"Libera il Bene", il progetto presentato dal Comune
Il bando regionale mira a recuperare i beni confiscati alla criminalità organizzata. Un allevamento di asini in contrada Graviscella
martedì 14 dicembre 2010
10.46
Il Comune di Altamura ha partecipato all'avviso pubblico regionale "Libera il Bene" (BURP n. 175 del 5 novembre 2009) promosso nell'ambito del programma Bollenti Spiriti, che mira a finanziare progetti per il riuso sociale di beni confiscati alla criminalità organizzata. È stata presentata una proposta progettuale chiamata "Asini in agricoltura. Gli ultimi della classe". Si tratta di recuperare e di valorizzare un terreno agricolo di circa 11.678 mq confiscato alla criminalità organizzata ed ubicato in località Graviscella, a circa 3 chilometri dal centro cittadino. Il fondo è accessibile dalla strada provinciale 27 "La Tarantina". Attualmente una porzione è coltivata ad uliveto (circa mille alberi di olivo distribuiti su 3 ettari), l'altra (di 8 ettari), su cui insistono un fabbricato rurale, jazzi e recinzioni varie, si presenta in parte incolta ed in parte coltivata a seminativo. La terza porzione, molto più piccola, è localizzata in posizione remota rispetto alle precedenti, ma limitrofa alla strada statale 96. I beni versano in cattivo stato di conservazione. Il fabbricato rurale, di 310 mq, consiste in una costruzione in muratura di tufi suddivisa in cinque ambienti rettangolari. È privo di finiture e di impianti. Secondo il progetto preliminare, i diversi ambienti del fabbricato saranno utilizzati come alloggi, zona infermeria, spazi di accoglienza, per ufficio, per deposito attrezzi, per lo stoccaggio e la pastorizzazione del latte, per mungitura, per onoterapia.
L'Amministrazione comunale ha individuato, con avviso pubblico, la cooperativa sociale tranese "Comunità Oasi2 San Francesco" quale soggetto gestore del bene, stabilendo di cofinanziare il progetto nella misura del 10% dell'importo ammesso a finanziamento. L'investimento complessivo necessario è di 833.335,00 euro. La stessa Cooperativa ha supportato l'Ufficio Tecnico comunale nell'elaborazione della proposta da presentare alla Regione, che prevede diverse attività. Fondamentali saranno l'allevamento di asini di Martina Franca (TA) per la produzione di latte (destinato ad alimenti e cosmetici) e carni e la realizzazione di attività onoterapeutiche e onodidattiche. Ma non mancheranno attività agricole per la produzione di olio biologico e di leguminose tipiche del territorio murgiano, come la lenticchia di Altamura.
Attraverso il recupero dell'allevamento dell'asino di Martina Franca si vuole attuare un intervento di tutela della biodiversità finalizzato a differenziare le produzioni, a rinnovare l'economia del territorio e ad apportare ad esso un valore aggiunto soprattutto dal punto di vista sociale ed ambientale. Si punta anche sulla realizzazione di un'azienda agricola per la produzione di olio in agricoltura biologica e biodinamica da utilizzare per uso alimentare e nel campo della cosmesi. L'uliveto presenta caratteristiche che permettono di praticare la "consociazione", cioè la coltivazione di varie piante sullo stesso appezzamento, come la lenticchia di Altamura. Lo spazio tra i filari infatti è notevole. La coltivazione delle leguminose apporterà vantaggi anche all'impianto ulivicolo in quanto fonte di concimazione naturale e ciclica del terreno, da integrare naturalmente con l'uso del letame prodotto dall'attività zootecnica. La scelta di focalizzare l'attenzione anche su olio extravergine e legumi deriva dalla necessità di mettere a punto un sistema culturale adeguato che offra prodotti con standard qualitativi elevati e tipicità derivanti dal luogo e dalle tecniche di produzione, in questo caso innovative. Una vera e propria azienda sperimentale con caratteristiche sia zootecniche che agricole.
Il progetto presentato mira anche al reinserimento sociale e lavorativo di soggetti ex tossicodipendenti e/o ex detenuti e/o drop-out, che si occuperanno delle produzioni agricole. Fra gli ambiti di intervento previsti dal bando, infatti, c'è quello dell'inclusione sociale e della cittadinanza attiva.
Il progetto di gestione è stato elaborato attraverso un processo di progettazione partecipata che ha coinvolto, insieme ai referenti della cooperativa sociale "Comunità Oasi2 San Francesco", anche il Dipartimento di sanità pubblica e zootecnica dell'Università di Bari (DiSPeZ), l'Agenzia pugliese di intervento e studio sulle dipendenze patologiche e l'associazione culturale altamurana "Il Dugongo", che avranno ciascuno un ruolo specifico nella concretizzazione dell'iniziativa.
Si attende ora la risposta della Regione.
L'Amministrazione comunale ha individuato, con avviso pubblico, la cooperativa sociale tranese "Comunità Oasi2 San Francesco" quale soggetto gestore del bene, stabilendo di cofinanziare il progetto nella misura del 10% dell'importo ammesso a finanziamento. L'investimento complessivo necessario è di 833.335,00 euro. La stessa Cooperativa ha supportato l'Ufficio Tecnico comunale nell'elaborazione della proposta da presentare alla Regione, che prevede diverse attività. Fondamentali saranno l'allevamento di asini di Martina Franca (TA) per la produzione di latte (destinato ad alimenti e cosmetici) e carni e la realizzazione di attività onoterapeutiche e onodidattiche. Ma non mancheranno attività agricole per la produzione di olio biologico e di leguminose tipiche del territorio murgiano, come la lenticchia di Altamura.
Attraverso il recupero dell'allevamento dell'asino di Martina Franca si vuole attuare un intervento di tutela della biodiversità finalizzato a differenziare le produzioni, a rinnovare l'economia del territorio e ad apportare ad esso un valore aggiunto soprattutto dal punto di vista sociale ed ambientale. Si punta anche sulla realizzazione di un'azienda agricola per la produzione di olio in agricoltura biologica e biodinamica da utilizzare per uso alimentare e nel campo della cosmesi. L'uliveto presenta caratteristiche che permettono di praticare la "consociazione", cioè la coltivazione di varie piante sullo stesso appezzamento, come la lenticchia di Altamura. Lo spazio tra i filari infatti è notevole. La coltivazione delle leguminose apporterà vantaggi anche all'impianto ulivicolo in quanto fonte di concimazione naturale e ciclica del terreno, da integrare naturalmente con l'uso del letame prodotto dall'attività zootecnica. La scelta di focalizzare l'attenzione anche su olio extravergine e legumi deriva dalla necessità di mettere a punto un sistema culturale adeguato che offra prodotti con standard qualitativi elevati e tipicità derivanti dal luogo e dalle tecniche di produzione, in questo caso innovative. Una vera e propria azienda sperimentale con caratteristiche sia zootecniche che agricole.
Il progetto presentato mira anche al reinserimento sociale e lavorativo di soggetti ex tossicodipendenti e/o ex detenuti e/o drop-out, che si occuperanno delle produzioni agricole. Fra gli ambiti di intervento previsti dal bando, infatti, c'è quello dell'inclusione sociale e della cittadinanza attiva.
Il progetto di gestione è stato elaborato attraverso un processo di progettazione partecipata che ha coinvolto, insieme ai referenti della cooperativa sociale "Comunità Oasi2 San Francesco", anche il Dipartimento di sanità pubblica e zootecnica dell'Università di Bari (DiSPeZ), l'Agenzia pugliese di intervento e studio sulle dipendenze patologiche e l'associazione culturale altamurana "Il Dugongo", che avranno ciascuno un ruolo specifico nella concretizzazione dell'iniziativa.
Si attende ora la risposta della Regione.