Piano Casa? Il Comune redige un Vademecum
Stilato insieme agli Ordini professionali degli ingegneri, degli architetti e dei geometri. "Ora si attendono contributi per il rilancio del settore edilizio"
giovedì 3 giugno 2010
19.11
L'Amministrazione Comunale di Altamura ha redatto un Vademecum sul "Piano Casa" insieme agli Ordini professionali degli ingegneri, degli architetti e dei geometri.
"Dalla legge regionale, recepita dal Consiglio comunale, si attendono significativi contributi per il rilancio dell'economia del settore edilizio ma anche per il miglioramento della qualità architettonica, energetica e ambientale del patrimonio edilizio esistente", si legge in una nota del Comune.
"Dopo la prima fase di avvio applicativo sono emersi alcuni aspetti problematici ed inediti. Per la prima volta - come è sottolineato nel comunicato - si è di fronte ad una sorta di dualismo normativo: da una parte le vecchie e collaudate norme edilizie locali e dall'altra le recenti norme straordinarie e temporanee. Per lo stesso immobile, e per i ventiquattro mesi di validità della legge regionale, alcune tra le norme vigenti continuano a valere, altre invece sono sostituite dalle deroghe temporanee. Notoriamente l'ordine normativo locale in materia di edilizia si regge su delicati equilibri, frutto di anni di esperienze, di sentenze, di prassi consolidate per lo più di carattere esecutivo in cui ciascuna singola norma si intreccia e si bilancia con tutte le altre. Ne è testimonianza il forum sul tema aperto dalla Regione Puglia zeppo di questioni spinose, di interpretazioni personali, di casi specifici e complicati che danno la misura delle difficoltà in cui versano i professionisti del settore. In questo contesto si inserisce lo sforzo compiuto dall'Amministrazione Comunale assieme alle rappresentanze locali degli ordini professionali per eliminare la confusione operativa, gli elementi di incertezza e i punti oscuri forieri di contenziosi e continuare a perseguire le finalità della legge. Così in un'ottica collaborativa e partecipativa sono state recepite le preoccupazioni e i quesiti degli addetti ai lavori nel Vademecum".
Il documento è pubblicato sul sito del Comune ed è, inoltre, allegato all'articolo. Esso esamina le tipologie di interventi ammessi, gli adempimenti, la determinazione del volume esistente, le deroghe ed il coordinamento con la normativa locale, le determinazioni dei valori.
"Dalla legge regionale, recepita dal Consiglio comunale, si attendono significativi contributi per il rilancio dell'economia del settore edilizio ma anche per il miglioramento della qualità architettonica, energetica e ambientale del patrimonio edilizio esistente", si legge in una nota del Comune.
"Dopo la prima fase di avvio applicativo sono emersi alcuni aspetti problematici ed inediti. Per la prima volta - come è sottolineato nel comunicato - si è di fronte ad una sorta di dualismo normativo: da una parte le vecchie e collaudate norme edilizie locali e dall'altra le recenti norme straordinarie e temporanee. Per lo stesso immobile, e per i ventiquattro mesi di validità della legge regionale, alcune tra le norme vigenti continuano a valere, altre invece sono sostituite dalle deroghe temporanee. Notoriamente l'ordine normativo locale in materia di edilizia si regge su delicati equilibri, frutto di anni di esperienze, di sentenze, di prassi consolidate per lo più di carattere esecutivo in cui ciascuna singola norma si intreccia e si bilancia con tutte le altre. Ne è testimonianza il forum sul tema aperto dalla Regione Puglia zeppo di questioni spinose, di interpretazioni personali, di casi specifici e complicati che danno la misura delle difficoltà in cui versano i professionisti del settore. In questo contesto si inserisce lo sforzo compiuto dall'Amministrazione Comunale assieme alle rappresentanze locali degli ordini professionali per eliminare la confusione operativa, gli elementi di incertezza e i punti oscuri forieri di contenziosi e continuare a perseguire le finalità della legge. Così in un'ottica collaborativa e partecipativa sono state recepite le preoccupazioni e i quesiti degli addetti ai lavori nel Vademecum".
Il documento è pubblicato sul sito del Comune ed è, inoltre, allegato all'articolo. Esso esamina le tipologie di interventi ammessi, gli adempimenti, la determinazione del volume esistente, le deroghe ed il coordinamento con la normativa locale, le determinazioni dei valori.
Con delibera n. 55 del Consiglio Comunale dello scorso 3 novembre (i 28 consiglieri presenti al momento della votazione hanno espresso, tutti, voto favorevole) è stata recepita la Legge Regionale n. 14 del 30.07.2009 "Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell'attività edilizia e per il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale" (pubblicata sul BURP n. 119 del 3.08.2009).
Il cosiddetto "Piano Casa", intesa fra Stato, Regioni ed Enti Locali sottoscritta il 1° aprile 2009 (e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 98 del 29 aprile 2009), oltre a rilanciare l'economia mediante il sostegno all'attività edilizia, vuole migliorare la qualità architettonica, energetica e ambientale del patrimonio edilizio esistente, in coerenza con le norme di tutela dei beni ambientali, culturali e paesaggistici della Regione, nonché di difesa del suolo, prevenzione del rischio sismico e accessibilità degli edifici.
La legge n. 14/2009 emanata dalla Regione Puglia disciplina l'esecuzione degli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione di edifici esistenti. In particolare:
- "dispone che, a specifiche condizioni e con determinate modalità, possono essere ampliati, nel limite del 20 per cento della volumetria complessiva, e comunque per non oltre 200 m³, gli edifici residenziali di volumetria non superiore a 1.000 m³";
- "al fine di migliorare la qualità del patrimonio edilizio esistente, ammette che, negli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici destinati a residenza almeno in misura pari al 75 per cento della volumetria complessiva, possa realizzarsi un incremento di volumetria sino al 35 per cento di quella esistente al momento di entrata in vigore della legge regionale".
Il Consiglio Comunale ha, inoltre, deliberato che:
- "è consentito nelle zone omogenee di tipo B1, B2 e Cr, che l'attuale parametro Ds (distanza dalla strada) pari a 1,0/1,0 inteso come rapporto tra l'altezza dell'edificio e larghezza della strada prospiciente possa modificarsi in Ds = 1,5/1,0";
- "con l'esclusione di quelli ricadenti nelle zone territoriali omogenee di tipo A di PRG, in quelle vincolate (Capo V delle NTA) e in quelle destinate all'agricoltura, gli edifici ampliati o ricostruiti possono superare l'altezza massima ammessa dallo strumento urbanistico vigente di ulteriori 3,00 metri o in alternativa conservare quella esistente";
- "nel rispetto degli allineamenti e delle distanze dei fabbricati verso le strade come prescritta dagli strumenti urbanistici esecutivi e nel rispetto delle norme del codice civile, dei diritti dei terzi, della disciplina nazionale in materia di igiene e sanità e delle norme antisismiche, è consentita l'edificazione a distanza inferiore a quella minima prevista, tra le costruzioni, dagli strumenti urbanistici vigenti a condizione che il confinante esprima il proprio assenso mediante atto pubblico trascritto".
Il cosiddetto "Piano Casa", intesa fra Stato, Regioni ed Enti Locali sottoscritta il 1° aprile 2009 (e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 98 del 29 aprile 2009), oltre a rilanciare l'economia mediante il sostegno all'attività edilizia, vuole migliorare la qualità architettonica, energetica e ambientale del patrimonio edilizio esistente, in coerenza con le norme di tutela dei beni ambientali, culturali e paesaggistici della Regione, nonché di difesa del suolo, prevenzione del rischio sismico e accessibilità degli edifici.
La legge n. 14/2009 emanata dalla Regione Puglia disciplina l'esecuzione degli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione di edifici esistenti. In particolare:
- "dispone che, a specifiche condizioni e con determinate modalità, possono essere ampliati, nel limite del 20 per cento della volumetria complessiva, e comunque per non oltre 200 m³, gli edifici residenziali di volumetria non superiore a 1.000 m³";
- "al fine di migliorare la qualità del patrimonio edilizio esistente, ammette che, negli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici destinati a residenza almeno in misura pari al 75 per cento della volumetria complessiva, possa realizzarsi un incremento di volumetria sino al 35 per cento di quella esistente al momento di entrata in vigore della legge regionale".
Il Consiglio Comunale ha, inoltre, deliberato che:
- "è consentito nelle zone omogenee di tipo B1, B2 e Cr, che l'attuale parametro Ds (distanza dalla strada) pari a 1,0/1,0 inteso come rapporto tra l'altezza dell'edificio e larghezza della strada prospiciente possa modificarsi in Ds = 1,5/1,0";
- "con l'esclusione di quelli ricadenti nelle zone territoriali omogenee di tipo A di PRG, in quelle vincolate (Capo V delle NTA) e in quelle destinate all'agricoltura, gli edifici ampliati o ricostruiti possono superare l'altezza massima ammessa dallo strumento urbanistico vigente di ulteriori 3,00 metri o in alternativa conservare quella esistente";
- "nel rispetto degli allineamenti e delle distanze dei fabbricati verso le strade come prescritta dagli strumenti urbanistici esecutivi e nel rispetto delle norme del codice civile, dei diritti dei terzi, della disciplina nazionale in materia di igiene e sanità e delle norme antisismiche, è consentita l'edificazione a distanza inferiore a quella minima prevista, tra le costruzioni, dagli strumenti urbanistici vigenti a condizione che il confinante esprima il proprio assenso mediante atto pubblico trascritto".