Questione rifiuti, contratto TRA.DE.CO.

Il comunicato di Aria Fresca e la risposta dell’Amministrazione. "La ciliegina sulla torta" e gli "scoop velenosi"

domenica 26 settembre 2010 18.31
«Mentre da settimane i cittadini attendono che il sindaco Stacca e i suoi collaboratori chiariscano con versioni credibili e documentate il contenuto delle intercettazioni effettuate dai Carabinieri su disposizione della Magistratura in cui amabilmente diversi di loro parlano, come rilevano gli stessi investigatori, di mazzette e bustarelle, arriva la ciliegina sulla torta», si legge in un comunicato stampa del 23 settembre del movimento cittadino "Aria Fresca": «Il giorno seguente all'omicidio di Bartolo Dambrosio, mentre la Città era sgomenta per l'accaduto ed esponenti dell'amministrazione rilasciavano dichiarazioni sconcertanti sulla vittima, Stacca e la sua squadra erano impegnati anche in qualcos'altro. Infatti, l'amministrazione Stacca ha deliberato, in via definitiva, di chiudere con una transazione il contenzioso che la opponeva alla Tradeco in merito alla quantificazione dei costi per il trasporto fuori bacino dei rifiuti indifferenziati».

Il Movimento fa qui riferimento alla deliberazione di giunta n. 112 del 7 settembre 2010 che segue la n. 45 del 15 marzo 2010 «con la quale» continua il comunicato «sempre l'amministrazione Stacca aveva avviato tutta la procedura e la determinazione dirigenziale n. 1108 del 27 agosto 2010 che ha quantificato gli esborsi. Alla Tradeco viene riconosciuto, a partire dalla data di chiusura della discarica di Altamura (dal 1° aprile 2008) oltre un milione di euro all'anno per il servizio offerto. Somme che si aggiungono all'appalto di raccolta e smaltimento sui rifiuti (circa 7 milioni di euro, tra i più alti della Puglia) e ai costi di biostabilizzazione che il Sindaco Stacca ha deciso di assumersi con ordinanza n. 52 del 30 aprile 2010 (quasi un milione di euro). Tutto questo, mentre la percentuale già bassa di raccolta differenziata è in ulteriore diminuzione (appena l'8% nel 2010) e, per questo, la Città paga 400mila euro di ecotassa regionale».

«Invece di prendere la strada - come da anni, inascoltati, consigliamo e chiediamo - dello scioglimento del contratto capestro che lega la Città alla Tradeco», continua il comunicato, «da oltre otto anni, un contratto frutto di un appalto dalle regole truccate gestito da varie amministrazioni, ecco arrivare l'ennesimo esborso a danno degli altamurani. Un esito che non ci sorprende perché segue uno schema di condotta già collaudato in questo Comune: si fa la faccia feroce con la ditta, questa fa partire i contenziosi, l'amministrazione chiede pareri e consulenze, poi tutto si chiude con una transazione che viene fatta passare come favorevole per la Città (quest'ultima conciliazione riconosce alla Tradeco quasi 1.100.000 euro all'anno anziché i circa 1.700.000 richiesti inizialmente dalla ditta)».

«La realtà» si legge «è che continuiamo a pagare i costi di intese e di condotte amministrative assurde e per nulla lineari di quest'ultimo decennio, i costi del rifiuto degli amministratori comunali di affrontare seriamente il rapporto contrattuale con la Tradeco divenuto da anni economicamente insostenibile ed improduttivo di risultati (si pensi alla raccolta differenziata). Un rapporto che serietà, buona fede e limpida amministrazione avrebbero già chiuso da anni. Non lo si è voluto fare, non siamo stati ascoltati e ora ci ritroviamo a subire, con tutti i cittadini altamurani, l'ennesimo milionario esborso».

«La questione, questa volta, è però ancora più grave e delicata» si conclude nel comunicato «infatti, alla luce di quanto è accaduto ed è emerso nelle ultime settimane, sorge naturale una domanda: con quale serenità, lucidità e imparzialità è stata definita e chiusa la transazione da questi amministratori, considerato che diversi di loro, tra i più vicini al sindaco, intrattenevano da anni - come emerge dalle intercettazioni effettuate su disposizione della Procura dai carabinieri in questi anni - rapporti molti confidenziali e intimi con i componenti della famiglia titolare della Tradeco (cioè l'impresa che gestisce il più costoso servizio pubblico locale che assorbe circa un quarto della spesa corrente comunale)?»

La replica da parte dell'Amministrazione comunale non si è fatta attendere. Nel comunicato del 24 settembre si legge: «pur non sorprendendo il comunicato pubblicato dapprima sulla stampa locale e poi sul sito del Movimento Aria Fresca questa mattina dal consigliere Enzo Colonna, stupisce la disinformazione che il medesimo ha in ordine alla transazione formalizzata da questa amministrazione con la Tradeco davanti ad un giudice nonché, e ancor più, la divulgazione che di detta informazione tenta di effettuare. Il consigliere Enzo Colonna torna infatti a pontificare sulla gestione giudiziale delle controversie collegate alla gestione del contratto stipulato con la Tradeco il quale, è doveroso premettere, veniva stipulato dalla precedente amministrazione nell'anno 2002 allorquando lo stesso Enzo Colonna rivestiva la carica di consigliere dell'allora maggioranza».

«Pur volendo tralasciare le motivazioni che portarono quella amministrazione a stipulare il "capestro" contratto con la Tradeco e pur volendo tralasciare il fatto che in quella occasione il consigliere Enzo Colonna non ebbe a sollevare alcun dubbio sul contenuto dello stesso», continua il comunicato dell'amministrazione «risulta davvero specioso come in veste di consigliere di minoranza, nella consapevolezza di aver cambiato abito politico, continui ad insinuare dubbi e perplessità su quelli che sono i rimedi a cui questa amministrazione ha dovuto ricorrere al fine di calmierare gli effetti di un contratto stipulato in un certo modo».

«Questi i fatti che nel rispetto della verità pare opportuno ricordare non solo al consigliere Enzo Colonna ma anche alla gente comune affinché la stessa li possa collocare nella loro realtà storica e non in quella distorta propinata con comunicati diffamatori» si legge «la realtà giuridica, processuale, amministrativa è sotto gli occhi di tutti e ancor più sotto gli occhi di chi, come il consigliere Enzo Colonna, pur continuando ad aggirarsi alla ricerca di qualcosa che non c'è, consegna alla cittadinanza scoop velenosi che non contengono le reali motivazioni esternate negli atti amministrativi adottati da questa Amministrazione».

«Eppure» continua il comunicato «sarebbe stato sufficiente che lo stesso avesse pubblicato integralmente il contenuto delle delibere e delle determine citate per rendere noti alla comunità Altamurana i vantaggi economici che derivano dalla transazione stipulata, la quale ha preso l'avvio da un invito del Giudice monocratico, titolare delle controversie intentate dalla Tradeco al Comune, e si è sostanzialmente tradotta nell'affermazione, seppur parziale, delle tesi sostenute dal difensore dell'Amministrazione, prof. Andrea Violante, il quale ha rilasciato due pareri pro veritate che suggerivano tale definizione. E già. Perché non può non dirsi che per detta questione, poi sfociata nella transazione poi formalizzata, vi erano già ben quattro decreti ingiuntivi, di cui due provvisoriamente esecutivi, emessi dal Giudice monocratico di Altamura che esponevano l'Amministrazione al pagamento di somme ben più alte rispetto a quelle poi definite in via transattiva».

«Sono noti» si legge «la valenza ed il significato che assumono dei decreti ingiuntivi provvisoriamente esecutivi per chi, come l'Amministrazione, è soggetto passivo, destinatario dei medesimi; ciò ha indotto questa amministrazione ad avvalersi della professionalità di un decano dell'Università per chiudere una annosa questione che – ci dispiace ripetere – ha preso vita da un contratto stipulato da un'Amministrazione diversa, quella di centrosinistra guidata da Rachele Popolizio. Pertanto ci si chiede come mai l'informatissimo consigliere non abbia voluto dare risalto anche al fatto che di tale iniziativa transattiva, dall'amministrazione e dal dirigente sia stata resa edotta – in via preventiva – tanto la Procura Regionale della Corte dei Conti di Bari quanto l'Autorità Giudiziaria».

«L'aver agito con trasparenza», così si conclude il comunicato, «informando altre Autorità, e l'aver corroborato l'azione amministrativa con autorevoli pareri legali non solo lascia l'Amministrazione convinta dell'opportunità delle scelte compiute ma svuota di significato le diffamatorie dichiarazioni di un consigliere di minoranza che cerca a tutti i costi di nascondere la realtà dei fatti con informazioni tendenziose, frammentarie ed incomplete. Tanto per dovere di informazione, affinché le parole del consigliere rimangano flatus vocis».