Rimesso in libertà il maresciallo Logiudice
La Procura non ha inviato i registri firma
giovedì 5 gennaio 2012
16.24
È stato rimesso in libertà il maresciallo Nicola Logiudice, comandante della Stazione carabinieri di Altamura.
Il mancato invio, da parte della Procura di Bari al Tribunale del Riesame, di atti d'indagine ha indotto il Tribunale della Libertà a dichiarare inefficace il provvedimento di arresti domiciliari notificato lo scorso 6 dicembre a seguito di una indagine della magistratura su un presunto intreccio tra mafia, affari e politica.
La Procura non ha inviato ai giudici i registri della caserma dei carabinieri di Altamura che secondo la Dda dimostrerebbero l'inottemperanza del boss altamurano Bartolo Dambrosio (poi ucciso in un agguato il 6 settembre 2010 nei pressi del Pulo) all'obbligo di firma a cui era sottoposto.
Dunque si tratta di uno sviluppo strettamente procedurale poiché la Procura non ha depositato i registri delle firme.
A Logiudice, nello specifico, veniva contestato il reato di agevolazione dell'attività del sodalizio di tipo mafioso perché avrebbe aiutato Bartolomeo Dambrosio ad eludere le investigazioni delle autorità omettendo di istituire il registro per l'apposizione delle firme. Dambrosio, infatti, sotto sorveglianza speciale, aveva l'obbligo, ogni domenica alle 12, di presentarsi in caserma. Le violazioni di Dambrosio relative ai giorni 4-11-18-25 novembre 2007, 2-9-16-23-30 dicembre 2007 e 6-20-27 gennaio 2008 non sarebbero state denunciate da Logiudice all'autorità giudiziaria.
Il mancato invio, da parte della Procura di Bari al Tribunale del Riesame, di atti d'indagine ha indotto il Tribunale della Libertà a dichiarare inefficace il provvedimento di arresti domiciliari notificato lo scorso 6 dicembre a seguito di una indagine della magistratura su un presunto intreccio tra mafia, affari e politica.
La Procura non ha inviato ai giudici i registri della caserma dei carabinieri di Altamura che secondo la Dda dimostrerebbero l'inottemperanza del boss altamurano Bartolo Dambrosio (poi ucciso in un agguato il 6 settembre 2010 nei pressi del Pulo) all'obbligo di firma a cui era sottoposto.
Dunque si tratta di uno sviluppo strettamente procedurale poiché la Procura non ha depositato i registri delle firme.
A Logiudice, nello specifico, veniva contestato il reato di agevolazione dell'attività del sodalizio di tipo mafioso perché avrebbe aiutato Bartolomeo Dambrosio ad eludere le investigazioni delle autorità omettendo di istituire il registro per l'apposizione delle firme. Dambrosio, infatti, sotto sorveglianza speciale, aveva l'obbligo, ogni domenica alle 12, di presentarsi in caserma. Le violazioni di Dambrosio relative ai giorni 4-11-18-25 novembre 2007, 2-9-16-23-30 dicembre 2007 e 6-20-27 gennaio 2008 non sarebbero state denunciate da Logiudice all'autorità giudiziaria.