Riordino Province, possibilità di rimodulare i territori
E' quanto afferma il ministro Patroni Griffi. Intanto Matera avvia ricorso al Tar
giovedì 6 settembre 2012
Si torna a parlare di riordino delle Province. Il ministro per la Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha delineato novità a riguardo.
"Il Governo – ha affermato - potrebbe varare una legge per modificare il territorio delle città metropolitane nel caso in cui alcuni Comuni vogliano uscire dall'area e altri, non attualmente inclusi nel territorio della provincia, vogliano entrarvi".
"Ci sono delle ipotesi - ha spiegato ancora il Ministro- in cui attualmente in una certa provincia ci sono realtà comunali che sono fuori dalle città metropolitane, mentre invece ci sono dei Comuni che appartengono a un'altra provincia ma che dal punto di vista sociale, economico e culturale appartengono alla città metropolitana. Sarà quindi possibile rimodulare i territori sulla base di queste esigenze sostanziali".
"Le città metropolitane - ha concluso Patroni Griffi - partiranno con la coincidenza del territorio provinciale se non succede nulla. Se invece alcuni Comuni chiederanno di entrare o di uscire ci vorrà una legge per ridisegnare il territorio".
Entro il 30 settembre le Regioni dovranno presentare al Governo, che porrà in vaglio il tutto entro dicembre, la mappa delle nuove Province. Il decreto spending review, si ricorda, ha eliminato 46 province d'Italia che contavano meno di 350mila abitanti o aventi un'estensione territoriale inferiore a 2500 chilometri quadrati. Dal 2013, secondo la legge, il sindaco di Roma o di Bari o di Genova dovrà diventare automaticamente anche presidente della città metropolitana ex provincia.
Non mancano i ricorsi alla Corte costituzionale da parte delle province. Matera è stata la prima ad avviare il ricorso al Tar del Lazio contro il riordino.
"Il Governo – ha affermato - potrebbe varare una legge per modificare il territorio delle città metropolitane nel caso in cui alcuni Comuni vogliano uscire dall'area e altri, non attualmente inclusi nel territorio della provincia, vogliano entrarvi".
"Ci sono delle ipotesi - ha spiegato ancora il Ministro- in cui attualmente in una certa provincia ci sono realtà comunali che sono fuori dalle città metropolitane, mentre invece ci sono dei Comuni che appartengono a un'altra provincia ma che dal punto di vista sociale, economico e culturale appartengono alla città metropolitana. Sarà quindi possibile rimodulare i territori sulla base di queste esigenze sostanziali".
"Le città metropolitane - ha concluso Patroni Griffi - partiranno con la coincidenza del territorio provinciale se non succede nulla. Se invece alcuni Comuni chiederanno di entrare o di uscire ci vorrà una legge per ridisegnare il territorio".
Entro il 30 settembre le Regioni dovranno presentare al Governo, che porrà in vaglio il tutto entro dicembre, la mappa delle nuove Province. Il decreto spending review, si ricorda, ha eliminato 46 province d'Italia che contavano meno di 350mila abitanti o aventi un'estensione territoriale inferiore a 2500 chilometri quadrati. Dal 2013, secondo la legge, il sindaco di Roma o di Bari o di Genova dovrà diventare automaticamente anche presidente della città metropolitana ex provincia.
Non mancano i ricorsi alla Corte costituzionale da parte delle province. Matera è stata la prima ad avviare il ricorso al Tar del Lazio contro il riordino.