Nucleare: un Comune del Piemonte vuole deposito nazionale di scorie

Favorevole il ministro all'ambiente. Altamura ha ribadito il suo "no"

lunedì 15 gennaio 2024
Il Comune di Trino Vercellese, in Piemonte, ha presentato la propria candidatura per ospitare sul proprio territorio il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico. A Trino esiste una vecchia centrale nucleare; inoltre in Piemonte c'è anche un'altra centrale della stagione atomica (a Saluggia).

Trino Vercellese è l'unico Comune italiano che ha presentato la candidatura. Anche ai Comuni che non erano inseriti nella Carta delle aree idonee, il Ministero dell'Ambiente ha dato la possibilità di auto-candidarsi. Invece il Comune piemontese ha deliberato favorevolmente prevedendo 4000 occupati nel cantiere per la costruzione del deposito nazionale di scorie nucleari e del parco tecnologico e scientifico per 4 anni e 700-1000 occupati nella gestione dell'impianto.

In Piemonte, fra Trino e Saluggia, è già stoccato circa l'82% di rifiuti d'Italia in termini di radioattività, come ha spiegato il Comune piemontese nella delibera. "La disponibilità di Trino ad accogliere il deposito unico nucleare è molto importante e viene accolta positivamente dal Governo - ha commentato il ministro all'ambiente Gilberto Pichetto Fratin-. Andrà ora verificata sulla base delle caratteristiche tecniche e di sicurezza che la legge prevede per i depositi di questa natura. La decisione di invertire il processo, facendolo partire dal basso invece che imporlo dall'alto, speriamo che sia la via giusta. Dopo quasi quarant'anni di inutili prove di forza, mi auguro che l'Italia possa finalmente avere il proprio deposito unico nucleare''.

Eppure Trino Vercellese non rientra nella Carta delle aree idonee in cui invece sono compresi 51 siti tra cui anche 2 ad Altamura (in condivisione con il territorio di Matera). Per questo ora deve essere valutato se il territorio di Trino è idoneo. Un fatto paradossale, visto che esiste uno stoccaggio già ingente di rifiuti radioattivi.

La Puglia e la Basilicata hanno ribadito il loro fermo "no". In tutti i Comuni coinvolti, tra cui Altamura, i consigli comunali si sono di nuovo riuniti per ribadire la contrarietà già espressa con le delibere del 2021.