Procura di Bari, bilancio del 2010
Laudati: «Colpire i patrimoni della criminalità è più efficace del carcere». Oltre 400 milioni di euro sequestrati alla criminalità organizzata
mercoledì 2 marzo 2011
17.54
La Procura di Bari ha diffuso i dati del bilancio di esercizio del periodo da settembre 2009 a dicembre 2010: oltre 400 milioni di euro sequestrati alla criminalità organizzata e circa 75 milioni versati al FUG (Fondo Unico di Giustizia). Le uscite non hanno superato i sette milioni. «Risultati finanziari di tutto rilievo», si legge nel comunicato della Procura, «specie se analizzati complessivamente insieme ad altri dati, in modo particolare a quelli delle risorse umane in servizio alla Procura di Bari, che per alcuni reati è competente oltre che per Bari, anche per le province di Foggia e Barletta-Andria-Trani». Su 34 magistrati togati (procuratore, aggiunti e sostituti) previsti dalla pianta organica, ve ne sono in servizio effettivo 26; su 31 magistrati onorari 25; 113 i militari e gli agenti del personale in servizio delle quattro sezione di polizia giudiziaria (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale); 134 unità di personale amministrativo.
«Una carenza complessiva di organico», si legge, «più volte denunciata dal Procuratore Laudati al quale il Ministero della Giustizia ha dato parzialmente ascolto ampliando l'organico di due unità, ma non ancora in servizio. Una carenza di organico che, nel periodo preso in esame, ha, comunque, permesso il conseguimento di buoni risultati anche sul piano dello smaltimento dei procedimenti penali». Al 9 settembre 2009 i procedimenti pendenti erano 83.996, 52.296 quelli che si sono aggiunti fino al 31 dicembre 2010, per un totale di 136.292: in poco più di un anno l'Ufficio è riuscito a smaltirne 64.951. Il numero dei pendenti alla fine dello scorso anno è stato di 71.341. «Un buon risultato tenuto conto che, nello stesso periodo, la Procura ha condotto indagini che hanno prodotto 736 ordinanze di custodia cautelare che hanno coinvolto 1.811 persone raggiunte da provvedimenti cautelari in carcere o ai domiciliari. Decisamente maggiori le ordinanze cautelari che, invece, hanno colpito i patrimoni delle organizzazioni criminali, a conferma di una tesi più volte sostenuta dal Procuratore: colpire i patrimoni della criminalità e degli amministratori pubblici corrotti, a volte, è più efficace del carcere».
Su questo fronte la Procura di Bari ha recuperato alla Legalità 507 beni immobili e 237 beni mobili ai quali è stato dato un valore catastale di oltre 258 milioni per i primi e oltre quattro milioni per i secondi. Va da sé che i valori catastali non sono quelli di mercato per cui gli immobili se monetizzati porterebbero entrate superiori a quelli contabilizzati dalla Procura. Conti correnti e prodotti bancari e postali sequestrati o confiscati ammontano, invece, a oltre 149 milioni di Euro. Sommando il tutto (immobili, mobili e denaro) sono oltre 411 i milioni tolti alla malavita e agli amministratori pubblici corrotti. Circa 75 i milioni, invece, versati al Fondo Unico di Giustizia (Fug), attraverso la celebrazione dei processi e patteggiamenti delle somme recuperate a titolo di risarcimento allo Stato. Ingenti risorse finanziarie sono state recuperate anche per gli Enti locali, in modo particolare per la Regione Puglia.
A fronte di questo ingente recupero finanziario derivante dall'espletamento dell'attività giudiziaria, la Procura ha contenuto le spese dell'Ufficio in poco meno di sette milioni e mezzo. Due le voci più consistenti e che sono indispensabili soprattutto per le grandi inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia: intercettazioni, per le quali si è sostenuto un costo di 2.677.105 Euro, e consulenze, per 2.758.643. Il resto delle spese ha riguardato il materiale di cancelleria (per oltre 133.000 Euro), il lavoro straordinario (oltre 34.000 Euro) e spese per automezzi (oltre 27.000 Euro). Spese che potrebbero al 90% essere recuperate se i procedimenti penali in via di definizione dovessero portare alla condanna degli imputati e, quindi, al recupero delle spese processuali.
«Una carenza complessiva di organico», si legge, «più volte denunciata dal Procuratore Laudati al quale il Ministero della Giustizia ha dato parzialmente ascolto ampliando l'organico di due unità, ma non ancora in servizio. Una carenza di organico che, nel periodo preso in esame, ha, comunque, permesso il conseguimento di buoni risultati anche sul piano dello smaltimento dei procedimenti penali». Al 9 settembre 2009 i procedimenti pendenti erano 83.996, 52.296 quelli che si sono aggiunti fino al 31 dicembre 2010, per un totale di 136.292: in poco più di un anno l'Ufficio è riuscito a smaltirne 64.951. Il numero dei pendenti alla fine dello scorso anno è stato di 71.341. «Un buon risultato tenuto conto che, nello stesso periodo, la Procura ha condotto indagini che hanno prodotto 736 ordinanze di custodia cautelare che hanno coinvolto 1.811 persone raggiunte da provvedimenti cautelari in carcere o ai domiciliari. Decisamente maggiori le ordinanze cautelari che, invece, hanno colpito i patrimoni delle organizzazioni criminali, a conferma di una tesi più volte sostenuta dal Procuratore: colpire i patrimoni della criminalità e degli amministratori pubblici corrotti, a volte, è più efficace del carcere».
Su questo fronte la Procura di Bari ha recuperato alla Legalità 507 beni immobili e 237 beni mobili ai quali è stato dato un valore catastale di oltre 258 milioni per i primi e oltre quattro milioni per i secondi. Va da sé che i valori catastali non sono quelli di mercato per cui gli immobili se monetizzati porterebbero entrate superiori a quelli contabilizzati dalla Procura. Conti correnti e prodotti bancari e postali sequestrati o confiscati ammontano, invece, a oltre 149 milioni di Euro. Sommando il tutto (immobili, mobili e denaro) sono oltre 411 i milioni tolti alla malavita e agli amministratori pubblici corrotti. Circa 75 i milioni, invece, versati al Fondo Unico di Giustizia (Fug), attraverso la celebrazione dei processi e patteggiamenti delle somme recuperate a titolo di risarcimento allo Stato. Ingenti risorse finanziarie sono state recuperate anche per gli Enti locali, in modo particolare per la Regione Puglia.
A fronte di questo ingente recupero finanziario derivante dall'espletamento dell'attività giudiziaria, la Procura ha contenuto le spese dell'Ufficio in poco meno di sette milioni e mezzo. Due le voci più consistenti e che sono indispensabili soprattutto per le grandi inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia: intercettazioni, per le quali si è sostenuto un costo di 2.677.105 Euro, e consulenze, per 2.758.643. Il resto delle spese ha riguardato il materiale di cancelleria (per oltre 133.000 Euro), il lavoro straordinario (oltre 34.000 Euro) e spese per automezzi (oltre 27.000 Euro). Spese che potrebbero al 90% essere recuperate se i procedimenti penali in via di definizione dovessero portare alla condanna degli imputati e, quindi, al recupero delle spese processuali.