Mafia: le mani dei clan di Bari su tutta la provincia
L'analisi della Dia nella relazione semestrale. La situazione ad Altamura
venerdì 14 aprile 2023
In Parlamento è stata depositata la relazione semestrale della Dia (Direzione investigativa antimafia) che esamina il fenomeno della criminalità organizzata in tutta Italia e per singole regioni. L'analisi viene condotta sulla base delle informazioni delle Procure e degli esiti delle inchieste. La relazione si riferisce al primo semestre del 2022.
Un lungo capitolo è dedicato alla criminalità organizzata pugliese, divisa per province. Per Bari e provincia, la relazione attribuisce ai clan dominanti a Bari anche il controllo delle attività illecite in provincia. I clan del capoluogo hanno ramificazioni nei vari Comuni dell'area metropolitana, anche nel territorio murgiano. "Le dinamiche criminali in provincia rappresentano l'immagine speculare degli assetti metropolitani", si legge nella relazione.
"A Bari - riporta la relazione - la criminalità organizzata presente nel capoluogo barese evidenzia una struttura organizzativa di tipo camorristico. Lo scenario è in continua evoluzione, destabilizzato dalle spaccature dovute all'ansia delle nuove leve di ritagliarsi più ampi spazi nel panorama criminale, in contrapposizione alle pretese dei vecchi boss tornati in libertà di riacquistare il loro prestigio criminale". I quattro gruppi più importanti sono: Parisi-Palermiti; Capriati; Strisciuglio; Diomede-ex Mercante. Sui territori possono avere "alleanze" con gruppi di minore caratura che godono di una certa autonomia. Tra questi ci sono i Fiore-Risoli che stanno tentando di infiltrarsi nell'area murgiana.
Lo "storico" clan Parisi, di Japigia, risulta ancora presente e prevalente nel territorio murgiano, in particolare ad Altamura, Gravina e Gioia del Colle.
Nella relazione non si evidenzia altro circa la città di Altamura perché, rispetto agli anni scorsi, gli scenari sono mutati in senso favorevole alla giustizia e al contrasto della criminalità. Le operazioni della magistratura antimafia e dei carabinieri hanno sgominato tutti i maggiori clan locali a cui sono stati inflitti duri colpi sia con ripetuti arresti sia con le condanne e pene detentive in carcere divenute definitive. Ulteriore impulso alle indagini di recente è stato dato in base alle dichiarazioni di alcune figure di vertice che sono diventate collaboratori di giustizia.
Un lungo capitolo è dedicato alla criminalità organizzata pugliese, divisa per province. Per Bari e provincia, la relazione attribuisce ai clan dominanti a Bari anche il controllo delle attività illecite in provincia. I clan del capoluogo hanno ramificazioni nei vari Comuni dell'area metropolitana, anche nel territorio murgiano. "Le dinamiche criminali in provincia rappresentano l'immagine speculare degli assetti metropolitani", si legge nella relazione.
"A Bari - riporta la relazione - la criminalità organizzata presente nel capoluogo barese evidenzia una struttura organizzativa di tipo camorristico. Lo scenario è in continua evoluzione, destabilizzato dalle spaccature dovute all'ansia delle nuove leve di ritagliarsi più ampi spazi nel panorama criminale, in contrapposizione alle pretese dei vecchi boss tornati in libertà di riacquistare il loro prestigio criminale". I quattro gruppi più importanti sono: Parisi-Palermiti; Capriati; Strisciuglio; Diomede-ex Mercante. Sui territori possono avere "alleanze" con gruppi di minore caratura che godono di una certa autonomia. Tra questi ci sono i Fiore-Risoli che stanno tentando di infiltrarsi nell'area murgiana.
Lo "storico" clan Parisi, di Japigia, risulta ancora presente e prevalente nel territorio murgiano, in particolare ad Altamura, Gravina e Gioia del Colle.
Nella relazione non si evidenzia altro circa la città di Altamura perché, rispetto agli anni scorsi, gli scenari sono mutati in senso favorevole alla giustizia e al contrasto della criminalità. Le operazioni della magistratura antimafia e dei carabinieri hanno sgominato tutti i maggiori clan locali a cui sono stati inflitti duri colpi sia con ripetuti arresti sia con le condanne e pene detentive in carcere divenute definitive. Ulteriore impulso alle indagini di recente è stato dato in base alle dichiarazioni di alcune figure di vertice che sono diventate collaboratori di giustizia.