Quando la morte ti rapisce un figlio...
La testimonianza e la speranza di Fausta Losquadro. «È la forza della Fede»
lunedì 21 febbraio 2011
09.00
I ricordi di un uomo sono la sua storia e la storia di Mariano Pugliese comincia con un atto d'amore. Nacque a Pisticci insieme a Stefania, la sorella gemella. Lo chiamavano "Popof" perché somigliava al bambino che, allo Zecchino d'Oro, cantava l'omonima canzone. Frequentò l'istituto tecnico per geometri a Matera, poi si iscrisse alla facoltà di architettura di Firenze. Amava il mare ed il calcio. Era tifoso della Juventus. Si laureò con una tesi incentrata sul recupero del Rione Dirupo di Pisticci, situato nel Centro storico, lo stesso in cui era nato. Nel 2000 sposò Elisabetta, «la sua fidanzata di sempre», e nel 2005 divenne padre. Una vita intensa, divisa fra famiglia, affetti, lavoro e politica. Nel 2002 fu eletto consigliere comunale di Pisticci, un'esperienza che portò avanti «con freschezza, entusiasmo e serietà». Poi un incidente stradale. Il 13 giugno, giorno di Sant'Antonio. Mariano, quello stesso giorno, diventa «un frammento di luce nel cielo infinito».
«Quando in una casa entra la morte porta sempre uno scombussolamento, vi si crea un vuoto incolmabile che produce pianto e dolore; ma quando essa entra e con le sue grinfie crudeli ti rapisce un figlio, strappandolo prematuramente ai suoi sogni, ai suoi progetti nel pieno vigore dei suoi anni e delle sue energie, il vuoto si fa abisso, il pianto prende voce e si fa lamento, il dolore si fa lacerazione e la lacerazione fa sanguinare il cuore». Sono le parole di una mamma. Sono le parole di Fausta Losquadro, la mamma di Mariano. In lei una forza incredibile, nata grazie alla Fede. Il dolore diventa, così, speranza. Al figlio scomparso, Fausta ha dedicato frasi d'amore. Le ha scritte con il cuore di una mamma che racconta di suo figlio. Dei suoi primi vagiti, dei suoi primi passi, dei capricci di un bambino che ha visto crescere. Diventare uomo.
Il libro "Ho scritto d'amore – Voce di una mamma" di Fausta Losquadro, nata e vissuta per diversi anni ad Altamura, ma in seguito trasferitasi a Pisticci (Matera), è stato presentato nella sala Consiliare del Comune lo scorso 17 febbraio. Fra momenti di forte commozione e di profonda testimonianza, Fausta Losquadro ha parlato di suo figlio. Lo ha fatto con gli occhi lucidi.
«Questo libro è una mia creatura, nata da mio figlio Mariano, che non c'è più. È nato da un'esigenza, perché ho voluto fissare sulla carta tutte le mie emozioni più profonde. Sono sempre presa dalla preoccupazione che possa dimenticarle a causa del dolore. Invece così rimangono impresse per sempre». L'intervista a Fausta Losquadro diventa un commovente momento di confronto. Il suo sguardo trasmette serenità. «Il mio libro è un percorso d'amore in orizzontale, nel senso che l'ho scritto per mio figlio, per mio nipote, che, alla morte del padre, aveva appena sedici mesi, per la mia famiglia, per gli altri miei due figli Stefania e Massimo, per mio marito. È il mio testamento affettivo per Franceschino (ndr, nipote di Fausta e figlio di Mariano). L'ho voluto scrivere anche per il prossimo, per una forma di carità intesa come servizio. La mia sofferenza, vissuta con gli occhi della Fede, la offro al prossimo. Nel mio dolore non sono disperata perché la disperazione non è un sentimento cristiano. L'ho voluto scrivere anche per un amore in verticale, nel senso che celebro l'Amore in assoluto, l'Amore di Dio. Questo mio libro, infatti, si presta a riflessioni religiose, etiche, alla meditazione, anche perché, quando sviluppo un concetto religioso, lo accompagno sempre con una citazione biblica. Il lettore deve sapere che sono cose scritte nella Sacra Scrittura e non dette da me». La seconda edizione del libro, quella presentata ad Altamura, contiene, oltre ad alcune fotografie in bianco e nero di Mariano, anche le lettere dei lettori e diverse recensioni.
«Mio figlio era un giovane architetto, nel breve arco della sua vita ha realizzato tutto. Si è laureato, sposato, ha avuto un figlio, lavorava, portava avanti uno studio tecnico insieme a mio genero Franco. Diceva di essere un ragazzo felice, la sua felicità si leggeva nei suoi occhi blu, belli come il mare. Amava il mare, cavalcava le onde con padronanza, era sommozzatore, era donatore di sangue». La sezione Avis di Pisticci è intitolata a lui. Negli scorsi mesi abbiamo dedicato degli articoli ad un concorso per giovani architetti, ingegneri e designer indetto proprio dall'Avis "Mariano Pugliese". Al terzo posto si classificò un gruppo formato da due altamurani e da un ragazzo di Rotondella. L'area oggetto del concorso comprendeva il Rione Dirupo, dove Mariano nacque. «Quel premio di cinquecento euro l'abbiamo offerto noi come famiglia di Mariano – spiega Fausta Losquadro – siamo felici che quei soldi siano finiti in mani giovani». A Mariano Pugliese è dedicata anche la sezione internazionale "Cinergie" del Lucania Film Festival.
Fausta Losquadro svolge attività di catechista e di volontariato nell'associazione "Maria Di Nazareth", fondata a Pisticci da Rosetta Laviola. Oltre a lei, alla presentazione ha partecipato anche il presidente dell'Associazione Pietro Mercorella, che si è occupato della lettura di alcuni passi del libro. Sono intervenuti Giovanni Saponaro, assessore alla Cultura del Comune di Altamura, Gianni Pallotta, assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Altamura, don Francesco Saverio Colonna, consigliere spirituale dell'associazione "Figli in cielo" (costituita da famiglie che hanno perso un figlio), e Antonella Terranova, redattrice vicina a Fausta Losquadro per aver vissuto, sulla propria pelle, l'esperienza dolorosa della perdita di una persona cara. L'incontro è stato coordinato da Giuseppe Coniglio, storico e giornalista. Fra un intervento e l'altro, anche intermezzi musicali. Al piano, Agnese Dolce. Voce, Maristella Laviola.
«Quando in una casa entra la morte porta sempre uno scombussolamento, vi si crea un vuoto incolmabile che produce pianto e dolore; ma quando essa entra e con le sue grinfie crudeli ti rapisce un figlio, strappandolo prematuramente ai suoi sogni, ai suoi progetti nel pieno vigore dei suoi anni e delle sue energie, il vuoto si fa abisso, il pianto prende voce e si fa lamento, il dolore si fa lacerazione e la lacerazione fa sanguinare il cuore». Sono le parole di una mamma. Sono le parole di Fausta Losquadro, la mamma di Mariano. In lei una forza incredibile, nata grazie alla Fede. Il dolore diventa, così, speranza. Al figlio scomparso, Fausta ha dedicato frasi d'amore. Le ha scritte con il cuore di una mamma che racconta di suo figlio. Dei suoi primi vagiti, dei suoi primi passi, dei capricci di un bambino che ha visto crescere. Diventare uomo.
Il libro "Ho scritto d'amore – Voce di una mamma" di Fausta Losquadro, nata e vissuta per diversi anni ad Altamura, ma in seguito trasferitasi a Pisticci (Matera), è stato presentato nella sala Consiliare del Comune lo scorso 17 febbraio. Fra momenti di forte commozione e di profonda testimonianza, Fausta Losquadro ha parlato di suo figlio. Lo ha fatto con gli occhi lucidi.
«Questo libro è una mia creatura, nata da mio figlio Mariano, che non c'è più. È nato da un'esigenza, perché ho voluto fissare sulla carta tutte le mie emozioni più profonde. Sono sempre presa dalla preoccupazione che possa dimenticarle a causa del dolore. Invece così rimangono impresse per sempre». L'intervista a Fausta Losquadro diventa un commovente momento di confronto. Il suo sguardo trasmette serenità. «Il mio libro è un percorso d'amore in orizzontale, nel senso che l'ho scritto per mio figlio, per mio nipote, che, alla morte del padre, aveva appena sedici mesi, per la mia famiglia, per gli altri miei due figli Stefania e Massimo, per mio marito. È il mio testamento affettivo per Franceschino (ndr, nipote di Fausta e figlio di Mariano). L'ho voluto scrivere anche per il prossimo, per una forma di carità intesa come servizio. La mia sofferenza, vissuta con gli occhi della Fede, la offro al prossimo. Nel mio dolore non sono disperata perché la disperazione non è un sentimento cristiano. L'ho voluto scrivere anche per un amore in verticale, nel senso che celebro l'Amore in assoluto, l'Amore di Dio. Questo mio libro, infatti, si presta a riflessioni religiose, etiche, alla meditazione, anche perché, quando sviluppo un concetto religioso, lo accompagno sempre con una citazione biblica. Il lettore deve sapere che sono cose scritte nella Sacra Scrittura e non dette da me». La seconda edizione del libro, quella presentata ad Altamura, contiene, oltre ad alcune fotografie in bianco e nero di Mariano, anche le lettere dei lettori e diverse recensioni.
«Mio figlio era un giovane architetto, nel breve arco della sua vita ha realizzato tutto. Si è laureato, sposato, ha avuto un figlio, lavorava, portava avanti uno studio tecnico insieme a mio genero Franco. Diceva di essere un ragazzo felice, la sua felicità si leggeva nei suoi occhi blu, belli come il mare. Amava il mare, cavalcava le onde con padronanza, era sommozzatore, era donatore di sangue». La sezione Avis di Pisticci è intitolata a lui. Negli scorsi mesi abbiamo dedicato degli articoli ad un concorso per giovani architetti, ingegneri e designer indetto proprio dall'Avis "Mariano Pugliese". Al terzo posto si classificò un gruppo formato da due altamurani e da un ragazzo di Rotondella. L'area oggetto del concorso comprendeva il Rione Dirupo, dove Mariano nacque. «Quel premio di cinquecento euro l'abbiamo offerto noi come famiglia di Mariano – spiega Fausta Losquadro – siamo felici che quei soldi siano finiti in mani giovani». A Mariano Pugliese è dedicata anche la sezione internazionale "Cinergie" del Lucania Film Festival.
Fausta Losquadro svolge attività di catechista e di volontariato nell'associazione "Maria Di Nazareth", fondata a Pisticci da Rosetta Laviola. Oltre a lei, alla presentazione ha partecipato anche il presidente dell'Associazione Pietro Mercorella, che si è occupato della lettura di alcuni passi del libro. Sono intervenuti Giovanni Saponaro, assessore alla Cultura del Comune di Altamura, Gianni Pallotta, assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Altamura, don Francesco Saverio Colonna, consigliere spirituale dell'associazione "Figli in cielo" (costituita da famiglie che hanno perso un figlio), e Antonella Terranova, redattrice vicina a Fausta Losquadro per aver vissuto, sulla propria pelle, l'esperienza dolorosa della perdita di una persona cara. L'incontro è stato coordinato da Giuseppe Coniglio, storico e giornalista. Fra un intervento e l'altro, anche intermezzi musicali. Al piano, Agnese Dolce. Voce, Maristella Laviola.