S.O.S. La scuola è finita? Il tragico panorama italiano
Nel prossimo anno tagli per 26mila docenti. La situazione non è delle migliori nemmeno per i 15mila ATA
lunedì 31 maggio 2010
12.26
È il caso di dirlo: "L'aria è amara!". Alzi la mano chi, da poco inserito o che aspira all'inserimento nel mondo della scuola, non abbia fatto un po' di conti alla mano e sia giunto alla conclusione che la situazione è giunta al limite e che oltre c'è solo il baratro. L'Italia rischia di rimanere senza scuole. A diffondere l'S.O.S. è il portavoce nazionale COBAS Piero Bernocchi, che ha paragonato il nostro paese a quello dei balocchi immaginato da Collodi: divertimento, guadagni facili e… niente scuola.
La denuncia è chiara: Il massacro della scuola italiana continua. Nel prossimo anno scolastico spariranno 26mila posti di lavoro tra i docenti e circa 15mila tra gli ATA, con una espulsione di massa dei precari. Dopo i massicci tagli operati quest'anno e la catastrofica riforma delle superiori, Tremonti-Gelmini anticipano la distruzione della scuola pubblica. Se a questo si aggiunge anche la Manovra Finanziaria varata dal governo che colpisce, in particolare, tutti i lavoratori del pubblico impiego e della scuola, la situazione diviene praticamente irrecuperabile.
Il Governo parla di sacrifici inevitabili "per non finire come in Grecia". Sì, peccato che a sacrificarsi dovrebbero essere solo quelli del pubblico impiego dove verranno bloccati i contratti per tre anni, mentre nella scuola si aggiunge il blocco per tre anni degli "scatti di anzianità". Per tutti i lavoratori inoltre si sposta di un anno la pensione di anzianità che per le donne verrà anticipata al 2016, mentre i dipendenti pubblici verranno derubati della liquidazione, ricevendola non più all'uscita dal lavoro ma diluita in tre anni. Perché allora non eliminare le province per cercare di rimediare, o magari tassare di un ulteriore 10% quei capitali (esportati illecitamente nei paradisi fiscali) e poi rientrati con lo Scudo Fiscale?
Apparentemente sembra che tutto vada benissimo: l'organizzazione di progetti, le attività aggiuntive, i corsi proposti da esperti attraverso i PON distolgono l'attenzione dall'essenziale: non ci sono i soldi per le supplenze, si ricorre sempre più spesso allo scorporo delle classi (pratica illegittima che dovrebbe sempre essere accompagnata da un ordine di servizio con cui il dirigente ordina e spiega perché firma e si assume la responsabilità di ciò che potrebbe accadere in classi miscelate).
Per reagire e per cercare di porre rimedio alla situazione, ieri pomeriggio ha avuto luogo un incontro presso la sede COBAS di Bari per discutere di alcune iniziative organizzate per bloccare la Finanziaria-massacro e i tagli nella scuola, come i due giorni di sciopero nazionale nella scuola durante lo svolgimento degli scrutini, convocato dai COBAS per la Puglia il 10 e l'11 di giugno, per poi proseguire con la manifestazione a Roma prevista per il 5 giugno.
La denuncia è chiara: Il massacro della scuola italiana continua. Nel prossimo anno scolastico spariranno 26mila posti di lavoro tra i docenti e circa 15mila tra gli ATA, con una espulsione di massa dei precari. Dopo i massicci tagli operati quest'anno e la catastrofica riforma delle superiori, Tremonti-Gelmini anticipano la distruzione della scuola pubblica. Se a questo si aggiunge anche la Manovra Finanziaria varata dal governo che colpisce, in particolare, tutti i lavoratori del pubblico impiego e della scuola, la situazione diviene praticamente irrecuperabile.
Il Governo parla di sacrifici inevitabili "per non finire come in Grecia". Sì, peccato che a sacrificarsi dovrebbero essere solo quelli del pubblico impiego dove verranno bloccati i contratti per tre anni, mentre nella scuola si aggiunge il blocco per tre anni degli "scatti di anzianità". Per tutti i lavoratori inoltre si sposta di un anno la pensione di anzianità che per le donne verrà anticipata al 2016, mentre i dipendenti pubblici verranno derubati della liquidazione, ricevendola non più all'uscita dal lavoro ma diluita in tre anni. Perché allora non eliminare le province per cercare di rimediare, o magari tassare di un ulteriore 10% quei capitali (esportati illecitamente nei paradisi fiscali) e poi rientrati con lo Scudo Fiscale?
Apparentemente sembra che tutto vada benissimo: l'organizzazione di progetti, le attività aggiuntive, i corsi proposti da esperti attraverso i PON distolgono l'attenzione dall'essenziale: non ci sono i soldi per le supplenze, si ricorre sempre più spesso allo scorporo delle classi (pratica illegittima che dovrebbe sempre essere accompagnata da un ordine di servizio con cui il dirigente ordina e spiega perché firma e si assume la responsabilità di ciò che potrebbe accadere in classi miscelate).
Per reagire e per cercare di porre rimedio alla situazione, ieri pomeriggio ha avuto luogo un incontro presso la sede COBAS di Bari per discutere di alcune iniziative organizzate per bloccare la Finanziaria-massacro e i tagli nella scuola, come i due giorni di sciopero nazionale nella scuola durante lo svolgimento degli scrutini, convocato dai COBAS per la Puglia il 10 e l'11 di giugno, per poi proseguire con la manifestazione a Roma prevista per il 5 giugno.