In arrivo... le pecore antincendio
L’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia affida agli ovini la prevenzione degli incendi. Brucando erba secca riducono la possibilità di diffusione delle fiamme
mercoledì 16 giugno 2010
13.03
Un incendio è difficile da contrastare anche con un gran dispiego di forze e mezzi. Il miglior modo per limitare i danni è la prevenzione. Il fenomeno degli incendi estivi ha allertato le istituzioni spingendole a cercare nuove soluzioni. Una soluzione che a primo acchito può sembrare eccentrica, e strappare anche qualche sorriso incredulo, è quella adottata dall'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia: affidare agli ovini la prevenzione degli incendi.
Da sempre gli ovini svolgono un'importantissima funzione antincendio, semplicemente nutrendosi di sterpaglie ed arbusti. Questo riduce la possibilità di espansione delle fiamme. Ogni ecosistema ha degli efficaci meccanismi di autodifesa, che tuttavia si reggono su equilibri fragili, un tassello mancante a lungo termine può portare a grandi disastri naturali. Sempre più spesso questi equilibri vengono sconvolti dai cambiamenti apportati dall'uomo all'ambiente. Un'area di 3.74.40 ettari nel territorio di Grumo Appula, dove un tempo gli erbivori erano massicciamente presenti, verrà ripopolata. L'intervento si configura all'interno di un'opera di rinaturalizzazione dei terreni, che sono stati confiscati alla criminalità organizzata e concessi a titolo gratuito all'Ente Parco dal Prefetto di Bari.
Dunque la soluzione non è nuova, e forse non è neanche propriamente una soluzione. Qui si tratta più della scoperta di un tassello mancante e del tentativo di reintegrarlo nell'ecosistema, tentativo che da più di un decennio è perseguito con successo in Francia e Svizzera. In Italia si è tentato già in Valle Seriana, anche qui con buoni risultati.
Da sempre gli ovini svolgono un'importantissima funzione antincendio, semplicemente nutrendosi di sterpaglie ed arbusti. Questo riduce la possibilità di espansione delle fiamme. Ogni ecosistema ha degli efficaci meccanismi di autodifesa, che tuttavia si reggono su equilibri fragili, un tassello mancante a lungo termine può portare a grandi disastri naturali. Sempre più spesso questi equilibri vengono sconvolti dai cambiamenti apportati dall'uomo all'ambiente. Un'area di 3.74.40 ettari nel territorio di Grumo Appula, dove un tempo gli erbivori erano massicciamente presenti, verrà ripopolata. L'intervento si configura all'interno di un'opera di rinaturalizzazione dei terreni, che sono stati confiscati alla criminalità organizzata e concessi a titolo gratuito all'Ente Parco dal Prefetto di Bari.
Dunque la soluzione non è nuova, e forse non è neanche propriamente una soluzione. Qui si tratta più della scoperta di un tassello mancante e del tentativo di reintegrarlo nell'ecosistema, tentativo che da più di un decennio è perseguito con successo in Francia e Svizzera. In Italia si è tentato già in Valle Seriana, anche qui con buoni risultati.