Pennelate di sogno in mostra a Corato

Intervista all'altamurana Teta Mona e al coratino Vincenzo Mascoli. Due artisti diversi e complementari che tracciano sulla tela il confine fra reale ed irreale

lunedì 13 giugno 2011
A cura di Anna Maria Colonna
È stata inaugurata lo scorso 4 giugno, a Corato, presso l'ex chiesa San Francesco, in via Carmine, la bi-personale d'arte pittorica dell'altamurana Teta Mona (Mariateresa Colamonaco) e del coratino Vincenzo Mascoli. Due artisti diversi e complementari che tracciano, sulla tela, il confine fra reale ed irreale. La mostra, intitolata "Artemidoro-proiezioni oniriche", prende il nome dallo scrittore greco, vissuto nel II secolo d. C., che compilò un'opera sull'interpretazione dei sogni. In effetti il sogno diventa viaggio e destinazione di questo particolare percorso fra i sottoboschi dell'anima. Colamonaco, artista poliedrica, eclettica e autodidatta, dipinge con forza ed energia quello che racconta il suo silenzio. Mascoli propone proiezioni di volti ed immagini orientate verso una dimensione onirica.

La bi-personale pittorica, curata da Alexander Larrarte, rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 19 giugno, tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 18 alle ore 21. È patrocinata dall'Assessorato regionale alla Pubblica Istruzione, dalla Provincia di Bari, dal Comune di Corato, dal Comune di Altamura e dall'ANCI Giovane Puglia. L'ingresso è libero.

Abbiamo intervistato i due artisti che, nelle risposte, si sono dimostrati davvero originali.

Chi è Mariateresa Colamonaco?
Sono nata ad Altamura e vivo a Londra da quasi 8 anni. Sono del segno dei Pesci, ascendente Scorpione. Luna in Sagittario. Sono una musicista (ndr, Teta Mona, cantautrice, ha inaugurato la mostra con una performance musicale eseguita insieme alla sua band londinese "The Catcher Nine").

Chi è Vincenzo Mascoli?
Vivo e lavoro a Bari. Dopo l'Istituto d'arte, mi sono laureato in scenografia e attualmente sono iscritto al biennio specialistico di pittura. Durante i miei studi ho vinto una targa per il premio d'arte internazionale "Porticato Gaetano". Lavoro come scenografo-costumista e realizzatore presso teatri e produzioni teatrali con registi locali (ndr, il curriculum di Mascoli vanta numerosi riconoscimenti. Consegue il primo premio nazionale al Galà della Politica, sezione Spot elettorali, con "Una rivoluzione Meridionale". Vince la borsa di studio in pittura e scultura "Franco Zeffirelli Schoolarship in the Arts award for 2008" a New York City. Per due volte ottiene il primo premio "Il Pendio", mostra d'Arte riservata ai giovani pittori del Mezzogiorno d'Italia. Porta a casa anche il primo premio nazionale "Illustrare Manzoni", organizzato dal Centro Abruzzese di Studi Manzoniani, ed il premio della critica "Arte Bizantina" a Gravina. Ottiene il terzo premio del concorso fotografico "Luci e Ombre - Un viaggio emozionale tra storia e territorio", svoltosi ad Andria).

Come e quando è nato questo amore per l'Arte?
Teta Mona:
credo sia nato lui prima di me.
Vincenzo Mascoli: credo che l'amore per l'Arte sia una cosa che mi porto dentro da tempo, ma più che dire se ho vero talento o altro, credo mi appartenga la voglia di esserci, di creare, di lasciare qualcosa di mio.

L'Arte può varcare il confine fra reale e irreale? In che modo?
Teta Mona: mm... Syd Barrett?
Vincenzo Mascoli: l'Arte si pone al centro fra il reale e l'irreale, esiste e si discute. Il bello dell'Arte, ingiudicabile, è che si possono fare mille discorsi e poi si torna al punto di partenza. Per me l'Arte è carattere, espressione, comunicazione. Se l'opera e l'artista arrivano al pubblico, è Arte.

I sogni si visualizzano, si raccontano e si dipingono... come si fa a dipingere un sogno?
Teta Mona: non saprei, sono piuttosto insonne e se dormo faccio gli incubi.
Vincenzo Mascoli: i sogni si dipingono se hai delle aspettative, dei traguardi da raggiungere, se hai voglia di vivere. Come puoi dipingere tutto questo? Puoi soltanto lavorare, lavorare e, ancora, lavorare e lasciare parole, critiche ed invidie a chi è abituato a non servirsi da solo.

Che cosa significa dipingere un sogno? Come mai questa tematica?
Teta Mona:
più che dipingere i sogni, io uso i colori per calmarmi.
Vincenzo Mascoli: dipingo le mie aspettative e la tematica è attualissima per me in questo particolare contesto storico-politico.

Qual è la caratteristica che emerge nelle sue opere d'arte?
Teta Mona:
l'istinto ed il non saper disegnare.
Vincenzo Mascoli: credo l'ossessione, che poi si riflette nel concetto di sequenza e di citazione. Tutto, ormai, è stato fatto, noi possiamo inchinarci ai grandi maestri e coglierne la grandezza, ma con la nostra creatività possiamo reinterpretarli. Citarli per esserci e per ricordali.

La mostra prende il nome da Artemidoro, interprete dei sogni nell'antichità greca. L'Arte si può dunque fare interprete dei sogni?
Teta Mona:
se lo dice Artemidoro...
Vincenzo Mascoli: l'Arte è un sogno. Io sono sempre ipercritico verso i miei lavori e verso tutto quello che faccio. Comunque mi piace sperare, mi piace sognare e, ripeto, mi piace esserci. Credo di essere un finto pessimista. Per me esserci diventa una sfida e questo è un sogno in un paese non meritocratico come il nostro. Io sogno di esserci, sogno di fare, sogno di creare. Riesco a trasformare tutto questo in realtà. Alle volte con molta fatica, con mostre, con eventi, con i miei viaggi, con la mia arte, con i miei cambi di umore.

I pugliesi e l'Arte... come si potrebbe definire questo binomio?
Teta Mona:
abbastanza inusuale.
Vincenzo Mascoli: un binomio complesso, ma molto interessante e aperto a nuove forme di sperimentazione.

Quando una mostra ad Altamura?
Teta Mona: credo che mio padre stia già lavorando per spostarla da quelle parti…
Vincenzo Mascoli: Spero quanto prima e spero anche a Londra.