Piano di riordino sanitario
La giunta Vendola si appresta ad approvarlo. Le perplessità di Rifondazione Comunista
sabato 24 luglio 2010
09.15
«Nel nome del tanto declamato federalismo, le Regioni, le Provincie e i Comuni dovranno rinunciare a prestare servizi fondamentali per i cittadini, quali il Trasporto Pubblico, l'Assistenza Sociale, il sostegno alla Scuola Pubblica e alla Sanità. Per questo la Regione Puglia ha dovuto accelerare la proposta di un piano sanitario di "riordino" che la Giunta Vendola sta per approvare». Rifondazione Comunista di Altamura, attraverso la parole di Sabino De Razza (Segretario provinciale PRC /Federazione della sinistra Bari), intende informare il Presidente Vendola che risultano «doverosi percorsi partecipativi e consultazioni con Comuni, Enti, Associazioni e i soggetti sociali dei territori. Come Rifondazione Comunista sollecitiamo fortemente il presidente Vendola e la coalizione di Centrosinistra ad attivare momenti partecipativi per evitare che il "riordino" si materializzi in tagli di risorse e attività di presidio della salute anziché in tagli di sprechi, doppioni e privilegi».
Continua Sabino De Razza: «Tagliare 1400 posti letto pubblici sui 2200 previsti non ci sembra sia una scelta da decidere "calandola dall'alto", metodi di fittiana memoria, senza ampio coinvolgimento delle comunità locali. "Riconvertire" (dove? come? quando?) 18 strutture, tra cui Noci, Rutigliano, Grumo Appula, Santeramo, Bitonto, Spinazzola, Ruvo e Minervino, ecc.. deve essere pianificato solo con il contestuale potenziamento di presidi efficaci ed efficienti di assistenza e prevenzione, senza rischiare di lasciare "spazi di mercato" agli Operatori privati che in Puglia hanno da tempo trovato la loro "Bengodi" (vedi don Verzè a Taranto) anche ben oltre le effettive ricadute sulla tutela della salute dei cittadini pugliesi».
«La eccessiva ospedalizzazione in Puglia è anche frutto di politiche che negli anni hanno sempre ridimensionato il servizio pubblico e favorito la sanità privata e/o ecclesiale. Ancora in questi giorni i guasti dell'abnorme ruolo dei privati nella gestione della sanità hanno mostrato il "marcio" che ormai coinvolge a vari livelli dirigenti e funzionari pubblici, politici e amministratori (di tutti i colori) e la corruzione è diventata "naturale" come una protesi artificiale! Rifondazione chiede quindi di aprire in tempi brevissimi un percorso partecipato e diffuso di confronto e di condivisione con i soggetti tutti del territorio e che gli interventi di riordino non lascino fuori dalla porta i lavoratori delle ditte appaltatrici e i precari della sanità che aspettano – come promesso da Vendola – la stabilizzazione. La salute va tutelata, la salute non è finanza!».
Continua Sabino De Razza: «Tagliare 1400 posti letto pubblici sui 2200 previsti non ci sembra sia una scelta da decidere "calandola dall'alto", metodi di fittiana memoria, senza ampio coinvolgimento delle comunità locali. "Riconvertire" (dove? come? quando?) 18 strutture, tra cui Noci, Rutigliano, Grumo Appula, Santeramo, Bitonto, Spinazzola, Ruvo e Minervino, ecc.. deve essere pianificato solo con il contestuale potenziamento di presidi efficaci ed efficienti di assistenza e prevenzione, senza rischiare di lasciare "spazi di mercato" agli Operatori privati che in Puglia hanno da tempo trovato la loro "Bengodi" (vedi don Verzè a Taranto) anche ben oltre le effettive ricadute sulla tutela della salute dei cittadini pugliesi».
«La eccessiva ospedalizzazione in Puglia è anche frutto di politiche che negli anni hanno sempre ridimensionato il servizio pubblico e favorito la sanità privata e/o ecclesiale. Ancora in questi giorni i guasti dell'abnorme ruolo dei privati nella gestione della sanità hanno mostrato il "marcio" che ormai coinvolge a vari livelli dirigenti e funzionari pubblici, politici e amministratori (di tutti i colori) e la corruzione è diventata "naturale" come una protesi artificiale! Rifondazione chiede quindi di aprire in tempi brevissimi un percorso partecipato e diffuso di confronto e di condivisione con i soggetti tutti del territorio e che gli interventi di riordino non lascino fuori dalla porta i lavoratori delle ditte appaltatrici e i precari della sanità che aspettano – come promesso da Vendola – la stabilizzazione. La salute va tutelata, la salute non è finanza!».