La voce degli animalisti italiani
Il comportamento "vergognoso" della Giunta Regionale. Richiesto l'intervento del presidente Nichi Vendola
domenica 23 gennaio 2011
09.00
Gli animalisti italiani ENPA – LAC – LAV – LIPU – VAS - VITTIME DELLA CACCIA – WWF in un comunicato a gran voce hanno espresso il loro disappunto circa l'autorizzazione da parte della Giunta regionale, su proposta dell'assessore Stefàno, di una modifica, definita illegittima, del calendario venatorio. Si chiede l'intervento immediato del presidente della regione Nichi Vendola.
A seguito della decisione della Giunta regionale della Puglia di prolungare la stagione venatoria ai tordi e alla beccaccia fino al 30 gennaio, "contro la legge nazionale ed il parere dell'autorità scientifica", viene chiesto da parte delle associazioni l'annullamento di tale modifica "per evitare la consumazione di un reato istituzionale: la intenzionale sottrazione indebita di patrimonio indisponibile dello Stato".
Nel comunicato si legge che "con la delibera varata dalla Giunta regionale in seduta straordinaria, si è consumato un atto clamorosamente illegittimo che corrisponde ad una sottrazione indebita di patrimonio dello Stato: permettere l'abbattimento di animali selvatici in periodo di massimo divieto di caccia, così come stabilito dalla direttiva Uccelli (articolo 7.4), dalla legge nazionale 157/1992 (art. 18, comma 1 bis) e dal parere tecnico, obbligatorio per legge, dell'ISPRA, l'autorità scientifica nazionale. Il gravissimo atto della Giunta regionale aveva avuto come premessa, pochi giorni prima, il voto favorevole del Comitato Venatorio regionale, che peraltro dichiarava apertamente di non aver chiesto il parere dell'ISPRA. Un parere che sarebbe stato senz'altro negativo, perché l'ISPRA si è già espresso con il documento ufficiale del luglio 2010 nel quale si chiarisce quali sono i tempi massimi di chiusura della caccia alle varie specie."
Ritenuta "gravissima" la responsabilità dell'assessore Stefàno che ha proposto e "avallato l'operazione di denuncia di tutta la subalternità di un certo mondo amministrativo nei confronti delle lobby venatorie". L'atto viene presentato come "vergognoso, di una gravità estrema, che si prende gioco della legge, delle regole e delle istituzioni, ma che costituisce anche un danno oggettivo e irrimediabile a quel patrimonio indisponibile della collettività rappresentato dagli animali selvatici".
Qualora non si sarà intervenuti, le associazioni dichiarano di voler rivolgersi alle autorità giudiziarie competenti perché siano accertate le responsabilità collegiali dell'organo che ha approvato intenzionalmente il provvedimento in questione e perché siano prese misure cautelari idonee a preservare l'integrità del patrimonio indisponibile dello Stato.
A indignare maggiormente le associazioni animalisti italiani, un comunicato datato 18 gennaio 2011 della Federcaccia pugliese con cui i cacciatori ringraziano l'assessore Stefano "per aver mantenuto l'impegno morale preso già alla stesura del calendario". Nello stesso si legge che il presidente regionale FldC Saverio Pace nel ringraziare l'assessore regionale Dario Stefàno "per aver mantenuto l'impegno morale che aveva preso", si riconosce felice per la delibera avvenuta.
"Insomma, un atteggiamento deplorevole, non degno di un'amministrazione seria, che fa scempio del diritto e mortifica le istituzioni e per il quale chiediamo a viva voce le dimissioni dell'assessore Stefano, doppiamente responsabile in quanto anche coordinatore del tavolo delle Regioni sulle politiche venatorie, dunque ben consapevole delle richieste ISPRA in materia di calendari venatori e tutela della fauna, nonché delle leggi e direttive comunitarie". E si aggiunge: "Si prefigurano, a questo punto, profili da studiare anche alla luce del diritto penale, considerato che la delibera di giunta, che è priva dell'obbligatorio parere dell'ISPRA comporterà un danno irreparabile al patrimonio indisponibile dello Stato e della collettività".
Il presidente Nichi Vendola è chiamato dunque ad intervenire perché sia annullata la modifica al calendario pugliese e perché si prenda "le responsabilità per il comportamento del suo assessore e della sua Giunta, che non possiamo definire in altro modo che vergognoso".
A seguito della decisione della Giunta regionale della Puglia di prolungare la stagione venatoria ai tordi e alla beccaccia fino al 30 gennaio, "contro la legge nazionale ed il parere dell'autorità scientifica", viene chiesto da parte delle associazioni l'annullamento di tale modifica "per evitare la consumazione di un reato istituzionale: la intenzionale sottrazione indebita di patrimonio indisponibile dello Stato".
Nel comunicato si legge che "con la delibera varata dalla Giunta regionale in seduta straordinaria, si è consumato un atto clamorosamente illegittimo che corrisponde ad una sottrazione indebita di patrimonio dello Stato: permettere l'abbattimento di animali selvatici in periodo di massimo divieto di caccia, così come stabilito dalla direttiva Uccelli (articolo 7.4), dalla legge nazionale 157/1992 (art. 18, comma 1 bis) e dal parere tecnico, obbligatorio per legge, dell'ISPRA, l'autorità scientifica nazionale. Il gravissimo atto della Giunta regionale aveva avuto come premessa, pochi giorni prima, il voto favorevole del Comitato Venatorio regionale, che peraltro dichiarava apertamente di non aver chiesto il parere dell'ISPRA. Un parere che sarebbe stato senz'altro negativo, perché l'ISPRA si è già espresso con il documento ufficiale del luglio 2010 nel quale si chiarisce quali sono i tempi massimi di chiusura della caccia alle varie specie."
Ritenuta "gravissima" la responsabilità dell'assessore Stefàno che ha proposto e "avallato l'operazione di denuncia di tutta la subalternità di un certo mondo amministrativo nei confronti delle lobby venatorie". L'atto viene presentato come "vergognoso, di una gravità estrema, che si prende gioco della legge, delle regole e delle istituzioni, ma che costituisce anche un danno oggettivo e irrimediabile a quel patrimonio indisponibile della collettività rappresentato dagli animali selvatici".
Qualora non si sarà intervenuti, le associazioni dichiarano di voler rivolgersi alle autorità giudiziarie competenti perché siano accertate le responsabilità collegiali dell'organo che ha approvato intenzionalmente il provvedimento in questione e perché siano prese misure cautelari idonee a preservare l'integrità del patrimonio indisponibile dello Stato.
A indignare maggiormente le associazioni animalisti italiani, un comunicato datato 18 gennaio 2011 della Federcaccia pugliese con cui i cacciatori ringraziano l'assessore Stefano "per aver mantenuto l'impegno morale preso già alla stesura del calendario". Nello stesso si legge che il presidente regionale FldC Saverio Pace nel ringraziare l'assessore regionale Dario Stefàno "per aver mantenuto l'impegno morale che aveva preso", si riconosce felice per la delibera avvenuta.
"Insomma, un atteggiamento deplorevole, non degno di un'amministrazione seria, che fa scempio del diritto e mortifica le istituzioni e per il quale chiediamo a viva voce le dimissioni dell'assessore Stefano, doppiamente responsabile in quanto anche coordinatore del tavolo delle Regioni sulle politiche venatorie, dunque ben consapevole delle richieste ISPRA in materia di calendari venatori e tutela della fauna, nonché delle leggi e direttive comunitarie". E si aggiunge: "Si prefigurano, a questo punto, profili da studiare anche alla luce del diritto penale, considerato che la delibera di giunta, che è priva dell'obbligatorio parere dell'ISPRA comporterà un danno irreparabile al patrimonio indisponibile dello Stato e della collettività".
Il presidente Nichi Vendola è chiamato dunque ad intervenire perché sia annullata la modifica al calendario pugliese e perché si prenda "le responsabilità per il comportamento del suo assessore e della sua Giunta, che non possiamo definire in altro modo che vergognoso".