Gli agricoltori di Gravina e Altamura contro le mafie
Insieme ai colleghi di Matera donano grano alla coop "Don Peppe Diana". Nei giorni scorsi incontro pubblico con don Ciotti
martedì 20 novembre 2012
17.38
Esiste un filo che lega i produttori biologici alla lotta contro la criminalità organizzata. Un filo sottile, ma indistruttibile, fatto di solidarietà e tenuto alle estremità da gente umile. Quella stessa gente che all'indomani dell'incendio appiccato ai terreni coltivati a grano della cooperativa sociale "Le Terre di don Peppe Diana", nella zona di Castelvolturno, ha deciso di cedere i prodotti della propria terra.
A compiere un gesto di straordinaria unicità, alcuni agricoltori che coltivano grano nei terreni di Altamura, Gravina e Matera. Dopo un un atto di violenza e intimidazione che si è ripetuto nel giro di qualche settimana in quasi tutte le cooperative di "Libera Terra" in Puglia, Calabria e Sicilia, in modo spontaneo gli agricoltori biologici dell'OP "Biologico Meridiano", il marchio di agricoltori e apicoltori impegnati nel produrre cibi buoni e sani, frutto di un'agricoltura che rispetta la terra, hanno donato 78 quintali di grano alla cooperativa "Le Terre di don Peppe Diana".
A raccontare questo e tanto altro agli studenti di Altamura, don Luigi Ciotti, presidente di "Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie". Quello stesso prete attivo nel sociale che, mettendo insieme le diverse realtà di volontariato e con un costante lavoro di rete, ha dato vita nel 1995 al network che oggi coordina nell'impegno antimafia oltre 700 associazioni e gruppi a livello nazionale. "Di fronte agli attacchi della malavita - ha detto don Ciotti - non bastano le reazioni emotive, che sono delle scintille, ma bisogna dare continuità. Qui abbiamo avuto la dimostrazione pratica e concreta di un impegno che vuole andare oltre".
Accanto a quella del sacerdote, le testimonianze di Maria Desiante e Salvatore Pace. "Abbiamo saputo quest'estate degli incendi che stavano toccando tutte le cooperative di Libera, e così, parlando tra di noi, ci siamo chiesti come avremmo potuto aiutare le vittime degli atti di violenza. La risposta è stata semplice, immediata e ha trovato d'accordo noi 7 semplici agricoltori, che nel nostro piccolo abbiamo deciso di fare un gesto pulito, sano dalle caratteristiche simili ai gesti che compiamo quotidianamente con la nostra terra", ha spiegato la Desiante. "Anche in pochi si possono fare cose straordinarie", ha concluso l'imprenditrice gravinese già salita agli onori delle cronache nazionali per la scelta coraggiosa di produrre cibo biologico.
All'incontro, tenutosi ad Altamura e moderato da Vito Giannulo, giornalista Rai di Bari, sono intervenuti anche Tommaso Cardano, dirigente scolastico del 5° Circolo Didattico "San Francesco d'Assisi" di Altamura; Lucio Cavazzoni, presidente di "Alce Nero"; Leonardo Massaro di "Mulino Camema"; Piero Bagnasco, amministratore delegato del pastificio "Afeltra"; Massimo Rocco, presidente della cooperativa "Le Terre di don Peppe Diana"; Rita de Padova, direttrice associazione "Emmaus" Foggia; Piero Sardo, presidente della Fondazione slow food per la biodiversità.
A compiere un gesto di straordinaria unicità, alcuni agricoltori che coltivano grano nei terreni di Altamura, Gravina e Matera. Dopo un un atto di violenza e intimidazione che si è ripetuto nel giro di qualche settimana in quasi tutte le cooperative di "Libera Terra" in Puglia, Calabria e Sicilia, in modo spontaneo gli agricoltori biologici dell'OP "Biologico Meridiano", il marchio di agricoltori e apicoltori impegnati nel produrre cibi buoni e sani, frutto di un'agricoltura che rispetta la terra, hanno donato 78 quintali di grano alla cooperativa "Le Terre di don Peppe Diana".
A raccontare questo e tanto altro agli studenti di Altamura, don Luigi Ciotti, presidente di "Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie". Quello stesso prete attivo nel sociale che, mettendo insieme le diverse realtà di volontariato e con un costante lavoro di rete, ha dato vita nel 1995 al network che oggi coordina nell'impegno antimafia oltre 700 associazioni e gruppi a livello nazionale. "Di fronte agli attacchi della malavita - ha detto don Ciotti - non bastano le reazioni emotive, che sono delle scintille, ma bisogna dare continuità. Qui abbiamo avuto la dimostrazione pratica e concreta di un impegno che vuole andare oltre".
Accanto a quella del sacerdote, le testimonianze di Maria Desiante e Salvatore Pace. "Abbiamo saputo quest'estate degli incendi che stavano toccando tutte le cooperative di Libera, e così, parlando tra di noi, ci siamo chiesti come avremmo potuto aiutare le vittime degli atti di violenza. La risposta è stata semplice, immediata e ha trovato d'accordo noi 7 semplici agricoltori, che nel nostro piccolo abbiamo deciso di fare un gesto pulito, sano dalle caratteristiche simili ai gesti che compiamo quotidianamente con la nostra terra", ha spiegato la Desiante. "Anche in pochi si possono fare cose straordinarie", ha concluso l'imprenditrice gravinese già salita agli onori delle cronache nazionali per la scelta coraggiosa di produrre cibo biologico.
All'incontro, tenutosi ad Altamura e moderato da Vito Giannulo, giornalista Rai di Bari, sono intervenuti anche Tommaso Cardano, dirigente scolastico del 5° Circolo Didattico "San Francesco d'Assisi" di Altamura; Lucio Cavazzoni, presidente di "Alce Nero"; Leonardo Massaro di "Mulino Camema"; Piero Bagnasco, amministratore delegato del pastificio "Afeltra"; Massimo Rocco, presidente della cooperativa "Le Terre di don Peppe Diana"; Rita de Padova, direttrice associazione "Emmaus" Foggia; Piero Sardo, presidente della Fondazione slow food per la biodiversità.