugno dichiarano di non aver intercettato l'inversione di tendenza; più di uno su due (51%) non rileva miglioramenti rispetto al 2014, mentre il 31% sostiene di avere subito un nuovo calo. Solo il 17% delle imprese vede segnali di miglioramento. La sofferenza delle imprese appare legata soprattutto all'eccessivo prelievo fiscale - rileva lo studio presentato in occasione dell'assemblea annuale di Confesercenti - per questo tre imprenditori su quattro (75%) ritengono prioritario che il Governo vari una riforma del fisco che alleggerisca il peso delle tasse. Ma è forte anche la richiesta di un intervento urgente per la semplificazione: il 42% vorrebbe snellire la burocrazia, mentre un 18% di imprese chiede interventi per una giustizia più celere.
In definitiva, nonostante le rassicurazioni che quotidianamente giungono dal Governo, la sfiducia nel Paese resta altissima.
Chissà che i saldi non smentiscano questa tendenza.