La Regione si mobilita in difesa delle donne
Ad Altamura tutto tace. Nessuna manifestazione in programma per il 25 novembre
venerdì 23 novembre 2012
La regione Puglia dice no alla violenza contro le donne.
In preparazione della Giornata mondiale contro la violenza di genere, l'assessore regionale Elena Gentile unitamente alla consigliera di parità Serenella Molendini ha illustrato nel corso di una conferenza stampa i risultati raggiunti e gli interventi effettuati dall'assessorato regionale per tutelare donne e minori. Durante la conferenza, oltre a fornire i dati aggiornati sui servizi erogati, sono state presentate le azioni specifiche che saranno adottate per diffondere i principi, gli obiettivi e gli interventi della "Convenzione di Istanbul", promossa dal Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, che è stata sottoscritta dal Ministro del Lavoro lo scorso 27 settembre.
Un documento che sottolinea dati allarmanti: in Italia, milioni di donne sono vittime di violenza, soprattutto domestica. Nello stesso documento si sottolinea che nel nostro paese persistono ancora tendenze socio culturali che minimizzano e a volte giustificano la violenza di genere. Un quadro preoccupante che in Italia non trova ancora conferma nei dati ufficiali, ma che secondo le Nazioni Unite "uomini e donne, in Italia vengono rappresentati in maniera sessista e stereotipata nei media e nella pubblicità".
La convenzione, sottoscritta da molte associazioni nazionali che sarà presentata alle istituzioni nazionali proprio in occasione del 25 novembre, mira a ribadire il concetto secondo cui "La violenza maschile sulle donne non è una questione privata ma politica ed è un fenomeno di pericolosità sociale per donne e uomini".
Un obbiettivo difficile da raggiungere senza un vero e concreto cambiamento culturale che, secondo i proponenti della convenzione, può avvenire solo con l'attuazione di programmi politico-sociali da attuare a tutti i livelli istituzionali partendo dalla discussione in Parlamento delle norme per tutelare le donne sino alle Giunte Regionali e i Comuni che devono invitare "le realtà aderenti alla Convenzione, le associazioni e i centri antiviolenza presenti sui territori locali a prendere impegni precisi per concretizzare le raccomandazioni provenienti dall'Onu partendo dalla costituzione e dal rafforzamento della rete locale dei centri antiviolenza".
La regione Puglia, da sempre una delle più attive nel sociale, in questi anni ha realizzato numerose attività promuovendo la nascita dei centri di ascolto e destinando risorse alle comunità. A novembre 2012 risultano attivi sul territorio regionale complessivamente 18 Centri antiviolenza di cui 10 autorizzati e regolarmente iscritti nel registro regionale e 8 che hanno avviato le procedure di autorizzazione, a cui si affiancano 6 case rifugio attive in tutta la regione. A queste si aggiungono tutta una serie di servizi a cui le donne vittime di violenza possono accedere, compreso uno sportello anti- stolking.
Realtà importanti ma del tutto assenti nel nostro territorio dove a parte l'encomiabile lavoro svolto dagli operatori del consultorio e da qualche parroco attento, le donne sono lasciate sole. E Altamura non figura nemmeno nel calendario regionale degli eventi in programmazione in questi giorni per sensibilizzare la gente al rispetto delle donne. Infatti mentre nel resto della Puglia sono numerosi i convegni e le manifestazioni per dire "No" alla violenza di genere, ad Altamura tutto tace.
In preparazione della Giornata mondiale contro la violenza di genere, l'assessore regionale Elena Gentile unitamente alla consigliera di parità Serenella Molendini ha illustrato nel corso di una conferenza stampa i risultati raggiunti e gli interventi effettuati dall'assessorato regionale per tutelare donne e minori. Durante la conferenza, oltre a fornire i dati aggiornati sui servizi erogati, sono state presentate le azioni specifiche che saranno adottate per diffondere i principi, gli obiettivi e gli interventi della "Convenzione di Istanbul", promossa dal Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, che è stata sottoscritta dal Ministro del Lavoro lo scorso 27 settembre.
Un documento che sottolinea dati allarmanti: in Italia, milioni di donne sono vittime di violenza, soprattutto domestica. Nello stesso documento si sottolinea che nel nostro paese persistono ancora tendenze socio culturali che minimizzano e a volte giustificano la violenza di genere. Un quadro preoccupante che in Italia non trova ancora conferma nei dati ufficiali, ma che secondo le Nazioni Unite "uomini e donne, in Italia vengono rappresentati in maniera sessista e stereotipata nei media e nella pubblicità".
La convenzione, sottoscritta da molte associazioni nazionali che sarà presentata alle istituzioni nazionali proprio in occasione del 25 novembre, mira a ribadire il concetto secondo cui "La violenza maschile sulle donne non è una questione privata ma politica ed è un fenomeno di pericolosità sociale per donne e uomini".
Un obbiettivo difficile da raggiungere senza un vero e concreto cambiamento culturale che, secondo i proponenti della convenzione, può avvenire solo con l'attuazione di programmi politico-sociali da attuare a tutti i livelli istituzionali partendo dalla discussione in Parlamento delle norme per tutelare le donne sino alle Giunte Regionali e i Comuni che devono invitare "le realtà aderenti alla Convenzione, le associazioni e i centri antiviolenza presenti sui territori locali a prendere impegni precisi per concretizzare le raccomandazioni provenienti dall'Onu partendo dalla costituzione e dal rafforzamento della rete locale dei centri antiviolenza".
La regione Puglia, da sempre una delle più attive nel sociale, in questi anni ha realizzato numerose attività promuovendo la nascita dei centri di ascolto e destinando risorse alle comunità. A novembre 2012 risultano attivi sul territorio regionale complessivamente 18 Centri antiviolenza di cui 10 autorizzati e regolarmente iscritti nel registro regionale e 8 che hanno avviato le procedure di autorizzazione, a cui si affiancano 6 case rifugio attive in tutta la regione. A queste si aggiungono tutta una serie di servizi a cui le donne vittime di violenza possono accedere, compreso uno sportello anti- stolking.
Realtà importanti ma del tutto assenti nel nostro territorio dove a parte l'encomiabile lavoro svolto dagli operatori del consultorio e da qualche parroco attento, le donne sono lasciate sole. E Altamura non figura nemmeno nel calendario regionale degli eventi in programmazione in questi giorni per sensibilizzare la gente al rispetto delle donne. Infatti mentre nel resto della Puglia sono numerosi i convegni e le manifestazioni per dire "No" alla violenza di genere, ad Altamura tutto tace.