Richiesta di ergastolo per l'uomo accusato di essere il mandante dell'omicidio Cammisa
La vittima freddata dinanzi alla figlioletta nel 2014
giovedì 12 settembre 2019
12.27
Condanna all'ergastolo. Questa la richiesta formulata dalla Procura di Bari nei confronti di Donato Francesco Rinaldi, imputato dinanzi alla Corte di Assise di Bari perché ritenuto il mandante dell'omicidio di Francesco Cammisa, ucciso ad Altamura il 16 giugno 2014.
Secondo l'accusa, Rinaldi avrebbe ordinato al suo sodale Stefano Annoscia (28enne attualmente a processo per la stessa vicenda con rito abbreviato, in qualità di esecutore materiale) di ammazzare Cammisa per una partita di droga non pagata.
Cammisa fu ucciso in casa con due colpi di pistola mentre era sdraiato sul letto in compagnia della figlia di cinque anni: il killer, con il volto coperto da un passamontagna, si fece aprire la porta dalla moglie della vittima.
La indagini dei Carabinieri di Altamura, coordinate dai pm Renato Nitti e Marcello Barbanente, hanno consentito di ricostruire la dinamica dei fatti e le responsabilità. A Rinaldi e Annoscia la Procura contesta i reati di omicidio volontario con l'aggravante mafiosa. I due sono stati arrestati lo scorso anno e sono ancora detenuti.
La parola passa ora alla difesa.
Secondo l'accusa, Rinaldi avrebbe ordinato al suo sodale Stefano Annoscia (28enne attualmente a processo per la stessa vicenda con rito abbreviato, in qualità di esecutore materiale) di ammazzare Cammisa per una partita di droga non pagata.
Cammisa fu ucciso in casa con due colpi di pistola mentre era sdraiato sul letto in compagnia della figlia di cinque anni: il killer, con il volto coperto da un passamontagna, si fece aprire la porta dalla moglie della vittima.
La indagini dei Carabinieri di Altamura, coordinate dai pm Renato Nitti e Marcello Barbanente, hanno consentito di ricostruire la dinamica dei fatti e le responsabilità. A Rinaldi e Annoscia la Procura contesta i reati di omicidio volontario con l'aggravante mafiosa. I due sono stati arrestati lo scorso anno e sono ancora detenuti.
La parola passa ora alla difesa.