Pubblicazioni, mostre e un percorso guidati per l'ex campo di prigionia
Il progetto per il "luogo della memoria"
giovedì 12 dicembre 2019
10.07
Un luogo della memoria ad Altamura. Lo diventerà il campo di prigionia ("campo 65") costruito nella seconda guerra mondiale in via Gravina per rinchiudere soldati e ufficiali delle truppe avversarie.
Nell'ambito del programma "La cultura si fa strada" la Regione Puglia ha previsto un'apposita misura per i "Luoghi della memoria" fra i quali rientra proprio l'estesa area di baracche e fabbricati che fu costruita per tenere imprigionati 9000 uomini, da vari fronti del secondo conflitto mondiale e di varie nazionalità, su una capienza complessiva di 12.000. Nacque su una pietraia deserta. Casermette in tufo, prive di infissi, e tutt'intorno recinzioni di filo spinato. Agli angoli, ancora presenti, le torrette per le sentinelle, pronti a sparare a vista dalle feritoie. Sui muri delle casette ci sono ancora le scritte lasciate dai prigionieri. Al termine della seconda guerra mondiale qui vennero ospitati prima un campo di istruzione di partigiani iugoslavi e poi un centro di raccolta profughi.
Il Comune ha presentato alla Regione un progetto denominato "Altamura, campo di prigionia" dell'importo di circa 53.000 euro. La somma è divisa in interventi per il restauro conservativo dei dipinti murali sulle pareti interne di uno dei capannoni (15.250 euro), realizzazione di un portale web (6.100 euro), realizzazione di una mostra itinerante multimediale (12.200 euro), realizzazione di un percorso guidato di visita e fruizione parziale (12.200 euro) e realizzazione di una pubblicazione sul primo periodo relativo alla storia del campo di prigionia (7.320 euro).
Di proprietà comunale dal 2009, il sito è vincolato nel 2017 dal Ministero dei Beni Culturali con dichiarazione "bene di interesse culturale particolarmente importante".
Nell'ambito del programma "La cultura si fa strada" la Regione Puglia ha previsto un'apposita misura per i "Luoghi della memoria" fra i quali rientra proprio l'estesa area di baracche e fabbricati che fu costruita per tenere imprigionati 9000 uomini, da vari fronti del secondo conflitto mondiale e di varie nazionalità, su una capienza complessiva di 12.000. Nacque su una pietraia deserta. Casermette in tufo, prive di infissi, e tutt'intorno recinzioni di filo spinato. Agli angoli, ancora presenti, le torrette per le sentinelle, pronti a sparare a vista dalle feritoie. Sui muri delle casette ci sono ancora le scritte lasciate dai prigionieri. Al termine della seconda guerra mondiale qui vennero ospitati prima un campo di istruzione di partigiani iugoslavi e poi un centro di raccolta profughi.
Il Comune ha presentato alla Regione un progetto denominato "Altamura, campo di prigionia" dell'importo di circa 53.000 euro. La somma è divisa in interventi per il restauro conservativo dei dipinti murali sulle pareti interne di uno dei capannoni (15.250 euro), realizzazione di un portale web (6.100 euro), realizzazione di una mostra itinerante multimediale (12.200 euro), realizzazione di un percorso guidato di visita e fruizione parziale (12.200 euro) e realizzazione di una pubblicazione sul primo periodo relativo alla storia del campo di prigionia (7.320 euro).
Di proprietà comunale dal 2009, il sito è vincolato nel 2017 dal Ministero dei Beni Culturali con dichiarazione "bene di interesse culturale particolarmente importante".