Regione, si alla stabilizzazione di 800 precari

Rissa in aula tra Vendola e il centro destra

mercoledì 12 novembre 2014 11.54
Con 36 voti a favore, 10 contrari e 4 astenuti, il Consiglio regionale pugliese ha dato il via libera alla stabilizzazione dei precari della Regione, proposta dal gruppo consiliare del Partito Democratico, attraverso il disegno di legge «Norme in materia di organizzazione, riduzione della dotazione organica e della spesa del personale ed attuazione del comma 529, dell'articolo 1 della legge 147 del 2013», ossia la Legge di Stabilità 2014 che consentirà la stabilizzazione di circa 800 persone. In dettaglio, si tratta di 379 degli assessorati, 74 delle società collegate e 316 dell'Arif (i forestali). Una quarantina potrebbero entrare già da quest'anno per effetto del turn over e nel rispetto dei vincoli del patto di stabilità.

Anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha applaudito al termine della votazione "orgoglioso – ha detto - per il fatto che il decennio di amministrazione si concludesse con un atto sulla lotta contro la precarietà, un tema che ha caratterizzato l'intera attività del governo regionale".
"La precarietà – ha continuato Vendola dopo il botta e risposta in aula – nuoce gravemente alla salute ed è anche una diseconomia: noi stiamo cercando di abbatterla e di farlo per quello che è possibile nel quadro normativo vigente".
La proposta di legge non è piaciuta agli esponenti del centro destra regionale che durante il dibattito in aula durato oltre cinque hanno spiegato le ragioni dei propri no tacciando la proposta di legge come "un'elaborazione della follia legislativa che prende in giro i dipendenti" e accusando il governo regionale di aver messo a punto la legge solo alla vigilia delle elezioni.
"Con l'approvazione di questo disegno di legge – ha spiegato il capogruppo Pd, Pino Romano - la Puglia ha messo a frutto un investimento col quale ha puntato, anni fa, sulla competenza, la professionalità e la passione di tanti giovani per i quali oggi parte il percorso del giusto riconoscimento dei loro diritti acquisiti col merito e l'impegno" ha spiegato dinanzi ai dipendenti con contratto a tempo determinato dell'Ente seguivano in aula le fasi della discussione e dell'approvazione.
Scatenato il presidente Nichi Vendola protagonista di una rissa verbale durante i lavori dell'aula e che alle critiche dell'opposizione non ha risparmiato anche appellativi pesanti.
"Un centrodestra – ha continuato Vendola – che ha governato per 10 anni, che non è stato in grado di bandire un concorso pubblico, che ha sempre moltiplicato le platee di precarietà, perché evidentemente erano eserciti di riserva per le campagne elettorali e che ha scatenato un putiferio, presumendo che ci fosse da parte nostra un gesto di clientelismo".

Non si è fatta attendere la risposta del capogruppo di Forza Italia, Ignazio Zullo: "La caduta di stile del Presidente Vendola, emersa nei suoi attacchi non politici e scurrili a Forza Italia ed ai singoli consiglieri del Gruppo, è la dimostrazione plastica di un leader fragile, di cartapesta, che ha bisogno dell'offesa per nascondere tutta la sua pochezza politica e amministrativa".

Tra i due litiganti il terzo godo o meglio a godere sono ben 800 persone per cui il futuro, da oggi, è un po' più sereno.