Ostetricia, promessi due medici ma solo uno è in servizio

La situazione rimane critica. «Traspare una chiara volontà politica di penalizzare un ospedale di periferia»

giovedì 3 febbraio 2011 12.06
A cura di Anna Maria Colonna
La situazione nel reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell'Ospedale "Umberto I" di Altamura rimane critica. Secondo una comunicazione della Direzione generale della Asl Bari fatta pervenire alla locale Direzione ospedaliera e dello stesso reparto in data 30 dicembre 2010, dal 10 gennaio al 9 febbraio 2011, «stanti le gravissime criticità di personale medico», sarebbero stati assicurati la presenza ed il servizio di altri due medici provenienti dagli ospedali baresi Di Venere e San Paolo. Ma questo non è avvenuto. O meglio. È avvenuto solo parzialmente. Una delle due unità garantite dalla Asl Ba - quella del San Paolo - non avrebbe mai messo piede nell'ospedale di Altamura perché risulta in malattia. Dunque solo il medico del Di Venere, Michele Dicecca, è in servizio presso il locale presidio ospedaliero, ma fino al 9 febbraio.

Il direttore generale della Asl Ba Nicola Pansini, a dicembre scorso, aveva assicurato sia al sindaco Mario Stacca che al consigliere regionale Michele Ventricelli il potenziamento del reparto altamurano con l'aggregazione definitiva di altri due medici, oltre a quello in servizio fino a febbraio.

Le difficoltà che i medici stanno vivendo da qualche mese nel reparto sono dovute alla carenza di personale. La pianta organica prevede tredici medici, oltre al primario. Ma ad operare sono attualmente in sei. Oltre ai cinque medici turnisti rimasti (Michele Oreste, Alessandro Mastrorilli, Francesco Lomurno, Maria Deveteris, Nadia Veloce) e al primario Marcello Losito, è in servizio temporaneo il medico del Di Venere. Ma ci si chiede cosa accadrà dopo il 9 febbraio.

«Il direttore sanitario Sergio Massenio - sostengono i medici del reparto - nonostante la spola quotidiana Altamura-Bari, non è riuscito né a risolvere né ad opporsi ad ordini di trasferimento della Direzione generale di medici del nostro reparto presso altri ospedali e Consultorio previa sostituzione». I medici si domandano «come mai la situazione non trova soluzione» e suggeriscono che «basterebbe il rientro delle tre unità trasferite». Per loro «traspare una chiara volontà politica di penalizzare un ospedale di periferia». E concludono con un interrogativo: «Dobbiamo ancora credere al futuro Ospedale della Murgia?»