#Risponditi: Il Movimento 5 stelle lancia la sfida per le comunali

Le due anime 5 Stelle trovano l'accordo e si presentano alla città compatti

lunedì 20 aprile 2015 11.06
"Cittadini onesti, puliti e coerenti per un programma a costo zero".

Questo lo slogan che il Movimento 5 Stelle altamurano, insieme all'hashstag #Risponditi, ha scelto per la campagna elettorale delle amministrative del 31 maggio.

Una semplice, spartana pedana di legno è il palco scelto dagli attivisti per presentare in Piazza Duomo, alla presenza del deputato Giuseppe D'Ambrosio, la lista dei candidati e i punti del programma, ultima tappa del lungo lavoro portato avanti dal meet up "Il Grillaio", il primo gruppo dei 5 stelle nato in città che ha ricevuto l'approvazione dei vertici, secondo le regole del "non statuto" in base alle quali vengono vagliate le liste sottoposte ai dirigenti del movimento. La lista definitiva è in pratica la sommatoria tra la lista presentata da "Il Grillaio" e la lista proposta dall'altra lista "Altamura 5 Stelle".

"Noi siamo pronti – dichiara il giovane candidato sindaco - non siamo professionisti della politica e non vogliamo diventarlo. Torneremo al nostro lavoro, finito il mandato. E' il momento di tornare ad amare la Politica: lo strumento per migliorare la vita di una comunità. Il ‪#‎m5s non ha bisogno di inaugurazioni in grande stile, di cartelloni pubblicitari, di fare pagare eventi. Abbiamo bisogno di teste di gambe e di braccia".

I militanti rivendicano di avere "pochi mezzi: ci auto finanziamo. Non abbiamo un sponsor, non abbiamo grandi elettori, non un' azienda pubblicitaria, non abbiamo giornali alle spalle ma proprio per questo non siamo ricattabili da nessuno.Gli unici interessi che ci muovono sono i nostri che coincidono con i vostri. Sappiamo che la maggior parte delle famiglie si affida al santo protettore di turno il cugino o l'amico. A vorremmo ricordare che il voto è segreto!"

"Altamura può tornare ad essere la leonessa di Puglia – concludono i grillini - torneremo quel paese industrioso che eravamo, quel popolo di formiche di cui parla Tommaso Fiore".