Sostenere il settore del matrimonio, in Puglia è strategico
La richiesta di adeguati fondi è stata rivolta al ministro dello sviluppo economico Giorgetti
giovedì 25 marzo 2021
18.49
Questa mattina la Conferenza delle Regioni (con gli assessori allo sviluppo economico) ha incontrato il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti per una prima valutazione del DL Sostegni. Sono stati esaminati alcuni punti riguardanti le categorie "dimenticate" - si pensi ad esempio ai giostrai, agli ambulanti delle fiere, ecc. - o la paralisi della "industria del matrimonio".
Su questi argomenti l'assessore pugliese Alessandro Delli Noci ha fatto il punto della situazione. "Durante l'incontro tenutosi questa mattina con il Ministro Giorgetti - afferma - abbiamo ribadito alcune necessità della nostra regione; una regione il cui tessuto economico è composto da micro e piccole imprese che rischiano di scomparire e che necessitano di ristori immediati anche a fronte di enormi perdite di fatturato e di sostegni economici mai giunti perché le attività in questione non rientravano in nessun codice Ateco. Tra le attività ferme, quelle dei fieristi ambulanti, impegnati negli eventi, nelle feste patronali, in tutte quelle iniziative bloccate per via delle misure restrittive volte a contenere l'emergenza epidemiologica. Abbiamo chiesto al Ministro di prendere in considerazione la situazione di queste piccole imprese che necessitano di ristori con percentuali di copertura di gran lunga superiori a quelle previste, per consentire loro di sopravvivere dopo un anno di fermo".
Sulle categorie della filiera del matrimonio, la Puglia chiede un'attenzione particolare. Ci sono "duecento milioni di euro previsti dal nuovo Decreto che ci auguriamo - sottolinea l'assessore pugliese - non siano ripartiti tra le regioni in base alla densità di popolazione. Non credo - e ho avuto modo di ribadirlo questa mattina - che sia questo il metodo giusto per ripartire le risorse: la Puglia vanta un settore del wedding variegato, composto da numerosissime aziende impegnate in settori diversi. La nostra regione conta circa 19 mila matrimoni all'anno, il 10 per cento dei quali con sposi, amici e parenti in arrivo dall'estero, secondo i dati di Assoeventi, senza considerare tutti coloro che pur vivendo fuori rientrano in Puglia per celebrare il proprio matrimonio.
Si tratta di una filiera industriale vasta con un fatturato pre pandemia pari a un miliardo di euro. Un settore strategico per la Puglia. Per questa ragione, credo che per ripartire le risorse si debba tenere conto delle specificità di ogni territorio e del peso e del valore che il comparto preso in considerazione dal decreto ha per ogni territorio. Dunque, i 200 milioni di euro per il wedding non possono essere ripartiti in base alla popolazione residente ma in base alla presenza di aziende del comparto", conclude.
Su questi argomenti l'assessore pugliese Alessandro Delli Noci ha fatto il punto della situazione. "Durante l'incontro tenutosi questa mattina con il Ministro Giorgetti - afferma - abbiamo ribadito alcune necessità della nostra regione; una regione il cui tessuto economico è composto da micro e piccole imprese che rischiano di scomparire e che necessitano di ristori immediati anche a fronte di enormi perdite di fatturato e di sostegni economici mai giunti perché le attività in questione non rientravano in nessun codice Ateco. Tra le attività ferme, quelle dei fieristi ambulanti, impegnati negli eventi, nelle feste patronali, in tutte quelle iniziative bloccate per via delle misure restrittive volte a contenere l'emergenza epidemiologica. Abbiamo chiesto al Ministro di prendere in considerazione la situazione di queste piccole imprese che necessitano di ristori con percentuali di copertura di gran lunga superiori a quelle previste, per consentire loro di sopravvivere dopo un anno di fermo".
Sulle categorie della filiera del matrimonio, la Puglia chiede un'attenzione particolare. Ci sono "duecento milioni di euro previsti dal nuovo Decreto che ci auguriamo - sottolinea l'assessore pugliese - non siano ripartiti tra le regioni in base alla densità di popolazione. Non credo - e ho avuto modo di ribadirlo questa mattina - che sia questo il metodo giusto per ripartire le risorse: la Puglia vanta un settore del wedding variegato, composto da numerosissime aziende impegnate in settori diversi. La nostra regione conta circa 19 mila matrimoni all'anno, il 10 per cento dei quali con sposi, amici e parenti in arrivo dall'estero, secondo i dati di Assoeventi, senza considerare tutti coloro che pur vivendo fuori rientrano in Puglia per celebrare il proprio matrimonio.
Si tratta di una filiera industriale vasta con un fatturato pre pandemia pari a un miliardo di euro. Un settore strategico per la Puglia. Per questa ragione, credo che per ripartire le risorse si debba tenere conto delle specificità di ogni territorio e del peso e del valore che il comparto preso in considerazione dal decreto ha per ogni territorio. Dunque, i 200 milioni di euro per il wedding non possono essere ripartiti in base alla popolazione residente ma in base alla presenza di aziende del comparto", conclude.