Riforma del lavoro, il confronto tra Governo e sindacati

"Una semplice consultazione e non una trattativa concreta". Le considerazioni mosse dalla Feneal Uil di Puglia

martedì 3 aprile 2012
"Osservando nel merito le modalità con cui si è svolto il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma del mercato del lavoro, si rileva facilmente che la strada intrapresa dal Governo è stata quella della semplice consultazione e non di una trattativa concreta per giungere ad una riforma equa e condivisa. Inoltre preoccupa la mancanza di azioni concrete che portino il Paese verso degli adeguati livelli di crescita e sviluppo, così come i lavoratori e gli stessi imprenditori si aspettavano".

È quanto sostiene Salvatore Bevilacqua – segretario generale della Feneal-Uil di Puglia – dopo il confronto tra Governo e Parti sociali avuto nei giorni scorsi.

"I risultati attesi erano un forte sostegno alla contrattazione aziendale, - prosegue Bevilacqua - la concreta correzione delle disfunzioni nel mercato del lavoro, la costruzione di un nuovo sistema di protezione sociale che accompagni le persone verso un nuovo lavoro, alla luce anche degli effetti prodotti dalla recente riforma delle pensioni soprattutto nei confronti di migliaia di lavoratori che posti in mobilità o in esodo, a tutt'oggi sono privi di accesso a pensione o a forme di sostegno al reddito".

Malgrado il massiccio ricorso agli strumenti "straordinari in deroga" il sistema di protezione sociale sia riuscito negli ultimi anni ha sostenere migliaia di lavoratori disoccupati ed in difficoltà economica, si fa ogni giorno più pressante la necessità di intervenire con misure "strutturali" per aumentare il livello di occupazione e di tutele per tutte le fasce di disagio ed in particolare delle donne e dei lavoratori ultra cinquantenni.

In particolare il responsabile della Feneal di Puglia manifesta l'inderogabile necessità di modificare il nuovo sistema pensionistico per tutelare i lavoratori del settore delle costruzioni, fortemente penalizzati dall'innalzamento dell'età pensionabile, in quanto ritiene impensabile che operai e addetti a lavorazioni particolarmente faticose possano essere in grado di svolgere tali mansioni fino al pensionamento.

L'obiettivo dovrebbe essere quello di fornire omogeneità ad un sistema che a causa degli interventi succedutisi negli ultimi anni ha generato una forte segmentazione del mercato del lavoro, rendendo strutturale un profondo dualismo tra lavoratori protetti e lavoratori precari sui quali si è scaricata tutta l'esigenza di flessibilità del mercato del lavoro.

"In questo quadro, - conclude Salvatore Bevilacqua - vanno comunque valutati con interesse i provvedimenti annunciati per favorire una corretta flessibilità in ingresso e la volontà di emanare nuove regole per combattere la precarietà in eccesso a partire dalle varie forme distorsive di falso lavoro autonomo o part time. Riporremo grande attenzione ai provvedimenti legislativi annunciati, affinché rispondano soprattutto all'obiettivo condiviso di riportare il contratto di lavoro a tempo indeterminato come principale forma contrattuale.

In merito alla cosiddetta flessibilità in uscita, si ritiene che aver caricato di significati impropri la questione "articolo 18" abbia alterato il vero confronto che si doveva concentrare sugli strumenti di tutela, penalizzando in tal modo le proposte di merito portate della stessa UIL in materia di semplificazione delle procedure, accelerazione dei tempi di giudizio, definizione dei limiti interpretativi delle causali al fine di rendere meno ampia la discrezionalità dei giudici.