Presepe vivente, il senso del Natale entra nel vivo
Iniziato l'evento targato "Fortis Murgia". Numerosa partecipazione alla prima domenica
domenica 9 dicembre 2018
21.42
Dopo una lunga attesa e dopo preparativi nei minimi dettagli, ha preso il via all'ex ricovero dei cappuccini il Presepe vivente della Fortis Murgia. Le gradevoli temperature e l'accuratezza degli allestimenti hanno richiamato una buona presenza di pubblico.
Nell'anno italiano dedicato al cibo, il tema scelto è significativo: "Natività. Gesù pane che sfama". In questo modo si è voluto mettere in relazione la cultura religiosa e quella del territorio ed unire tradizioni, storia, folklore, saperi e fede. Cristo, pane da mangiare, e l'uomo, nutrito di quel pane, si fondono in un legame creatore-creatura che guarda all'umanità nei suoi necessari beni materiali e nelle più autentiche esigenze spirituali.
E proprio questo è il senso profondo della manifestazione, quello prettamente religioso, che viene sottolineato con le scene interpretate e raccontate in diffusione sonora. Sì, perché il Presepe vivente è davvero grande per numero di partecipanti, lunghezza del percorso e rappresentazioni e nonostante tali grandi numeri riesce a rendere bene il senso vero del Natale man mano che ci si avvicina alla povera mangiatoia del tenero Bambinello.
Il percorso è ricco di "quadri viventi" che richiamano altri tempi, semplici e frugali. Scene interpretate da tanti bambini (partecipano numerose scuole) e figuranti. In tutto saranno 400 i figuranti che si alterneranno nelle quattro giornate in cui si terrà la manifestazione. Mentre nella umile mangiatoia che si trova al centro dell'itinerario, dopo il percorso nello splendido giardino dell'ex ricovero, si alterneranno varie coppie con figli piccoli.
Il tema del pane è presente fisicamente in alcuni punti del percorso ma lo è soprattutto idealmente nel "pane da mangiare" che è il significato principale dato a questa edizione.
Nell'anno italiano dedicato al cibo, il tema scelto è significativo: "Natività. Gesù pane che sfama". In questo modo si è voluto mettere in relazione la cultura religiosa e quella del territorio ed unire tradizioni, storia, folklore, saperi e fede. Cristo, pane da mangiare, e l'uomo, nutrito di quel pane, si fondono in un legame creatore-creatura che guarda all'umanità nei suoi necessari beni materiali e nelle più autentiche esigenze spirituali.
E proprio questo è il senso profondo della manifestazione, quello prettamente religioso, che viene sottolineato con le scene interpretate e raccontate in diffusione sonora. Sì, perché il Presepe vivente è davvero grande per numero di partecipanti, lunghezza del percorso e rappresentazioni e nonostante tali grandi numeri riesce a rendere bene il senso vero del Natale man mano che ci si avvicina alla povera mangiatoia del tenero Bambinello.
Il percorso è ricco di "quadri viventi" che richiamano altri tempi, semplici e frugali. Scene interpretate da tanti bambini (partecipano numerose scuole) e figuranti. In tutto saranno 400 i figuranti che si alterneranno nelle quattro giornate in cui si terrà la manifestazione. Mentre nella umile mangiatoia che si trova al centro dell'itinerario, dopo il percorso nello splendido giardino dell'ex ricovero, si alterneranno varie coppie con figli piccoli.
Il tema del pane è presente fisicamente in alcuni punti del percorso ma lo è soprattutto idealmente nel "pane da mangiare" che è il significato principale dato a questa edizione.