Molto rapide le indagini dei carabinieri sul rogo nel Parco
Il devastante incendio di Minervino non è stato doloso
lunedì 13 luglio 2020
19.20
Un'altra grave ferita nel territorio del Parco nazionale dell'Alta Murgia. Molto rapide sono state le indagini sul devastante incendio che per tre giorni, a partire da giovedì, ha bruciato 220 ettari del bosco Acquatetta a Minervino Murge: un bracciante agricolo di 53 anni di Spinazzola è stato denunciato dai carabinieri del Parco per incendio boschivo colposo.
Secondo i militari delle stazioni di Andria e Ruvo di Puglia - dipendenti dal reparto carabinieri Parco nazionale Alta Murgia con sede ad Altamura - è stata una negligenza dell'uomo a provocare le fiamme che in totale hanno percorso 350 ettari di superficie. L'attenzione dei militari si è concentrata subito su un'area attigua al bosco, anch'essa interessata dall'incendio, dove era in corso un'attività di mietitrebbiatura di lenticchie.
La valutazione delle condizioni climatiche ed in particolare della direzione del vento, gli accurati rilievi sull'area incendiata e l'analisi sulle modalità di propagazione dell'incendio, supportate dalle informazioni assunte sul posto dalle persone informate sui fatti, hanno consentito ai militari dell'Arma di individuare il punto di origine dell'incendio. Il bracciante agricolo, trovato sul posto dai carabinieri forestali, durante le operazioni di raccolta aveva causato per negligenza il fuoco che ha prima bruciato il fondo agricolo e successivamente si è propagato al complesso boscato.
Per vastità del fuoco, inizialmente si era pensato a una causa dolosa. Dagli accertamenti, invece, è emersa la natura colposa dell'accaduto.
Da quantificare gli ingenti danni alla flora e alla fauna del bosco, che già nel 2012 era stato colpito da un altro vasto incendio.
Secondo i militari delle stazioni di Andria e Ruvo di Puglia - dipendenti dal reparto carabinieri Parco nazionale Alta Murgia con sede ad Altamura - è stata una negligenza dell'uomo a provocare le fiamme che in totale hanno percorso 350 ettari di superficie. L'attenzione dei militari si è concentrata subito su un'area attigua al bosco, anch'essa interessata dall'incendio, dove era in corso un'attività di mietitrebbiatura di lenticchie.
La valutazione delle condizioni climatiche ed in particolare della direzione del vento, gli accurati rilievi sull'area incendiata e l'analisi sulle modalità di propagazione dell'incendio, supportate dalle informazioni assunte sul posto dalle persone informate sui fatti, hanno consentito ai militari dell'Arma di individuare il punto di origine dell'incendio. Il bracciante agricolo, trovato sul posto dai carabinieri forestali, durante le operazioni di raccolta aveva causato per negligenza il fuoco che ha prima bruciato il fondo agricolo e successivamente si è propagato al complesso boscato.
Per vastità del fuoco, inizialmente si era pensato a una causa dolosa. Dagli accertamenti, invece, è emersa la natura colposa dell'accaduto.
Da quantificare gli ingenti danni alla flora e alla fauna del bosco, che già nel 2012 era stato colpito da un altro vasto incendio.