Pioggia d'applausi per il concerto del gruppo Uaragniaun
Ultima data per l'ottava edizione del festival "Suoni della Murgia". Presenti due ospiti d'eccezione
lunedì 2 agosto 2010
18.44
Si è conclusa ieri, con il concerto del gruppo Uaragniaun, l'ottava edizione della rassegna internazionale di musica popolare "Suoni della Murgia". Il gruppo altamurano, ideatore ed organizzatore del folk festival murgiano, sa bene come coinvolgere il pubblico. D'altronde, quando a cantare sono le tradizioni, ognuno si sente chiamato in causa. Parole d'altri tempi, che provocano, in chi le ascolta, anche un po' di nostalgia. Soprattutto se quelle stesse parole sono state vissute.
Il nome del gruppo, oltre a rappresentare un progetto musicale, indica anche la località che ospita la rocca e i resti di un antico castello, attualmente visitabili in territorio di Spinazzola. La dura pietra e la silenziosa solitudine dominano un paesaggio in cui l'uomo e la terra hanno da sempre costituito un connubio indissolubile. Affiancato da costante sacrificio e da spirito d'iniziativa.
Tocchi di suono accompagnati da una scrosciante pioggia di applausi. I brani eseguiti dal gruppo Uaragniaun si fanno interpreti di una tradizione essenzialmente orale, trasmessa di generazione in generazione. Il "dialetto", in questo modo, appare intriso di storia e di storie. Alla base di ogni parola c'è, infatti, la ricerca. Senza il suo contributo, la tradizione rischia di scomparire per sempre. E se scompare la tradizione, scompaiono le origini. Un danno che non potrebbe essere riparato in alcun modo.
Nel giardino del Monastero del Soccorso, la gente non ha fatto che applaudire. Canti a distesa, tarantelle, canzoni d'amore, canti religiosi (come quello che narra di un pellegrinaggio a Picciano), ninna nanne, canti di lavoro (come quello dedicato al duro mestiere del pastore). Qualcuno del pubblico si è lasciato trascinare dalle note ed ha improvvisato la danza di una pizzica di Cisternino. La voce e la chitarra di Maria Moramarco sono state accompagnate da chitarra, bouzouki, mandoloncello, baglama di Luigi Bolognese; da tammorre, percussioni, flauti, harmonium di Silvio Teot; da zampogna, flauti dritti, quena, charango, fisarmonica, chitarra di Nico Berardi; dal sax soprano di Gianni Calia. Due gli ospiti d'eccezione della serata, entrambi baschi. Il fisarmonicista Joxan Goikoetxea e il chitarrista Balen Lopez de Munain.
Il nome del gruppo, oltre a rappresentare un progetto musicale, indica anche la località che ospita la rocca e i resti di un antico castello, attualmente visitabili in territorio di Spinazzola. La dura pietra e la silenziosa solitudine dominano un paesaggio in cui l'uomo e la terra hanno da sempre costituito un connubio indissolubile. Affiancato da costante sacrificio e da spirito d'iniziativa.
Tocchi di suono accompagnati da una scrosciante pioggia di applausi. I brani eseguiti dal gruppo Uaragniaun si fanno interpreti di una tradizione essenzialmente orale, trasmessa di generazione in generazione. Il "dialetto", in questo modo, appare intriso di storia e di storie. Alla base di ogni parola c'è, infatti, la ricerca. Senza il suo contributo, la tradizione rischia di scomparire per sempre. E se scompare la tradizione, scompaiono le origini. Un danno che non potrebbe essere riparato in alcun modo.
Nel giardino del Monastero del Soccorso, la gente non ha fatto che applaudire. Canti a distesa, tarantelle, canzoni d'amore, canti religiosi (come quello che narra di un pellegrinaggio a Picciano), ninna nanne, canti di lavoro (come quello dedicato al duro mestiere del pastore). Qualcuno del pubblico si è lasciato trascinare dalle note ed ha improvvisato la danza di una pizzica di Cisternino. La voce e la chitarra di Maria Moramarco sono state accompagnate da chitarra, bouzouki, mandoloncello, baglama di Luigi Bolognese; da tammorre, percussioni, flauti, harmonium di Silvio Teot; da zampogna, flauti dritti, quena, charango, fisarmonica, chitarra di Nico Berardi; dal sax soprano di Gianni Calia. Due gli ospiti d'eccezione della serata, entrambi baschi. Il fisarmonicista Joxan Goikoetxea e il chitarrista Balen Lopez de Munain.